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Da Davos, von der Leyen lancia il Forum globale sulla transizione: «Veloci verso l’energia pulita»

Tra i membri Brasile, Gran Bretagna, Canada, Sudafrica, Emirati Arabi Uniti. Nel 2024 il mondo ha destinato alle rinnovabili duemila miliardi, ha sottolineato la presidente della Commissione Ue, che ora si dice convinta che l’iniziativa internazionale «aprirà a nuovi investimenti»
 |  Nuove energie

«Lasciatemi iniziare con buone notizie… abbiamo bisogno di buone notizie in questi tempi…». La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen interviene al World economic forum di Davos e, parlando poco prima che si colleghi in videomessaggio il neopresidente Usa Donald Trump, pronuncia un discorso netto sull’impegno dell’Europa per proseguire lungo il percorso della transizione verde. La buona notizia con cui apre i sette minuti di intervento è proprio questa: «Il mondo si sta muovendo più velocemente che mai verso l’energia pulita». E se Oltreoceano si prefigura una nuova stagione di rilancio del fossile, la realtà sembra proiettata in tutt’altra direzione. Dice von der Leyen citando dati e cifre: «Solo l’anno scorso, la spesa globale per l’energia pulita ha raggiunto il record di 2 trilioni di dollari. Per ogni dollaro investito in combustibili fossili, ci sono stati due dollari investiti in energia rinnovabile. Nel settore energetico, gli investimenti in energia pulita superano i combustibili fossili di dieci a uno. Questo è un cambiamento a cui lavoriamo da anni. Ed è stato confermato quando tutti abbiamo fissato collettivamente obiettivi audaci alla COP28: abbiamo detto che triplicheremo l’energia rinnovabile e raddoppieremo l’efficienza energetica entro il 2030. È evidente: la transizione verso l’energia pulita sta avvenendo, ed è qui per restare. Questa non è solo una buona notizia per il pianeta, è anche una buona notizia per l’innovazione. È una buona notizia per l’indipendenza energetica, perché questa è energia prodotta in casa, quindi crea buoni posti di lavoro da noi. È un bene per la competitività economica. E, ultimo ma certamente non meno importante, abbassa le bollette energetiche, quindi è un bene per le famiglie e le imprese».

Nonostante questi dati positivi, prosegue la presidente della Commissione Ue, ci sono però due grandi sfide che vanno affrontare. In primo luogo, non tutti i Paesi del mondo stanno lavorando a questa transizione verso l’energia pulita. «Se guardiamo il continente africano, ad esempio, è un continente con un enorme potenziale, come tutti sappiamo, che detiene il 60% delle migliori risorse solari del mondo. Tuttavia, attualmente ottiene meno del 2% degli investimenti globali in energia pulita. 600 milioni di persone nel continente non hanno ancora accesso all'elettricità. Questo non è solo inaccettabile, è anche ingiusto. Ecco perché, insieme al presidente Ramaphosa e ai Global Citizens, abbiamo lanciato la campagna globale "Scaling up Renewables in Africa". L'obiettivo è molto semplice: portare energia pulita alle comunità che ne hanno più bisogno, non solo in Africa ma in tutto il mondo».

La seconda sfida a cui fa riferimento von der Leyen a Davos riguarda la necessità di accelerare il ritmo della transizione. Il punto, dice, è aumentare la produzione. «Ogni regione deve essere in grado di produrre le tecnologie di cui ha bisogno. Si tratta di reti, costruzione o aggiornamento di 25 milioni di chilometri di reti entro il 2030. Si tratta di stoccaggio, sviluppando la capacità di tenere le luci accese quando il sole non splende e il vento non soffia. Tutto ciò richiede enormi investimenti. Nessuna azienda, nessun paese e nessuna regione può farlo da sola. Dobbiamo lavorare insieme e dobbiamo agire ora».

Ecco perché, ora, dal World economic forum di Davos, la presidente della Commissione Ue dà il via a un organismo internazionale focalizzato proprio sulla transizione.  «Oggi lanciamo il Global Energy Transition Forum. Stiamo riunendo partner da tutto il mondo, dal Brasile al Canada, dalla Repubblica Democratica del Congo, dal Kenya, dal Perù, dal Sudafrica, dal Regno Unito, dagli Emirati Arabi Uniti e molti altri sono in arrivo». Il nuovo organismo avrà tre obiettivi, spiega von der Leyen: «In primo luogo, dobbiamo sostenere lo slancio del nostro storico accordo globale sull’energia. Questi obiettivi energetici globali devono trovare la loro strada nella prossima ondata di Contributi determinati a nazionali, i famosi Ndc. Dobbiamo trasformare le promesse collettive in progressi misurabili. In Europa, ad esempio, abbiamo aumentato il nostro obiettivo di energia rinnovabile per il 2030 a oltre il 42%. Oggi siamo al 23%, quindi c’è molto buono e duro lavoro da svolgere davanti a noi. Ad esempio, se prendiamo in esame l’elettricità nell’Unione Europea, il 50% ora proviene da fonti rinnovabili. Ma tutti voi conoscete il principio: solo ciò che viene misurato viene fatto. Ecco perché ci affidiamo con fiducia alla partnership dell’Agenzia internazionale dell’energia per misurare i progressi compiuti riguardanti i nostri obiettivi».

Il nostro secondo punto su cui lavorerà il nuovo organismo è trasformare questi obiettivi in progetti molto concreti. «Questo è il motivo per cui, sotto la guida della Cop del Brasile, questo Forum si concentrerà su iniziative di punta, ad esempio progetti che portano potere alle comunità svantaggiate o progetti che avviano nuove industrie pulite e aumentano l’energia pulita a livello globale. Con questo possiamo scambiare le migliori pratiche e imparare gli uni dagli altri, e fare progressi in progetti concreti, quindi cambiare davvero la vita delle persone».

E infine, il Global Energy Transition Forum dovrebbe aiutare a sbloccare più investimenti. «Se vogliamo essere più veloci, abbiamo bisogno di più investimenti», dice von der Leyen. «Sono molto contenta che il Regno Unito stia guidando questo cambiamento. Insieme, sosterremo un finanziamento più intelligente con strumenti di riduzione del rischio, finanza mista, altre soluzioni per ridurre i costi e attirare capitali privati. Possiamo anche imparare dai governi africani, che stanno introducendo agevolazioni fiscali, partenariati pubblico-privato e incentivi per le energie rinnovabili. Vediamo già che questi sforzi stanno dando i loro frutti. Perché negli ultimi due anni gli investimenti in energia pulita in Africa sono già quasi raddoppiati».

La conclusione dell’intervento è sotto il segno dell’ottimismo, ma anche di un’attenzione e un impegno che devono restare alti. «In questi tempi di dura competizione geostrategica, la prevedibilità, la certezza e l’affidabilità contano. Voglio essere molto chiara con il mio messaggio: l’Europa mantiene la rotta e siamo pronti a lavorare con tutti gli attori globali per accelerare la transizione verso l’energia pulita».

Redazione Greenreport

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