In Ue le rinnovabili corrono più del previsto, mentre in Italia pesa la dipendenza dal gas fossile
Arriva oggi dal think tank Ember la prima panoramica completa del settore elettrico dell'Ue nel 2024, presentata all’interno della nuova European electricity review, che delinea l’avanzata di una profonda trasformazione: nel 2024 in Ue per la prima volta il fotovoltaico ha prodotto più elettricità (11%) del carbone (10%), mentre l'eolico (17%) ha generato più elettricità del gas (16%) per il secondo anno consecutivo.
In altre parole la forte crescita del solare, unita alla ripresa dell’idroelettrico, ha portato la quota delle rinnovabili a quasi la metà della produzione di energia elettrica dell'Ue (47%), mentre i combustibili fossili si sono fermati al 29%; solo cinque anni fa, nel 2019, i fossili fornivano il 39% dell'elettricità dell'Ue, mentre le fonti rinnovabili erano ferme a poco più di un terzo (34%).
«I combustibili fossili stanno mollando la loro presa sull'energia dell'Ue – spiega Chris Rosslowe, analista senior di Ember e primo autore del rapporto – All'inizio del Green deal europeo, nel dicembre 2019, pochi pensavano che la transizione energetica dell'Ue potesse essere al punto in cui è oggi; l'eolico e il solare stanno spingendo il carbone ai margini e costringendo il gas a un declino strutturale».
Ma anche se negli ultimi cinque anni la transizione è stata più rapida di quanto ci si aspettasse, non si possono dare per scontati ulteriori progressi. Si deve accelerare, in particolare con l'eolico, che ha dovuto affrontare alcune sfide particolari nella realizzazione: da qui al 2030, la capacità eolica da installare ogni anno dovrà più che raddoppiare rispetto ai livelli del 2024.
Già oggi, nel frattempo, l’avanzata delle rinnovabili ha permesso di evitare ulteriori rincari energetici per famiglie e imprese. L'analisi di Ember mostra infatti che, senza la nuova capacità di produzione eolica e solare installata negli ultimi cinque anni, l'Ue avrebbe importato 92 miliardi di metri cubi in più di gas fossile e 55 milioni di tonnellate in più di carbone, con un costo aggiuntivo di 59 miliardi di euro.
Lo stesso vale in Italia, che pure marcia a velocità ridotta rispetto al resto del Vecchio continente: senza i nuovi impianti solari ed eolici installati tra la fine del 2019 e il 2024, il Paese avrebbe importato 4 miliardi di metri cubi in più di gas fossile e 5 milioni di tonnellate in più di carbone, per un costo aggiuntivo di 3,3 miliardi di euro, in base alle stime Ember.
«L'Italia – commenta Beatrice Petrovich, analista senior di Ember – si sta avvicinando a un futuro energetico pulito, ma rimane molto dipendente dal gas fossile per la produzione di elettricità, rendendo le famiglie e le imprese più vulnerabili alle impennate nei prezzi del gas rispetto ad altri Paesi dell'Ue. Mantenere la crescita dell'eolico e del solare aiuterà a proteggere i consumatori italiani dagli shock dei prezzi sul mercato globale del gas».
Nel 2024, grazie alla forte crescita del solare fotovoltaico e dell'idroelettrico, quasi la metà dell'elettricità prodotta in Italia è stata da fonti rinnovabili (49%). Il solare ha generato il 14% dell'elettricità italiana nel 2024, più della media Ue, e ha registrato il tasso di crescita più elevato degli ultimi 10 anni, raggiungendo un record storico. Tuttavia, la quota di energia solare dell'Italia è inferiore a quella di altri paesi mediterranei come la Grecia (22%) e la Spagna (21%).
«Questi dati sono più che incoraggianti – conclude Michele Governatori, responsabile Relazioni esterne e Energia del think tank italiano Ecco – e potremmo fare meglio se i politici ne prendessero atto e, invece di disperdere risorse nelle energie fossili o in soluzioni costose e remote come il nucleare, si concentrassero su solare, eolico, accumuli e flessibilità della domanda».
Nonostante i progressi, l'Italia rimane infatti di gran lunga il maggior produttore di elettricità da gas nell'Ue. Nel 2024, le fonti fossili in Italia sono calate al 51% del mix di generazione del Paese, un minimo storico, e il carbone ha generato solo il 2% dell'elettricità italiana, con l'Italia che si è impegnata a chiudere l'ultima delle sue centrali elettriche a carbone nel 2028.
Il 2024 ha anche segnato il terzo anno di calo consecutivo per la produzione di elettricità delle centrali termoelettriche a gas in Italia, anche se il peso del gas nella produzione di elettricità italiana, al 44%, rimane significativamente al di sopra della media europea (16%) e tra le più alte dell'Ue.