Biometano al centro dell’Ecofuturo festival: ecco come l’agricoltura può trainare la transizione
Ha superato il giro di boa l’Ecofuturo festival, in programma a Roma a Città dell’Altra Economia fino all’11 maggio, con una giornata che ha messo al centro la transizione ecologica del comparto agricolo.
Negli ultimi mesi le proteste di molti agricoltori hanno scosso l’Europa, compreso il nostro Paese, mettendo in campo polemiche pretestuose contro il Green deal anziché chiedere un giusto prezzo dei prodotti agricoli in favore dei piccoli produttori.
Ma la tutela dell’agricoltura non è in contraddizione con la transizione ecologica, semmai il contrario: gli interventi necessari a rendere sostenibile – ovvero percorribile nel tempo – l’attività agricola rientrano appieno tra le azioni necessarie a contrasto della crisi climatica.
Non a caso la seconda giornata dell’Ecoforum festival si è concentrata sul ruolo dell’agricoltura come settore trainante della transizione ecologica, la diffusione di energie rinnovabili e la cattura della CO2, con approfondimenti sulla mobilità sostenibile, analizzando le soluzioni più avanzate quali l’idrogeno, il biometano e il trasporto elettrico.
«Queste giornate del festival arrivano proprio dopo la pubblicazione del decreto ‘Misure ecologiche’ da parte del ministero dell’Ambiente, un provvedimento importante non solo per le risorse che mette a disposizione delle aziende agricole italiane – spiega il presidente del Consorzio italiano biogas (Cib), Piero Gattoni – Le misure ecologiche ribadiscono come il biogas non solo è importante per produrre energia elettrica rinnovabile o biometano, ma è anche uno strumento che accelera la transizione ecologica delle misure agricole. Questi provvedimenti permetteranno, infatti, di investire in innovazione nella gestione del digestato, che è un sottoprodotto del biogas, un fertilizzante organico che può essere utilizzato per ridurre l’uso di concimi chimici e aumentare l’apporto di sostanza organica nei terreni».
I dati europei per il settore sono incoraggianti: infatti, in Europa i gas rinnovabili (biogas e biometano) ammontano a 21 miliardi di metri cubi, rappresentando il 6% del consumo di gas naturale dell’Ue. La sola produzione di biometano è cresciuta del 20% in più rispetto al 2022. Parlando in sala, Anders Mathiasson, presidente dell’Associazione europea del biogas, ha spiegato come l’Europa abbia tutte le carte in regola per raggiungere l’obiettivo dei 35 miliardi di mc di biometano al 2030.
E l’Italia? Secondo gli ultimi dati, sono circa 1.803 gli impianti biogas con una produzione di 2,5 miliardi di mc di gas rinnovabile, destinato soprattutto alla produzione elettrica e termica rinnovabile, e per una quota minoritaria (circa 600 milioni di Smc) immesso in consumo come biometano nel settore dei trasporti.
A questi dati si aggiungono quelli del biogas/biometano da rifiuti, che secondo il Consorzio italiano compostatori (Cic) valgono altri 200 milioni di Smc, con una potenzialità al 2030 di 1 miliardo di Smc.
«L’agricoltura è al centro della lotta al cambiamento climatico – conclude dall’Ecofuturo festival la presidente della Fondazione Farming for Future, Diana Lenzi – Gli agricoltori che lavorano a cielo aperto, sono i primi interessati a riuscire a mitigare quelli che sono gli effetti del cambiamento climatico. Sono anche i più interessati perché le risorse naturali, suolo, aria e acqua con cui lavorano, è necessario che siano salubri affinché possano creare colture produttive e sane”. E aggiunge: “Sono degli attori che dobbiamo mettere al centro della transizione energetica ed ecologica aiutandoli ad essere sostenibili a 360 gradi, quindi a livello ambientale ed economico».