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È italiano il progetto del primo parco eolico offshore con tecnologia galleggiante del Mediterraneo

Si chiama Med Wind e sorgerà a oltre 80 km dalla costa siciliana, a largo di Trapani. Alla presentazione anche il ministro Pichetto Fratin: «Dobbiamo accompagnare il percorso di queste grandi tecnologie in evoluzione»
 |  Nuove energie

L’eolico offshore gioca un ruolo fondamentale nella sfida per la transizione energetica. E in Italia, nonostante gli ostacoli normativi imposti dal Governo Meloni all’installazione d’impianti rinnovabili – dai decreti Agricoltura e Aree idonee, dal Pniec al Testo unico –  non si può non tenerne conto. Tanto è vero che lo scorso agosto lo stesso esecutivo ha siglato un Memorandum of understanding potenzialmente positivo per favorire il rafforzamento di una filiera industriale nazionale sull’eolico offshore. Ora arriva la notizia di un nuovo passo compiuto nella giusta direzione. Nel corso dell’evento “Med Wind: sostenibilità ambientale, comunità locali e governance partecipativa” promosso da Fondazione UniVerde, Stazione Zoologica “Anton Dohrn” di Napoli e Renexia, è stato presentato uno studio di impatto ambientale promettente. 

La questione di partenza è come utilizzare al meglio le potenzialità delle rinnovabili rispettando, allo stesso tempo, in maniera concreta ed eticamente sostenibile, gli ecosistemi terrestri, marini e le comunità locali interessate dai progetti. Ora Med Wind, il più grande progetto di parco eolico offshore flottante nel Mediterraneo, che sorgerà a oltre 80 km dalla costa siciliana, a largo di Trapani, viene indicato come un modello nelle strategie di sviluppo di una giusta transizione energetica per l’Italia. 

Grazie alle preliminari indagini ambientali, condotte con il supporto della Marina Militare e con il coinvolgimento della Stazione Zoologica “Anton Dohrn” di Napoli, unitamente alle indagini geofisiche, geotecniche e archeologiche, è stato possibile individuare l’area idonea ad ospitare l’impianto galleggiante Med Wind progettato da Renexia. La mappa tridimensionale, elaborata dalle indagini batimetriche, ha reso possibile pianificare, con la massima cura, il posizionamento delle turbine e garantire così la salvaguardia dell’ambiente circostante. Inoltre, grazie all’innovativa tecnologia “floating”, l’installazione delle strutture eoliche non comportano trivellazioni del fondale marino ma impiegano un sistema di ormeggi.    

Dice il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin: «L’eolico off-shore è uno dei grandi filoni di produzione, anche di elevate quantità di energia, per un Paese immerso nel Mediterraneo con aree a forte ventosità. La nostra programmazione di scenario al 2040 affida a questa tecnologia un ruolo fondamentale per rispondere alla crescente domanda di energia.  Dobbiamo accompagnare il percorso di queste grandi tecnologie in evoluzione, che possono anche creare le condizioni per la piena tutela delle aree marine e della biodiversità del nostro Paese. Dobbiamo coniugare innovazione e sostenibilità, unendo la tutela della biodiversità con lo sviluppo delle rinnovabili».         

Sottolinea il presidente della Fondazione UniVerde Alfonso Pecoraro Scanio: «Le transizioni ecologica e digitale sono una priorità assoluta per affrontare la crisi climatica, superare i combustibili fossili e percorrere l’obiettivo dell’indipendenza energetica per l’Italia. Proprio la diffusione, attenta e sostenibile, dell’eolico offshore può conciliare l’esigenza di costruire impianti a mare, lontano dalle coste, cogliendo l’opportunità di creare in quelle zone aree protette che favoriscano il ripopolamento e il recupero degli habitat». 

Riccardo Toto, direttore generale di Renexia, si dice orgoglioso della presentazione dello Sudio di impatto ambientale: «Per Renexia è stato un investimento complessivo di circa 42 milioni di euro, uno dei più rilevanti in assoluto in questo ambito. È fondamentale porre delle basi solide per concretizzare un parco da 3 GW come Med Wind che assicurerà il 3% del fabbisogno energetico nazionale, evitando milioni di tonnellate di emissioni climalteranti».

La relazione sulle indagini per l’elaborazione dello Studio di Impatto Ambientale ha messo in luce le evidenze scaturite dalla campagna di ricerca, durata circa 18 mesi, condotta nello Stretto di Sicilia. Il tratto di mare esplorato ha mostrato ai ricercatori ambienti unici per l’abbondanza e la ricchezza di coralli, spugne e pesci, difficilmente osservabile in altri tratti del Mediterraneo. Le particolari condizioni oceanografiche dell’area permettono la crescita rigogliosa di magnifiche foreste sottomarine. In particolare, le indagini batimetriche, eseguite con un sofisticato ecoscandaglio multifascio, hanno permesso di elaborare una dettagliata mappa tridimensionale del fondale, eseguendo le esplorazioni con un veicolo robotico subacqueo dotato di telecamere ad altissima definizione.

Dalle ricerche è emerso un biota in larga parte mai osservato prima e alcune varietà di flora e fauna marine potrebbero rivelarsi nuove specie. Tuttavia, in alcuni tratti di mare sono molto evidenti i segni lasciati nel corso degli anni da attività di pesca illegale che hanno aperto profonde ferite sul fondale, distruggendo e spazzando via moltissimi coralli che avevano impiegato migliaia di anni per crescere.

Oltre la campagna di ricerca, quella oceanografica, durata circa due mesi, e ulteriori 12 mesi di ricerche relative all’avifauna, ai cetacei e ai rettili marini. Sono state inoltre eseguite campagne di pesca sperimentale e studi mirati sul marine litter dell’area. 

Identificando il posizionamento ideale dei generatori galleggianti, le turbine di Med Wind potranno essere installate in mare aperto, evitando impatti paesaggistici, in siti marini che non minacciano gli habitat e le rotte migratorie, ad ampio sfruttamento delle risorse eoliche per massimizzare le prestazioni del parco offshore che assicurerà una produzione annua di energia pulita di circa 8-9 TWh, in grado di soddisfare il fabbisogno energetico di 3,4 milioni di famiglie, contribuendo a ridurre le emissioni di CO2 di circa 2,7 milioni di tonnellate all’anno.

Nella realizzazione del pionieristico progetto, che prevede un investimento complessivo di circa 9,3 miliardi di euro con la creazione di migliaia di nuovi posti di lavoro, molti dei quali ad alta specializzazione, nell’arco di vita dell’impianto, Renexia ha adottato un modello basato sul dialogo con le comunità locali. Fin dalle prime fasi, è stato sviluppato con un approccio partecipativo, coinvolgendo istituzioni, associazioni e stakeholder locali per garantire la massima trasparenza e compatibilità con il territorio. Tra le principali iniziative promosse, l’importante collaborazione con il settore della pesca: il player ha infatti attivato un tavolo tecnico con pescatori e associazioni di categoria per mitigare l’impatto delle attività offshore e sviluppare programmi a lungo termine di supporto al comparto. Attraverso protocolli d’intesa con autorità locali e organizzazioni sindacali, Med Wind promuove altresì la crescita economica e la creazione di filiere produttive regionali, garantendo opportunità lavorative qualificate, non solo nella fase realizzativa ma anche per le attività di manutenzione nei 25 anni previsti dalla concessione.

Redazione Greenreport

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