L’Algeria del Piano Mattei condanna a morte i poeti
L’Algeria – alleata della Russia di Vladimir Putin – è stata individuata dal governo di destra italiano per liberarsi dalle forniture di gas russo e come uno dei pilastri per realizzare il sempre più traballante hub del gas che dovrebbe essere la struttura portante del Piano Mattei, anche attraverso la realizzazione del gasdotto GALSI – un progetto accantonato dai precedenti governi - che dovrebbe collegare l’Algeria alla Toscana passando per la Sardegna.
Ma anche durante la della premier italiana Giorgia Meloni e dei vertici ENI ad Algeri nel gennaio 2023, diove hanno incontrato il contestatissimo presidente della Repubblica Algerina Democratica e Popolare, Abdelmadjid Tebboune,in diversi fecero notare che per allontanarsi da un regime autoritario come la Russia stavamo stringendo patti scellerati con regimi ancora più repressivi.
Ora gli esperti indipendenti dell’Onu: Alexandra Xanthaki, relatrice speciale nel campo dei diritti culturali, Irene Khan, relatrice speciale sul diritto alla libertà di opinione e di espressione, Gina Romero, relatrice speciale sui diritti alla libertà di riunione pacifica e di associazione, Ben Saul, relatore speciale sulla promozione e la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali nella lotta al terrorismo, chiedono alla Corte d'appello algerina di «Annullare la condanna a morte della poetessa Hirak Djamila Bentouis e scagionarla da tutte le accuse. Siamo indignati per la pratica del governo, che mira a mettere a tacere un movimento di protesta politica arrestando e detenendo arbitrariamente persone che osano alzarsi in piedi e parlare. Siamo profondamente preoccupati per la continua detenzione della signora Djamila Bentouis, per la condanna a due anni di prigione e per la multa di 100.000 dinari algerini pronunciata nei suoi confronti lo scorso luglio per la sua partecipazione al movimento di protesta sociale Hirak. Le accuse penali contro la Signoora Bentouis sembrano direttamente collegate al suo esercizio del diritto alla libertà di espressione, inclusa l'espressione artistica. Esortiamo la corte d'appello a ribaltare la sua condanna e a scagionarla da tutte le accuse, che violano il diritto internazionale».
La Bentouis ha appoggiato con le sue poesie e canzoni patriottiche l’Hirak, il movimento algerino di protesta politica e socio-economica nato nel 2019, dopo la fine del mandato del presidente algerino Abdelaziz Bouteflika. I suoi testi sono stati ripresi dai manifestanti algerini. Le canzoni di Bentouis sull'Hirak sono state ampiamente condivise anche sui social network. Ha recitato regolarmente le sue poesie in pubblico a Parigi.
Tra l’altro i manifestanti chiedevano anche che i proventi delle risorse algerine venissero condivise con la popolazione e utilizzate per lo sviluppo economico e non svendute agli stranieri per finanziare il regime del Fronte nazionale di liberazione (FNL) che ha trasformato le speranze socialiste panarabe della lotta per l’indipendenza in una petro-cleptocrazia militare che si tiene in piedi con elezioni farsa alle quali partecipa una esigua minoranza dell’elettorato, mentre la stragrande maggioranza le boicotta.
Gli esperti Onu denunciano che «Quando un artista che si esprime su questioni pubbliche viene ingiustamente condannato con l'accusa di aver deliberatamente diffuso notizie false o malevole al pubblico che potrebbero danneggiare la sicurezza o l'ordine pubblico, l'intento è chiaramente quello di avere un effetto agghiacciante sull'intera popolazione»
Già nel rapporto sulla visita in Algeria pubblicato nel settembre 2023, gli esperti avevano espresso forti preoccupazioni per «La continua repressione e intimidazione di individui e associazioni critici nei confronti del governo, tra cui il movimento Hirak» e avevano raccomandato di ripristinare il diritto di riunione pacifica e di associazione, anche con raccomandazioni specifiche di ritirare le accuse e graziare i condannati per l'esercizio dei loro legittimi diritti. Inoltre, gli esperti Onu, avevano espresso «Preoccupazione per le accuse iniziali mosse a Bentouis, di aver minato l'integrità e la sicurezza dello Stato e di appartenere a un'entità terroristica».
Ora scrivono che «L'incriminazione della Signora Bentouis per terrorismo ai sensi dell'articolo 87 bis e di altri reati contro la sicurezza nazionale nel Codice penale potrebbe minare la libertà di espressione e di associazione in Algeria in senso più ampio. Potrebbe in particolare colpire i settori artistico e culturale, gli algerini che vivono all'estero e lo spazio civico nel suo complesso. Ci auguriamo vivamente che l'Algeria rispetti i suoi obblighi internazionali per garantire il diritto alla libertà di espressione nel paese quando l'appello della Signo.ra Bentouis sarà deciso dinanzi al Consiglio giudiziario di Algeri il 2 ottobre».
Gli esperti hanno comunicato la questione al governo algerino e attendono una risposta.