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L'Europa ha probabilmente superato il picco di consumo di GNL. Nella prima metà del 2024 la domanda di carburante è scesa del 20%

Calo della domanda di gas naturale liquefatto, terminal europei di importazione sempre meno utilizzati

Accantonati i nuovi terminal o espansioni in Albania, Cipro, Irlanda, Lettonia, Lituania e Polonia. In forse 3 in Grecia. Ma l’Italia ne finanzia altri fino al 2043
 |  Nuove energie

L’ultimo European LNG Tracker dell’Institute for Energy Economics & Financial Analysis (IEEFA) è una nuova mazzata alle ambizioni del governo Meloni di trasformare l’Italia in un hub del gas alimentato dal “Piano Mattei”. Infatti. Il rapporto evidenzia nuovamente che «I terminali di importazione di GNL dell'Unione Europea (Ue) sono sempre meno utilizzati poiché la domanda di carburante continua a diminuire in tutto il continente» e aggiunge che «Potrebbe esserci una crescente consapevolezza che l'infrastruttura di importazione di GNL in Europa diventerà sempre più sottoutilizzata, con l'ulteriore calo dell'uso del gas».

Un bel guaio per un governo come quello italiano che solo qualche giorno fa ha approvato lo stanziamento di 30 milioni di euro l’anno fino al 2043 per la creazione di nuovi impianti di lavorazione del GNL.

Le cifre del rapporto IEEFA sono impietose: «Dopo essere sceso al minimo degli ultimi 10 anni nel 2023, il consumo di gas in Europa è diminuito del 5,4% su base annua nella prima metà del 2024. Il consumo di gas nell'Ue è diminuito del 3%. Ciò si traduce in una riduzione della necessità di importazioni di GNL, che sono diminuite del 20% in Europa e dell'11% nell'Ue nel primo semestre del 2024. Il continente ha probabilmente già superato il picco di consumo di GNL. IEEFA prevede che la domanda di carburante in Europa diminuirà di un ulteriore 37% entro il 2030».

E i terminal per l’ importazione di GNL sono stati influenzati da questa tendenza: «Il tasso di utilizzo medio dei terminali dell'Ue è sceso dal 62,8% nel primo semestre del 2023 al 47,2% nel primo semestre del 2024 – sottolinea l’IEEFA - Dopo l'invasione su vasta scala dell'Ucraina da parte della Russia nel 2022 e il conseguente taglio della fornitura di gasdotto russo, i Paesi europei si sono affrettati a costruire nuovi terminali di importazione di GNL. Ma recenti sviluppi suggeriscono che questa iniziativa sta perdendo slancio». Evidentemente Giorgia Meloni e i suoi  ministri non se ne sono accorti.

Eppure, come spiega Ana Maria Jaller-Makarewicz, analista energetica capo per l’Europa dell’IEEFA, «La frenesia della costruzione di terminali GNL in Europa potrebbe giungere al termine, con alcuni Paesi che ritardano o annullano le infrastrutture. Dall'inizio del 2023, nuovi terminali o espansioni sono stati accantonati in Albania, Cipro, Irlanda, Lettonia, Lituania e Polonia. Non è chiaro se i tre terminali pianificati in Grecia andranno avanti»

Dall'inizio del 2022, l'Europa ha aumentato la sua capacità di importazione di GNL del 23%, cioè 58 miliardi di metri cubi (bcm). I Paesi che hanno aggiunto di più sono Germania (16 bcm), Paesi Bassi (13 bcm), Turchia (7,7 bcm), Italia (7,5 bcm), Francia (6,5 bcm) e Finlandia (5 bcm). Nonostante la domanda in calo, molti Paesi europei stanno ancora pianificando investimenti in nuove infrastrutture di importazione di GNL. Ma l’IEEFA prevede che «Entro il 2030, che ciò potrebbe comportare l'inutilizzazione di tre quarti della capacità di importazione di GNL del continente».

E mentre in Russia e Ucraina si combatte e gli europei armano Kiev contro Mosca, dal rapporto riviene fuori il paradosso degli affari energetici col nemico: «L'Europa ha aumentato le sue importazioni di GNL russo dell'11% su base annua nel primo semestre del 2024. Ciò nonostante l'Ue punti a porre fine alla sua dipendenza dai combustibili fossili russi entro il 2027. Le importazioni di GNL russo in Francia sono aumentate del 110%, quelle in Spagna sono rimaste invariate e quelle in Belgio sono diminuite del 16%. Questi tre Paesi hanno rappresentato l'87% delle importazioni europee di GNL russo nel primo semestre del 2024».

A giugno, l'Ue ha accettato di vietare il trasbordo di GNL russo nei suoi porti e l'invio a Paesi terzi. Il divieto entrerà in vigore da marzo 2025. Ma nel primo semestre del 2024 l'Europa ha aumentato i suoi trasbordi di GNL dal terminale russo di Yamal del 15% anno su anno.

L’IEEFA conclude: «L'accordo di transito del gas naturale dell'Ucraina con la Russia scadrà alla fine di quest'anno. Poiché le importazioni di GNL dall'Europa continuano a diminuire, è improbabile che la sicurezza dell'approvvigionamento del continente ne risenta se l'accordo non viene prorogato. L'Europa ha ridotto le sue importazioni di GNL di 18 miliardi di metri cubi tra il primo semestre del 2023 e il primo semestre del 2024. Questa diminuzione è maggiore dei 14,6 miliardi di metri cubi di gas russo esportati in Europa tramite l'Ucraina nel 2023».

Umberto Mazzantini

Scrive per greenreport.it, dove si occupa soprattutto di biodiversità e politica internazionale, e collabora con La Nuova Ecologia ed ElbaReport. Considerato uno dei maggiori esperti dell’ambiente dell’Arcipelago Toscano, è un punto di riferimento per i media per quanto riguarda la natura e le vicende delle isole toscane. E’ responsabile nazionale Isole Minori di Legambiente e responsabile Mare di Legambiente Toscana. Ex sommozzatore professionista ed ex boscaiolo, ha più volte ricoperto la carica di consigliere e componente della giunta esecutiva del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.