Skip to main content

Eolico offshore, a che punto è l’avviso pubblico sui porti del Mezzogiorno?

Per contribuire a dar vita a una filiera industriale nazionale servono spazi, infrastrutture portuali e sistemi marittimi adeguati
 |  Nuove energie

Con la manifestazione d’interesse per individuare ed acquisire aree demaniali marittime da destinare alla realizzazione di infrastrutture per la produzione, l'assemblaggio e il varo di piattaforme galleggianti in attuazione di quanto previsto dall’articolo 8 del decreto legge 9 dicembre 2023, n. 181, (convertito con modificazioni dalla L. 2 febbraio 2024, n. 11), è stato pubblicato l’avviso pubblico per l’acquisizione, da parte delle Autorità di sistema portuale interessate, di manifestazioni di interesse per la individuazione di aree demaniali marittime con relativi specchi acquei esterni alle difese foranee, da destinare alla realizzazione di infrastrutture idonee a garantire lo sviluppo degli investimenti del settore della cantieristica navale per la produzione, l'assemblaggio e il varo di piattaforme galleggianti e delle infrastrutture elettriche funzionali allo sviluppo della cantieristica navale per la produzione di energia eolica in mare.

Come previsto dal citato avviso, dovranno essere individuati almeno due porti nel Mezzogiorno che rientrano nelle Autorità di sistema portuale o aree portuali limitrofe a quelle in cui sia in corso l’eliminazione graduale dell’uso del carbone. Le manifestazioni di interesse dovranno dettagliare, tra le altre, le attività proposte, le tempistiche di realizzazione e la fattibilità tecnico-economica degli interventi che si prevedono attuare. 

Nel merito è utile ricordare che il necessario sviluppo della filiera dell’eolico offshore parte dall’assemblaggio degli aerogeneratori la cui altezza media prevista, al momento attuale, oscilla tra i 120 e i 150 metri; la fase successiva è quella dello stoccaggio (in media i parchi eolici presentati sono previsti contenere da 15 e fino a 60 impianti) fino al momento del trasporto dell’aerogeneratore completo, vale a dire con rotore e pale (sfioriamo i 300 mt, quanto la torre Eiffel) per un peso complessivo che può arrivare fino a 6.000  tonnellate (parte emersa e parte flottante) per ogni singolo aerogeneratore. 

Dalle dimensioni appena indicate s’intuisce la necessità di disporre di spazi adeguati e di iniziare a pensare in termini concreti, attuando la realizzazione delle infrastrutture portuali necessarie, la predisposizione della filiera che, partendo dall’acciaio per costruire gli impianti offshore arrivi a definire le necessità del sistema marittimo occorrente per il posizionamento prima e la sorveglianza dopo degli stessi impianti una volta assemblate nelle rispettive aree assegnate per questa attività: rimorchiatori di adeguata potenza, supply vessel, etc. 

Dal nostro punto di vista queste sono i punti di maggior rilievo a cui dare risposte veloci ed operativamente efficaci quale viatico per lo sviluppo dell’intero comparto dell’eolico offshore.

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.