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Il governo laburista britannico blocca le nuove trivellazioni nel Mare del Nord

Ed Miliband: fare della Gran Bretagna una superpotenza energetica pulita
 |  Nuove energie

Il nuovo segretario di Stato (ministro) per la sicurezza energetica e le emissioni net zero del governo laburista del Regno Unito, Ed Miliband ha chiesto di non approvare le 76 richieste di licenze per l’estrazione di gas e petrolio nel Mare del Nord che dovevano essere approvate nelle prossime settimane nell'ambito del 33° ciclo di licenze offshore avviato dal governo conservatore britannico che ha subito un’umiliante sconfitta elettorale. Al momento dell'indizione delle elezioni, le gare per circa 35 aree del Mare del Nord erano ancora in attesa di una decisione da parte della North Sea Transition Authority (NSTA).
Il portavoce di Miliband ha confermato che «Non rilasceremo nuove licenze per esplorare nuovi giacimenti e non revocheremo le licenze esistenti per petrolio e gas. Gestiremo i giacimenti esistenti per l'intera durata della loro vita».
E’ probabile che le imprese petrolifere che avevano investito milioni di sterline per preparare le loro offerte ora intraprenderanno azioni legali contro il governo. Ma lo scontro tra petrolieri e Labour Party era già iniziato a giugno con l’adesione di centinaia di imprese dei combustibili fossili a una campagna contro le politiche green dei laburisti e anche il sindacato Unite aveva attaccato i laburisti con lo slogan "niente divieti senza un piano".
Ma Miliband aveva da tempo chiarito la sua opposizione al petrolio e al gas affermando già prima dell’indizione delle elezioni che «Le licenze per petrolio e gas non ridurranno i costi energetici per famiglie e aziende... non miglioreranno la sicurezza energetica e non offrono alcun piano per il futuro delle comunità energetiche offshore del Regno Unito. Questo garantirà che il Regno Unito rimarrà alla mercé dei petro-stati e dei dittatori che controllano i mercati dei combustibili fossili ed è del tutto incompatibile con gli impegni internazionali del Regno Unito in materia di cambiamenti climatici».
Inoltre Miliband e la nuova cancelliere Rachel Reeves si sono impegnati a opporsi all'aumento delle tasse sui profitti derivanti dalla produzione di petrolio e gas nel Regno Unito dal 75% al 78% e a tagliare le agevolazioni sugli investimenti del settore. Il discorso del Re di merco del 17 luglio dovrebbe chiarire dettagliatamente i piani del governo laburista per la tassazione del petrolio e del gas nel Regno Unito.
l’8 luglio, accettando l’incarico di Segretario di Stato per la sicurezza energetica e le emissioni net zero, Miliband aveva subito fatto c apire che ci sarebbe stata una svolta nella politica energetica e climatica britannica: «Il motivo per cui sono così emozionato di essere stato nominato per questo ruolo è perché parla direttamente alle passioni gemelle che continuano a motivarmi. Primo, risolvere la disuguaglianza economica che segna il Paese, e secondo, affrontare la crisi climatica che mette a repentaglio il nostro mondo. Il nostro dipartimento sarà al centro del programma del nuovo governo e guiderà una delle 5 missioni nazionali del Primo Ministro: fare della Gran Bretagna una superpotenza energetica pulita, con un'elettricità a zero emissioni di carbonio entro il 2030 e accelerare il nostro percorso verso le emissioni net zero. Famiglie e aziende in tutto il Paese stanno ancora lottando con bollette energetiche troppo alte, che si prevede aumenteranno di nuovo in autunno. In un mondo instabile, l'unico modo per garantire la nostra sicurezza energetica e tagliare le bollette in modo permanente è accelerare la transizione dai combustibili fossili all'energia pulita locale. Il compito del nostro dipartimento sarà quello di realizzare la nostra missione, in modo da rendere il Regno Unito indipendente dal punto di vista energetico, ridurre definitivamente le bollette energetiche, creare buoni posti di lavoro e affrontare la crisi climatica».
Poi Miliband ha elencato le sue priorità: realizzare la nostra missione per aumentare l'indipendenza energetica e ridurre le bollette attraverso l'energia pulita entro il 2030; riprendiamo il controllo della nostra energia con Great British Energy; riqualificare le case della Gran Bretagna e ridurre la povertà energetica attraverso il nostro Warm Homes Plan; difendere i consumatori riformando il nostro sistema energetico; creare buoni posti di lavoro nei centri industriali della Gran Bretagna, compresa una giusta transizione per le industrie basate nel Mare del Nord; guidare l’azione internazionale sul clima, basandosi sui nostri risultati nazionali.
Miliband ha concluso: «In linea con l'approccio del Primo Ministro, questo sarà un dipartimento guidato da una missione, che mobiliterà cittadini, imprese, sindacati, società civile e governi locali in uno sforzo nazionale, in cui tutti hanno un ruolo. Essendo stato Segretario di Stato per l'energia e il cambiamento climatico dal 2008 al 2010, arrivare al dipartimento è come tornare a casa. All'epoca, ho visto in prima persona il brillante lavoro svolto dai dipendenti pubblici e so quanto duramente hanno lavorato per il Paese negli anni successivi. La pubblica amministrazione è una delle grandi istituzioni della Gran Bretagna e non vedo l'ora di lavorare con loro per cambiare il nostro Paese in meglio».

Umberto Mazzantini

Scrive per greenreport.it, dove si occupa soprattutto di biodiversità e politica internazionale, e collabora con La Nuova Ecologia ed ElbaReport. Considerato uno dei maggiori esperti dell’ambiente dell’Arcipelago Toscano, è un punto di riferimento per i media per quanto riguarda la natura e le vicende delle isole toscane. E’ responsabile nazionale Isole Minori di Legambiente e responsabile Mare di Legambiente Toscana. Ex sommozzatore professionista ed ex boscaiolo, ha più volte ricoperto la carica di consigliere e componente della giunta esecutiva del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.