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Il “riformista” Masoud Pezeshkian è il nono presidente dell'Iran

Punta a riaprire i colloqui sul nucleare con gli occidentali e a migliorare i diritti civili
 |  Nuove energie

Dopo l’incidente in elicottero che il 19 maggio è costato la vita dell’ex capo di Stato, il conservatore Ebrahim Raisi lo scorso 19 maggio, e dopo il primo turno ha visto prevalere a sorpresa il “riformista” moderato Masoud Pezeshkian con 10.415,191 di voti, seguito dall’iperconservatore Saeed Jalili con 9.473,298, l'Iran è tornato a votare per scegliere il prossimo presidente della Repubblica Islamica e Pezeshkian è stato eletto nono presidente dell’Iran (dopo la rivoluzione islamica) con 16.384.403 voti su un totale di 30. 530.157.
Uno smacco per la destra islamista e il Consiglio dei Guardiani dell'Iran, un collegio di chierici e giuristi che detiene potere di veto sulle leggi approvate dal Parlamento e determina chi può candidarsi a una carica nella Repubblica Islamica, che avevano eliminato con diverse motivazioni tutti i candidati riformisti e progressisti e lasciato il solo Pezeshkian a fronteggiare uno stuolo di candidati fedeli agli ayatollah.
D’altronde era difficile escludere dalla gara elettorale Pezeshkian, un cardiochirurgo prestato alla politica che è stato ministro della Salute negli anni 2000 e di primo vicepresidente del parlamento dal 2016 al 2020. Jalili era invece il negoziatore di Teheran sul nucleare con il G5+1 (Cina, Francia, Gran Bretagna, Russia, Usa e Germania). La vitoria del candidato “riformista” è stata resa possibile grazie al voto di una parte degli ele ttori delusi del primo turno che hanno visto al secondo turno la possibilità di dare una lezione ai conservatori votando Pezeshkian che però ha una lunga carriera politica all’interno del Majles, l’Assemblea consultiva islamica, dove ha rappresentato il collegio elettorale di Tabriz, Azarshahr ed Esko per 5 mandati ed è stato anche vicepresidente del decimo mandato del parlamento islamico iraniano.
Lo slogan elettorale di Pezeshkian era "Per l'Iran", con un programma concentrato sulla realizzazione della giustizia sociale, l’unità nazionale e la coesione sociale ma anche l’attuazione del "Settimo Programma di Sviluppo" dell'Iran secondo le politiche dell'Imam Khamenei, leader della Rivoluzione Islamica.
Pezeshkian ha anche promesso che formerà un comitato "lazo" (comitato di monitoraggio del governo) e questo sarà un ponte tra il popolo, il governo e la sovranità.
A Pezeshkian è andata la stragrande maggioranza dei voti degli iraniani all’estero che al secondo turno hanno votato il 20% in più rispetto al primo turno.
Nel suo primo messaggio alla televisione nazionale dopo la vittoria elettorale, Pezeshkian ha ringraziato «Gli iraniani che hanno votato con amore e per aiutare il Paese. Tendereremo la mano dell'amicizia a tutti, siamo tutti popolo di questo Paese, dobbiamo servire tutti per il progresso. Caro popolo dell'Iran, le elezioni sono finite e questo è solo l'inizio della nostra unione. Il difficile cammino che ci attende non sarà agevole se non con la vostra compagnia, empatia e fiducia. Vi tendo la mano e giuro sul mio onore che non vi lascerò soli su questo cammino. Non lasciatemi solo».
Il nuovo presidente della Repubblica Islamica è favorevole a una ripresa delle relazioni con gli Stati Uniti e a riprendere i negoziati sull'accordo nucleare del 2015 che prevedeva che l'Iran limitasse il suo programma nucleare in cambio della riduzione delle sanzioni occidentali. Inoltre Pezeshkian sostiene un allentamento delle restrizioni sociali e un atteggiamento più indulgente nei confronti dell’uso obbligatorio dell’hijab da parte delle donne.
Durante i dibattiti per il ballottaggio presidenziale, Pezeshkian ha sottolineato l'importanza di mantenere le promesse come fattore fondamentale per il mantenimento degli standard morali e a sottolineato l'importanza di «Mostrare rispetto verso gli individui, di garantire che le loro voci vengano ascoltate e di promuovere azioni basate su principi di giustizia e rettitudine», sottolineato «Il ruolo cruciale della fiducia nel far progredire la nazione, e l'onestà è essenziale per coltivare la fiducia tra la popolazione». Ha anche ribadito il principio guida della politica estera dell’Iran: "Né Oriente né Occidente" e l'impegno del suo governo nel promuovere gli interessi nazionali nell'ambito della politica estera. Per questo ha sottolineato l'importanza di «Dare priorità alle relazioni con le nazioni vicine e di espandere i collegamenti globali per favorire la crescita del Paese e di diversificare le opzioni di politica estera per migliorare il commercio e l'impegno».
Pezeshkian ha nominato ministro degli esteri Javad Zarif (che era stato licenziato dalla destra islamica al potere), ma si è impegnato a rispettare le direttive del leader dell'Iran, l'ayatollah Ali Hosseini Khamenei.
E Khamenei. ha risposto con un messaggio che mette i confini dal prossimo mandato del nuovo presidente della Repubblica Islamica dell’Iran, ma lo fa anche con qualche timido riconoscimento e q con qualche prudentissima apertura: «In nome di Dio. Lode a Dio, il Signore dei mondi, e pace e benedizioni siano sul nobile Profeta Muhammad e la sua immacolata famiglia. Grazie al caro e misericordioso Dio, che con la sua volontà e il suo permesso, la grande nazione dell’Iran ha avuto una grande partecipazione sulla scena delle elezioni presidenziali in un breve periodo previsto dalla legge. Si sono tenute due tornate delle elezioni libere e trasparenti in due venerdì consecutivi, una votazione questa che era dovuta alla triste e tragica perdita del defunto presidente, martire Raisi e scegliere il suo successore tra diversi candidati con la maggioranza dei voti. Gli stimati funzionari elettorali hanno svolto i loro compiti con la necessaria rapidità e piena fiducia, e la cara nazione è scesa in piazza con il senso di responsabilità, dando vita alle elezioni calde ed appassionate e hanno accumulato i fondi elettorali in due fasi con oltre 55 milioni voti. Questa grande mossa per affrontare il tumulto provocato dall’uomo del boicottaggio delle elezioni, che i nemici della nazione iraniana avevano lanciato per indurre disperazione e stallo, è un lavoro brillante e indimenticabile, e tutti gli onorevoli candidati e tutti coloro che hanno lavorato giorno e notte per settimane per la vittoria di ciascuno di loro condividono il suo onore e la sua ricompensa. Ora la nazione iraniana ha eletto il suo presidente. Congratulandomi con la nazione, con il presidente eletto e con tutti gli attivisti di questa scena delicata, in particolare con i giovani appassionati delle sedi elettorali dei candidati, raccomando a tutti di cooperare e pensare bene per il progresso e la crescente dignità del Paese. E’ opportuno che i comportamenti competitivi durante le elezioni si trasformino in norme di amicizia e che tutti si impegnino al meglio delle proprie possibilità per la prosperità materiale e spirituale del Paese.
Raccomando inoltre al Presidente eletto, Dott. Dott. Bizikian, di confidare in Dio Misericordioso e di guardare avanti verso orizzonti lunghi e luminosi, e nella continuazione del cammino del Martire Raisi, di valorizzare al massimo le molteplici capacità del paese, in particolare le risorse umane giovani, rivoluzionarie e fedeli, per il conforto della gente e il progresso del paese. Ancora una volta, pongo il fronte della gratitudine alla porta dell'Altissimo e onorando la memoria dei martiri e Imam dei martiri e a tutti gli onorevoli candidati e attivisti nel campo elettorale che hanno avuto un ruolo in questo momento critico, e vorrei anche ringraziare i media nazionali e le guardie di sicurezza del paese e gli organi esecutivi e di monitoraggio elettorale.

Umberto Mazzantini

Scrive per greenreport.it, dove si occupa soprattutto di biodiversità e politica internazionale, e collabora con La Nuova Ecologia ed ElbaReport. Considerato uno dei maggiori esperti dell’ambiente dell’Arcipelago Toscano, è un punto di riferimento per i media per quanto riguarda la natura e le vicende delle isole toscane. E’ responsabile nazionale Isole Minori di Legambiente e responsabile Mare di Legambiente Toscana. Ex sommozzatore professionista ed ex boscaiolo, ha più volte ricoperto la carica di consigliere e componente della giunta esecutiva del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.