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Gli effetti del cambiamento climatico sulle balene e quelli a cascata sulla vita marina

Si sono accorciate le balene grigie

Dal 200 a oggi gli esemplari della popolazione della costa del Pacifico sono diventati più corti del 13%
 |  Natura e biodiversità

Secondo il nuovo studio “Modeling individual growth reveals decreasing gray whale body length and correlations with ocean climate indices at multiple scales” pubblicato su Global Change Biology da un team di ricercatori di University of St Andrews, Oregon State University (OSU) e Ursinus College, a partire dal 2000, le balene grigie (Eschrichtius robustus) che trascorrono le loro estati nutrendosi nelle acque poco profonde al largo della costa nord-occidentale del Pacifico hanno subito un significativo calo della lunghezza del corpo. E i ricercatori avvertono che «Le dimensioni più piccole potrebbero avere conseguenze importanti sulla salute e sul successo riproduttivo delle balene colpite e fanno suonare anche campanelli d’allarme sullo stato della rete alimentare in cui coesistono».
Uno degli autori dello studio, Kevin Bierlich del Geospatial Ecology of Marine Megafauna Laboratory (GEMM) del Marine Mammal Institute dell’OSU, sottolinea che «Questo potrebbe essere un segnale di allarme precoce che l'abbondanza di questa popolazione sta iniziando a diminuire, o che non è sana. E le balene sono considerate sentinelle dell'ecosistema, quindi se la popolazione di balene non sta bene, questo potrebbe dire molto sull'ambiente stesso."
Lo studio ha esaminato il Pacific Coast Feeding Group (PCFG), un piccolo sottoinsieme di circa 200 balene grigie all’interno della più ampia popolazione del Pacifico settentrionale orientale (ENP) composta da circa 14.500 esemplari. Questo sottogruppo resta più vicino alla costa dell'Oregon, nutrendosi in acque meno profonde e più calde rispetto ai mari artici dove gran parte della popolazione di balene grigie trascorre la maggior parte dell'anno.
Lo studio “Downsized: gray whales using an alternative foraging ground have smaller morphology”, pubblicato nell’agosto 2023 su Biology Letters da un team di ricercatori dell’Osu guidato da Bierlich, ha dimostrato che le balene di questo sottogruppo sono più piccole e in condizioni fisiche complessivamente peggiori rispetto alle loro controparti ENP. Lo studio attuale rivela che negli ultimi decenni si sono accorciate.
il GEMM studia questo sottogruppo di balene grigie dal 2016, facendo volare droni sulle balene per misurarne le dimensioni. Utilizzando le immagini del periodo 2016-2022 di 130 balene individuali con età nota o stimata, i ricercatori hanno determinato che «Si prevede che una balena grigia adulta nata nel 2020 raggiunga una lunghezza corporea da adulta pari a 1,65 metri (circa 5 piedi e 5 pollici) più corta di una balena grigia nata prima del 2000. Per le balene grigie PCFG che raggiungono i 38-41 piedi di lunghezza alla piena maturità, questo rappresenta una perdita di oltre il 13% della loro lunghezza totale».
Se la stessa tendenza dovesse verificarsi negli esseri umani, sarebbe come se l’altezza media delle donne americane si riducesse da 5 piedi e 4 pollici a 4 piedi e 8 pollici nel corso di 20 anni.
L’autore principale del nuovo studio, Enrico Pirotta del Centre for Research into Ecological and Environmental Modelling dell’ University of St Andrews, ridenzia che «In generale, la dimensione è fondamentale per gli animali. Influisce sul loro comportamento, sulla loro fisiologia, sulla loro life history e ha effetti a cascata per gli animali e per la comunità di cui fanno parte. I cuccioli di balena che sono più piccoli in età di svezzamento potrebbero non essere in grado di far fronte all’incertezza che deriva dall’essere nuovamente indipendenti, il che può influenzare i tassi di sopravvivenza».
E per le balene grigie adulte uno di maggiori problemi è il successo riproduttivo. Bierlich spiega ancora: «Dato che sono più piccole, ci sono dubbi su quanto efficacemente queste balene grigie PCFG possano immagazzinare e allocare energia per crescere e mantenere la propria salute. E’ importante sottolineare che bisogna capire se sono in grado di dedicare abbastanza energia alla riproduzione e a mantenere la popolazione in crescita?»
Visto che molte delle balene PCFG hanno cicatrici causate da urti con barche e impigliamenti con attrezzi da pesca, i ricercatori temono che le dimensioni corporee più piccole, con riserve di energia inferiori, possano rendere le balene meno resistenti agli infortuni.
Lo studio ha anche esaminato i modelli dell’ambiente oceanico che probabilmente regolano la disponibilità di cibo per queste balene grigie al largo della costa del Pacifico, monitorando i cicli di “upwelling” e “relaxation” nell’oceano. L’upwelling porta i nutrienti dalle regioni dell’oceano più profonde a quelle meno profonde, mentre i periodi di relaxation consentono poi a questi nutrienti di rimanere nelle aree meno profonde, dove la luce consente la crescita del plancton e di altri minuscoli organismi, incluse le prede delle balene grigie.
L’autore senior dello studio, Leigh Torres direttore del GEMM Lab dell’OSU. fa notare che «Senza un equilibrio tra upwelling e relaxation, l’ecosistema potrebbe non essere in grado di produrre abbastanza prede per sostenere le grandi dimensioni di queste balene grigie». E pirotta conferma che «I dati mostrano che le dimensioni delle balene sono diminuite in concomitanza con i cambiamenti nell’equilibrio tra tra upwelling e relaxation. Non abbiamo esaminato in modo specifico il modo in cui il cambiamento climatico sta influenzando questi modelli, ma in generale sappiamo che il cambiamento climatico sta influenzando l'oceanografia del Pacifico nord-orientale attraverso cambiamenti nei modelli dei venti e nella temperatura dell'acqua. E questi fattori e altri influenzano le dinamiche di upwelling e relaxation nell'area».
Verificato che le dimensioni corporee delle balene grigie PCFG stanno diminuendo, il team di ricercatori - che comprende anche Lisa Hildebrand, Clara Bird e Alejandro Ajó dell'OSU e Leslie New dell'Ursinus College in Pennsylvania - si sta facendo molte nuove domande sulle conseguenze a valle di questo declino e sui fattori che potrebbero contribuirvi.
Bierlich conclude: «Stiamo andando verso la nostra nona stagione sul campo studiando questo sottogruppo PCFG. Si tratta di un formidabile dataset che ci consente di rilevare i cambiamenti nelle condizioni corporee ogni anno, quindi ora stiamo esaminando i fattori ambientali che determinano tali cambiamenti».

Umberto Mazzantini

Scrive per greenreport.it, dove si occupa soprattutto di biodiversità e politica internazionale, e collabora con La Nuova Ecologia ed ElbaReport. Considerato uno dei maggiori esperti dell’ambiente dell’Arcipelago Toscano, è un punto di riferimento per i media per quanto riguarda la natura e le vicende delle isole toscane. E’ responsabile nazionale Isole Minori di Legambiente e responsabile Mare di Legambiente Toscana. Ex sommozzatore professionista ed ex boscaiolo, ha più volte ricoperto la carica di consigliere e componente della giunta esecutiva del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.