Orsi in Trentino: l'esame autoptico di F36 era di un altro esemplare?
Continua la battaglia legale di LNDC Animal Protection, LAV e Wwf Italia per difendere gli orsi e la legalità e questa volta l’accusa alla Provincia autonoma di Trento (PAT) guidata dal leghista Fugatti è clamorosa. Infatti, le associazioni hanno depositato le memorie presso il Consiglio di Stato riguardo al ricorso presentato per la vicenda dell’orsa F36, trovata morta in circostanze poco chiare a settembre dell’anno scorso dopo che su di lei pendeva un mandato di uccisione da parte del Presidente della Provincia Autonoma di Trento.
Animalisti e ambientalisti ricordano che «A ottobre, il TAR di Trento aveva dichiarato l’improcedibilità dei ricorsi presentati dalle Associazioni contro i decreti del Presidente Fugatti dato che l’orsa era ormai deceduta. Le organizzazioni di protezione animali, però, si erano appellate al Consiglio di Stato contro questa decisione del TAR, chiedendo anche che il più alto organo di giustizia amministrativa prendesse una posizione sulla legittimità costituzionale della politica portata avanti dall’amministrazione locale trentina sulla gestione di una specie importante come l’orso».
Gli avvocati Michele Pezone e Paolo Letrari, che stanno seguendo la vicenda per conto di LAV, LNDC Animal Protection e Wwf Italia, hanno dichiarato che «A seguito di questo appello, la PAT ha presentato un esame autoptico del 19/6/2023 di un orso morto per cause naturali che non può essere l’orsa F36, ritrovata morta in data 27/9/23. Pertanto, non essendovi ancora contezza certa delle cause della morte dell’orsa F36, permane il sospetto che l’ingiustificata enfatizzazione della asserita pericolosità di questo esemplare d’orsa possa avere determinato la sua morte per mano dell’uomo. Tra dieci giorni vedremo quali saranno le repliche della PAT a queste nostre argomentazioni, poi resteremo in attesa della sentenza del Consiglio di Stato».
Le associazioni concludono: «E’ avvilente e preoccupante vedere una pubblica amministrazione che davanti al massimo organo di giustizia amministrativa presenta una documentazione che non ha nulla a che fare con il caso in discussione. Forse si tratta semplicemente di una svista o forse si tratta di un maldestro tentativo di confondere le acque, effettuato nella speranza che nessuno si accorgesse del fatto che l’esame autoptico depositato era stato svolto ben 3 mesi prima della morte di F36. In entrambi i casi, dobbiamo prendere atto dell’atteggiamento di negligenza portato avanti dalla PAT a discapito della legalità e della tutela degli animali e dell’ambiente, di cui gli orsi sono parte integrante. Del resto, in un’intervista pubblica, lo stesso Fugatti ha dichiarato apertamente che non si preoccupa del benessere degli animali. Tutto questo però non è accettabile e non resteremo a guardare».