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Tartadogs alla riscossa. Squadre a 6 zampe alla ricerca dei nidi di Caretta caretta

Un’iniziativa di Life Turtlenest che vede la collaborazione di ENCI Ente Nazionale Cinofilia Italiana e Legambiente
 |  Natura e biodiversità

Quest’anno in Italia la Giornata Mondiale delle Tartarughe Marine (16 giugno) verrà celev brata all’insegna di una nuova alleanza tra specie: a partire da quest’ estate i litorali italiani vedranno la presenza dei Tartadogs, i cani per la ricerca dei nidi di tartaruga marina: un’innovativa forma di collaborazione tra esseri umani e animali per lavorare insieme alla salvaguardia della biodiversità.

E’ un’iniziativa che si svolge nell’ambito del progetto Life Turtlenest, cofinanziato dall’Unione europea e coordinato da Legambiente, finalizzato al miglioramento della conservazione della tartaruga marina comune (Caretta caretta) in Italia, Spagna e Francia, attraverso attività di monitoraggio, messa in sicurezza dei nidi, ricerca scientifica e campagne di informazione e sensibilizzazione. Partecipano al progetto europeo anche la Stazione zoologica Anton Dhorn; Ispra; Università La Sapienza di Roma; Università di Barcellona; BETA Technological Centre (UVic-UCC); ENCI Ente Nazionale Cinofilia Italiana; Cest Med; Regione Basilicata, Regione Campania, Regione Puglia, Regione Lazio, Agenzie per la protezione ambientale della Toscana. Oltre alle regioni italiane bagnate dal mar Tirreno (Basilicata, Puglia, Campania, Sicilia, Lazio, Sardegna e Toscana) Life Turtlenest interverrà nella regione francese Camargue, in Costa Azzurra e in Corsica e nelle regioni spagnole di Catalogna, Murcia, Andalusia, Isole Baleari e Valencia.    

Legambiente spiega che «Da fine giugno in Toscana, Lazio, Campania, Puglia e Calabria, le unità cinofile dell’ENCI, ognuna composta da un conduttore e un cane appositamente addestrato, affiancheranno il personale esperto, autorizzato dal Ministero dell’Ambiente, pronto a intervenire una volta individuato il nido, alla sua messa in sicurezza. Nello specifico l’attività dei Tartadogs è quella di velocizzare e ottimizzare l’individuazione dei nidi, laddove non siano presenti altri elementi esterni che ne permettano il riconoscimento a livello visivo, così da localizzare le uova che necessitano di protezione o ricollocazione. Infatti, le uova possono essere sepolte fino a un metro di profondità sotto la sabbia: un ostacolo anche per il più vigile occhio umano, ma un fatto che non rappresenta nessun ostacolo per il formidabile fiuto dei cani».   

L’attività, basata su linee guida create proprio da Legambiente ed Enci, è un vero e proprio unicum a livello europeo, che vede un precedente soltanto in un singolo esperimento svolto negli Stati Uniti, in Florida, con un unico cane addestrato, come testimonia un articolo pubblicato sulla rivista scientifca Plos One. Ed è proprio questa l’assoluta novità italiana: la squadra di Tartadogs è composta da quattro cani, accompagnati da relativi conduttori, preventivamente selezionati e che hanno svolto per diversi mesi un addestramento specifico e regolare.  

Nino Morabito, responsabile nazionale fauna e benessere animale di Legambiente, sottolinea che «Anni di proficua collaborazione tra Legambiente ed ENCI sono oggi pienamente valorizzati nel progetto LIFE Turtlenest e i primi quattro Tartadogs ne sono segno tangibile  L’aver messo al centro il benessere animale unitamente all'approccio scientifico e al rigore di progress test per la validazione del percorso formativo impostato sono la migliore base per progetti innovativi a tutela di animali, persone, salute e ambiente». 

Si tratta di quattro unità (formate da un tartadog con conduttore) di tre razze diverse: due labrador (un maschio e una femmina), un Pastore Olandese e uno Springer Spaniel. Tutti i cani hanno, come i loro conduttori (due donne e due uomini), età ed esperienze differenti, ma pur nella diversità, il percorso formativo effettuato porterà le unità a poter restituire risultati e prestazioni omogenei. Ovviamente, l’attività prevede che il benessere dei Tartadogs venga garantito. Infatti, le unità cinofile lavoreranno solo nelle primissime ore del giorno, quando le temperature sono ancora miti e adeguate alla ricerca. Inoltre, le modalità di attività sono tutte basate sul gioco tra conduttore e cane.  

Durante la stagione, Legambiente ed Enci osserveranno le squadre in azione raccogliendo dati e informazioni, per poi confermare o eventualmente modificare le linee guida del protocollo, proprio secondo il percorso più corretto dell’approccio scientifico. Da questa sperimentazione, verrà prodotta poi una pubblicazione dedicata alla formazione delle unità cinofile nella detection dei nidi di tartaruga marina. Inoltre, a partire da questo lavoro, Enci, insieme a Legambiente ed ISPRA, darà vita alla prima scuola europea per le unità cinofile da conservazione, che partirà dal prossimo autunno. 

Nel frattempo, però, Legambiente presenterà i Tartadogs in occasione delle tappe di Goletta Verde in Toscana all’inizio di luglio e in Puglia alla fine dello stesso mese. 

Il presidente ENCI,  Dino Muto, conclude: «Siamo orgogliosi dei risultati ottenuti che nascono dall’aver sempre a cuore e cura dei nostri amici a quattro zampe, del prezioso lavoro dei loro allevatori e addestratori, dei bisogni dei cittadini e della difesa dell'ambiente - commenta - Oggi le molteplici professionalità, competenze e alleanze, come quella consolidata con Legambiente, consentono ad ENCI di essere partner e portare con successo la cinofilia italiana nelle più innovative progettualità ed esperienze a livello mondiale». 

Redazione Greenreport

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