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Costa Concordia, l'isola del Giglio due anni dopo il naufragio

 |  Natura e biodiversità

A due anni da quel tragico 13 gennaio 2011, la Costa concordia è ancora un’ingombrante presenza. Affondata, anche se raddrizzata, a pochi passi dagli scogli dell’isola del Giglio che per l’anniversario doloroso di quella tragedia si è ripopolata di autorità e giornalisti di tutto il mondo, con il gossip sul comandante Schettino che rischia di mettere in ombra (anzi lo ha già fatto) le vere ragioni e colpe di quel naufragio.

La cerimonia è iniziata alle 11,00 con una  messa nella chiesa di Giglio Porto dove quella notte molti naufraghi trovarono il primo rifugio. Poi c’è stato il lancio di una corona di fiori in mare davanti al relitto. Si prosegue alle 18,00 a Giglio Castello un concerto di archi e  alle 21,30 con  la processione con fiaccolata fino alla lapide al molo rosso e una preghiera per le vittime..

Al Giglio stamani c'era anche il ministro dell'ambiente Andrea Orlando, per ricordare le 32 vittime ma anche per dire che «Si continua a lavorare per rimuovere la nave e proteggere l'ambiente di un'isola e di un arcipelago che sono patrimonio dell'intero Mediterraneo».  Orlando ha ribadito che il naufragio della Costa Concordia «Insegna come superficialità e incompetenza creano danni incredibili e che di fronte ad una situazione di emergenza la risposta migliore è quella della competenza e trasparenza, come è stato per il Giglio e la Concordia».

Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha detto di essere fiducioso, constatando che «I lavori procedono senza interruzione, notte e giorno, nella cittadella costruita attorno al relitto e che brulica di attività notte e giorno» e per questo  convinto che «Alla fine si riuscirà a portare via la carcassa della Costa Concordia spiaggiata a Punta Gabbianara. Anzi, questo, deve continuare ad essere l'impegno e lo è sicuramente per la Regione: per togliere questa presenza dolorosa e incombente e far tornare l'isola e i suoi abitanti alla loro serenità e ai loro normali tempi di vita».

In una nota la Regione spiega perché nel cantiere attorno al relitto l'attività è meno evidente: il personale è impegnato per lo più all'interno della nave e senza necessità di grandi attrezzature nel porto: «Si lavora inoltre altrove, a predisporre le strutture che serviranno, presumibilmente ad aprile, ad agganciare sul lato di dritta, quello per una anno e mezzo è rimasto schiacciato sul fondale, i cassoni che serviranno a farla rigalleggiare: sia che la scelta sia di trainarla così fino al porto di destinazione, sia che venga deciso di portarla in un fondale di almeno trenta metri e poi sollevata e caricata sulla nave semisommergibile Vanguard per accompagnarla al luogo in cui sarà rottamata. A quel punto basterebbe un porto, si dice, con poco più di undici metri di fondale».

Fino ad oggi l’operazione di recupero della Concordia è costata a Costa Crociere ed  alle assicurazioni inglesi più di 600 milioni di euro e lo smantellamento probabilmente avrà una ricaduta diretta di almeno altri 30 milioni sull'economia del territorio dove verrà realizzato e la  commessa inoltre darà lavoro per un paio di anni ad almeno 200 persone. E’ per questo che la fila dei pretendenti nazionali ed internazionali si allunga.  Ma per Rossi Piombino resta ancora la soluzione migliore e conferma quanto detto dopo la conferenza stampa di minisero, Protezione Civile e Costa crociere del 10 gennaio a Roma: «Sono d'accordo con il ministro Orlando. E' necessario che la rottamazione della Costa Concordia sia fatta in Italia.  Noi lavoreremo per questo e perché la scelta cada sul porto di Piombino. Sono convinto che questa sarebbe la soluzione migliore sia dal punto di vista ambientale che economico. Piombino del resto è il porto più vicino, distante appena 32 miglia, e si sta attrezzando».

Rossi ha elencato tre buoni motivi per portare il relitto della Costa Concordia a Piombino: «E’ la scelta migliore perché è il porto più vicino e da un punto di vista ambientale garantisce quindi più sicurezza. Lì la nave, trascinata, potrebbe arrivare in un giorno e mezzo. Piombino ha anche competenze e tradizione adeguate. E poi se devono esserci ricadute economiche sarebbe bene che fossero in Toscana, che il disastro e il naufragio l'ha subito. La situazione è sotto controllo, ma il danno c'è stato».

Il presidente della Toscana ha annunciato che la prossima settimana ci sarà una riunione per decidere come alzare intanto la linea di galleggiamento della nave, alleggerendola magari di alcune parti superficiali. D'accordo con la protezione civile nazionale.

Dal canto suo, l'Osservatorio di monitoraggio sulla Costa Concordia aspetta il progetto, con tutti i dettagli, per la rimessa in galleggiamento e la rimozione della nave dall'isola del Giglio, ma forse    i progetti e i piani che saranno presentati potrebbero essere più di uno, e come destinazione, insieme a Piombino, ci sono proposte di altri 11  porti e società che hanno risposto al bando deall'armatore, con in lizza anche Cina, Francia, Gran Bretagna, Norvegia e Turchia.

La presidente dell’Osservatorio,  Maria Sargentini, sottolinea: «Abbiamo indicato le condizioni del progetto ad ottobre, subito dopo il parbuckling. Probabilmente il progetto ci sarà consegnato entro marzo. Il progetto compiuto che dia ragione dei tempi, dei modi e delle misure di prevenzione e mitigazione ambientale messe in atto,  è essenziale per valutare ed autorizzare l'allontanamento della nave in condizioni di sicurezza della nave dal Giglio», Autorizzazione che spetta non solo all’l'Osservatorio ma anche la Regione.

Redazione Greenreport

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