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La Russia "liberalizza" le esportazioni di gas naturale liquefatto. Artico ancora più a rischio

 |  Natura e biodiversità

La Duma, la Camera bassa del parlamento federale della Russia, ha adottato oggi in terza lettura la legge che da il via alla liberalizzazione delle esportazioni di gas naturale liquefatto (Gnl). La legge entrerà in vigore il primo dicembre.

Ria Novosti spiega che secondo la legge «Il diritto di esportare Gnl sarà accordato alle imprese la cui licenza prevede la costruzione di un impianto di liquefazione, così come alle società a partecipazione pubblica superiore al 50% che sfruttano dei giacimenti di gas situati nelle acque territoriali russe, comprese le piattaforme continentali del Paese».

A parte che la “liberalizzazione”  ha diversi paletti, non si tratta certo di buone notizie per l’Artico e per chi lo difende: i russi rivendicano diritti sulla piattaforma continentale che si estende fino al Polo nord e la nuova legge rappresenta un evidente incentivo per imprese straniere e statali a trivellare l’Eldorado gasiero dei pericolosissimi pericolosi mari artici ed orientali russi.

La legge impegna anche gli esportatori di Gnl ad informare regolarmente il mistero dell’energia sul volume dei loro contratti.  Ma comunque la nuova legge toglie a Gazprom il  monopolio dell’esportazione del Gnl ed allarga sensibilmente la platea delle imprese autorizzate ad esportare questo tipo di gas, cosa che dovrebbe rafforzare la presenza russa sul mercato globale del Gnl e stabilizzare i prezzi, almeno a sentire i russi.

Redazione Greenreport

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