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Uomini, bambini, insetti e altri animali

Si sono trovati molti rimedi per evitare i danni che gli insetti possono arrecare all’uomo, ma questa battaglia ci si sta rivoltando contro: in 25 anni abbiamo estinto il 75% delle specie presenti sul pianeta da milioni di anni
 |  Natura e biodiversità

Partiamo dagli animali più semplici, gli insetti, evolutivamente i più antichi, che sono apparsi sulla Terra milioni di anni prima di noi.

Nonostante questa lunga permanenza sul nostro Pianeta, solo negli ultimi 25 anni abbiamo fatto scomparire il 75% di tutte le loro specie, quando in molte culture umane del passato gli insetti venivano rappresentati persino come dèi.

I sopravvissuti, sono più o meno ancora tali e quali, a come erano alle loro origini all’epoca della loro divinizzazione. Dunque, una parte di loro è riuscita a sopravvivere, nonostante tutto (inquinamento, sconvolgimenti climatici causati dall’uomo, gas serra e utilizzo su larga scala degli insetticidi e altre sostanze tossiche), evolvendo alcune caratteristiche e dando origine a nuove specie e sottospecie.

Qual è il rapporto che ora noi uomini abbiamo con loro? Certamente molto ambiguo. Al di là delle riflessioni psicologiche che noi uomini facciamo su di loro, sul loro continuo ritorno con tutto il carico di significato nei nostri sogni, spesso terrificanti, kafkiani, vediamo, per esempio, come i bambini si relazionano con loro.

Molti amano catturali, metterli nei barattoli di vetro, vederli da vicino, magari dando loro del cibo, certamente non adatto alla loro sopravvivenza. I bambini ci giocano. Pensiamo per esempio ai maggiolini (Cetonia aurata) che ora praticamente sono scomparsi: li catturano, li seviziano e li uccidono, provocando il ribrezzo degli adulti, quando in passato da bambini l’abbiamo fatto quasi tutti.

Noi uomini abbiamo dei rapporti molto stretti con gli insetti, nonostante la distanza tassonomica che abbiamo con loro. Che siano più o meno pericolosi, con loro condividiamo tutto e questo ha un significato evolutivo molto importante e spesso utile per noi esseri umani (pensiamo solo all’utilità delle api mellifere), anche se quasi sempre sono indesiderati.

Pensiamo alle conseguenze della scomparsa delle api dalla Terra! Sarebbe la catastrofe ecologica più grave del nostro secolo. A parte le api, è solo per una questione igienica che non li vogliamo o c’è qualcos’altro di più antico, un legame simbiotico di cui non siamo pienamente coscienti?

Come si accennava, gli insetti infatti ricorrono spesso nei nostri sogni, quindi quando siamo incoscienti. Chi non ha mai sognato degli scarafaggi o delle formiche rosse che non riusciamo a uccidere, che non muoiono anche se li schiacciamo e che invadono il nostro letto o che addirittura penetrano nella nostra pelle e succhiano il nostro sangue? Chi non ha mai fatto sogni terrificanti di questo genere?

Vorremmo sterminarli, ma non funziona quasi mai, e il nostro sogno diventa un incubo dal quale possiamo liberarci solo con il risveglio e quindi ritornando in piena coscienza.

Carl Gustav Jung chiamò questa reazione “ricostruzione regressiva della persona”, un’impotenza della nostra volontà, l’Io che viene paurosamente insidiato. Jung potrebbe aver ragione, ma è proprio necessario, in questo caso, parlarne?

Non potrebbero esserci spiegazioni meno complesse. Gli insetti, anche se non tutti, sono sempre stati un pericolo per noi esseri umani, questo è vero. Chi vorrebbe trovarsi con un calabrone incattivito dentro la nostra macchina quando andiamo in autostrada a 140 chilometri orari?

Inoltre, alcuni insetti, in questo caso non propriamente insetti, e sono ancora più piccoli del più piccolo degli insetti, sono portatori di malattie; pensiamo alle patologie batteriche, come la salmonellosi e la brucellosi e a quelle provocate dai virus (Hiv, Covid eccetera), alle epidemie (peste, colera eccetera) o alle malattie trasmesse dalle zanzare, dalle zecche e dai pidocchi, e infine dai ratti, come spesso è avvenuto in passato e sta avvenendo anche oggi. Quindi, è vero che diverse malattie ci vengono trasmesse dagli animali, ma è anche vero il contrario (si chiama zoonosi).

A molti animali noi possiamo trasmettere virus e batteri mortali per loro (un esempio è il passaggio, anche di un semplice raffreddore,mortale per gli scimpanzé e per molte altre scimmie) e quindi non è sempre detto che a essere vittime della zoonosi siano sempre gli esseri umani.

Molti insetti sono una catastrofe per i campi di cereali (mais, grano, girasole eccetera) come nel caso delle invasioni delle cavallette o delle termiti che distruggono tutto o delle vespe che suggono la frutta (pesche, albicocche, susine, uva eccetera) appena matura sulle piante.

Cavallette, termiti e vespe sono animali piuttosto piccoli anche se numerosi, eppure dovrebbe essere il grande animale che dovremmo temere di più, non il piccolo (forse quello grande l’abbiamo praticamente sterminato o confinato negli zoo?).

Si sono trovati molti rimedi per evitare i danni che gli insetti possono arrecare all’uomo, ma questa battaglia ci si sta rivoltando contro. Molto probabilmente questo sta succedendo perché noi uomini non sappiamo mai trovare un equilibrio, una via di mezzo. Pensiamo solo al profitto e alla produzione alimentare su larga scala, al consumo, soprattutto nei Paesi cosiddetti avanzati,mentre se il cibo, anche se poco, venisse distribuito più equamente sulla Terra, basterebbe per tutti.

Si potrebbe puntare di più sulle produzioni biologiche senza l’uso di pesticidi e diserbanti, ma in questa direzione si sta facendo molto poco. La comunità europea elargisce fondi (il 60% del suo bilancio) per le mono-colture in Paesi in cui un tempo l’agricoltura era a conduzione familiare e su piccoli appezzamenti di terra, alimentando grandi speranze tra i contadini, che purtroppo non esistono più: ora si chiamano imprenditori agricoli.

Angelo Tartabini

Angelo Tartabini, già professore ordinario di psicologia generale presso il Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell'Università di Parma, in passato ha svolto attività di ricerca in Giappone, Olanda, Stati Uniti, Sud Africa, Canada e Inghilterra. E' autore di più di duecento pubblicazioni e di 16 volumi, tra i quali: Il mondo delle scimmie (Muzzio), L'uomo allo specchio (Il Pensiero Scientifico), Cannibalismo e antropofagia (Mursia), Una scimmia in tutti noi (B. Mondadori), Fondamenti di Psicologia evoluzionistica (Liguori), L'uomo scimmia (McGraw-Hill).