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Il 73% degli italiani è contro la caccia, vegetariani e vegani sono il 10%. Animali da compagnia in una casa su 4

Gli animalisti al governo Meloni: ascoltate gli italiani e cambiate le vostre politiche in Italia e in Europa
 |  Natura e biodiversità

Secondo il 36esimo Rapporto Italia Eurispes presentato recentemente, in circa una casa italiana su quattro c’è almeno un animale da compagnia, soprattutto cani e gatti, la maggioranza dei quali trovati in strada o adottati prendendoli in canili/gattili.

Lndc AnImal Protecction evidenzia che «A confermare l’amore degli italiani per gli animali ci sono altri dati molto significativi: sono contrari alla vivisezione il 76,6% degli italiani, mentre il 72,9% dice di no alla caccia e il 78,1% all’uso di animali nei circhi. Allo stesso tempo, cresce anche il numero dei vegetariani e vegani che oggi sono complessivamente quasi il 10% della popolazione mentre lo scorso anno erano solo il 6,6%». 

Per la presidente di LNDC Animal Protection Piera Rosati, «Questi dati sono incoraggianti e fanno capire che, nonostante i tanti problemi che ancora ci sono, i nostri concittadini sono attenti al benessere degli animali e sono disposti anche a spendere cifre importanti per prendersi cura di loro, con il 60% della popolazione che affronta una spesa mensile tra i 30 e i 100 euro per i propri compagni di vita. Sono molto contenta che la maggioranza degli animali presenti nelle nostre case non siano frutto di compravendita ma siano adozioni consapevoli di cani e gatti dal passato difficile. Ed è anche una bella soddisfazione vedere la crescita del numero di vegetariani e vegani, perché vuol dire che il lavoro di sensibilizzazione che stiamo facendo inizia a dare dei buoni frutti. Un dato però che vorrei sottolineare è quel quasi 73% di italiani e italiane contrari alla caccia: un numero altissimo che i nostri politici non possono continuare a ignorare, facendo continui regali alla lobby venatoria ma evidentemente scontentando la grande maggioranza della popolazione»-

Ed è proprio su quest’ultimo aspetto che si concentra l’Ente Nazionale Protezione Animali (Enpa)  che evidenzia che il dato del 73% degli italiani che è contrario ad ogni forma di caccia «Certifica ancora una volta il sentiment anti-venatorio dei nostri connazionali che, a stragrande maggioranza, dicono no alle “doppiette”. Governo e maggioranza che tanto dicono di avere a cuore la “volontà del popolo”, dovrebbero trarne le dovute conseguenze e porre fine alle misure faunicide varate fin dall’insediamento del nuovo esecutivo».

Invece, fa notare l’ENPA, con il governo di destra-centro abbiamo avuto: «Caccia nei parchi e nelle città, mancata impugnazione delle leggi “ammazzaorsi” e “ammazzalupi”, pallottole al piombo nelle aree umide, sono soltanto alcuni dei provvedimenti che hanno concretizzato gli indirizzi “anti-selvatici” promossi in questi mesi dal governo Meloni. Provvedimenti che, è bene ricordarlo, sono stati stigmatizzati anche da Bruxelles con l’apertura di una procedura d’infrazione a carico del nostro Paese».

L’ENPA conclude sottolineando quello che sul tema della caccia e del benessere animale separa il governo Meloni anche da una buona parte del suo stesso elettorato: «Alla premier e ai partiti di maggioranza, ma in particolare al ministro Lollobrigida, chiediamo di porre fine a quello che è un vero tradimento del comune sentire degli italiani e di cambiare radicalmente gli indirizzi politici finora seguiti. Chiediamo di fermare la controriforma del leghista Bruzzone, il quale, come noto, vorrebbe far approvare alcune norme di caccia no limits con la legge di conversione del DL Agricoltura. Chiediamo anche di fermare le già citate leggi “ammazzaorsi” e “ammazzalupi” approvate dalle Province Autonome di Trento e Bolzano. Leggi che ci pongono ancora una volta in rota di collisione con le norme europee e con il diritto internazionale».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.