Giornata europea dei Parchi: in Italia ancora troppe aree protette da istituire
In occasione della Giornata Europea dei Parchi il Wwf ricorda in Italia esistono ancora decine di aree protette ancora da istituire e sottolinea che «Si tratta di aree già indicate da leggi nazionali e regionali a cui non si sta dando applicazione».
Ma il Panda italiano evidenzia anche che «Pur tra mille problemi i Parchi italiani sono una storia di successo e più di ogni altro strumento hanno garantito la tutela del territorio non solo sotto il profilo naturalistico. Nel territorio dei Parchi, ben più che altrove, si è contenuta la speculazione edilizia salvando paesaggi straordinari, si è rallentato il processo di spopolamento delle aree montane interne, si è promosso un turismo più sostenibile spesso basato sull’ospitalità diffusa. Ovviamente grazie ai Parchi il nostro Paese ha salvato non solo specie iconiche come l’orso bruno marsicano, ma anche fondamentali sistemi forestali essenziali per l’assetto idrogeologico e l’adattamento al cambiamento climatico».
Però, l’istituzione di nuove aree protette è in stallo e l’obiettivo di arrivare al 2030 con almeno il 30% del territorio e del mare appare lontano. Secondo il Wwf «La recente vicenda di Portofino ne è testimonianza. Sebbene una norma nazionale abbia previsto un Parco Nazionale, vari interessi locali (non ultimi quelli di un manipolo di cacciatori) hanno in ogni modo condizionato l’azione dal Ministero dell’Ambiente che prevedeva l’estensione dell’attuale Parco Regionale da circa 1.150 ettari a circa 5.000, costringendolo ad accettare la proposta della Regione Liguria di identificare il Parco Regionale con quello Nazionale, salvo qualche correttivo della perimetrazione. Il Tar Liguria, su ricorso anche del Wwf, solo qualche giorno fa ha per fortuna ritenuto ingiustificata la rinuncia non motivata alla perimetrazione inizialmente proposta e annullato il provvedimento».
Per questo, il Wwf chiede al ministero dell’ambiente e alle Regioni di operare più celermente per istituire quanto prima le aree protette già previsti per legge e ricorda che: «Il Parco nazionale del Matese, previsto dal 2017, potrebbe essere rapidamente istituito sulla base di una proposta di perimetrazione ISPRA presentata da tempo dal Ministero dell’Ambiente alla Regioni Campania e Molise; c’è già stato un riscontro positivo della Regione Molise, ora si attende quello della Regione Campania che sta chiudendo un faticoso processo di concertazione territoriale che vede solo due Comuni contrari. Il Parco Nazionale dei Monti Iblei, quello dei paesaggi della Sicilia di Montalbano per intenderci, è previsto dal 2007. A seguito della perimetrazione ISPRA presentata dal Ministero alla Regione Sicilia è stata aperta un’interlocuzione con gli Enti locali che hanno presentato osservazioni. Molte di queste, senza argomentazioni scientifiche, contestano la perimetrazione proposta, che invece sembrerebbe sostenuta dalla Regione pur con alcuni correttivi. Il Parco Nazionale della Costa Teatina, in Abruzzo, per legge doveva essere istituito entro il 30 settembre 2011 e, qualora questo non fosse avvenuto, l’istituzione sarebbe stata fatta tramite un Commissario della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il Commissario, nominato nel 2014, ha prodotto una buona proposta che però si è arenata ed ora il Ministero dell’Ambiente ha riavviato l’iter istitutivo del Parco in procedura ordinaria, quasi che non fosse ancora vigente la norma che prevede il commissariamento. Per il Parco Nazionale delle Isole Egadi e del Litorale Trapanese, previsto dal 2007, ancora nessuna proposta ufficiale di perimetrazione è stata avanzata dal Ministero dell’Ambiente. Il Comune di Favignana esprime da sempre una posizione contraria ad un parco esteso oltre il proprio ambito territoriale, ma in passato altri comuni (Marsala in particolare) hanno sostenuto un parco che unisse in un sistema parco le aree Rete Natura 2000 già esistenti, e quindi quelle presenti sulle isole Egadi con Riserve regionali delle Saline di Trapani e Paceco, lo Stagnone di Marsala, ed ovviamente anche con l’Area Marina Protetta delle Egadi. Questa proposta è vicina alle richieste avanzate anche dal Wwf ma di fatto è ferma. Anche il Parco Nazionale delle Isole Eolie, anch’esso previsto dal 2007, è fermo. Al momento non esiste neppure una proposta di perimetrazione».
Poi ci sono i classici pasticci all’Italiana: «Il Parco Nazionale del Gennargentu e del Golfo di Orosei è invece stato istituito nel 1998, ma lo stesso è fermo. Dopo l’intesa sulla perimetrazione tra il Ministero dell’Ambiente e la Regione Sardegna, l’atto istitutivo del Presidente della Repubblica è stato prorogato finché nel 2005 una legge ha stabilito che il parco sarebbe stato effettivamente istituito dopo un’intesa tra lo Stato e la Regione Sardegna «sulla ripartizione tra i Comuni interessati delle risorse finanziarie». Da anni nessuno sta lavorando per questa intesa. Il Parco del Delta del Po avrebbe dovuto essere nazionale dal 1993, vari tentativi andarono falliti e nel 2015, per facilitare la realizzazione di un parco interregionale, la previsione del parco nazionale fu abrogata. Sull’area del Delta del Po, tra le più importanti d’Europa a livello di biodiversità, ci sono oggi due diversi Parchi Regionali, uno del Veneto ed uno dell’Emilia-Romagna, e la realizzazione di un’area unica con una perimetrazione più coerente ai valori naturalistici presenti e con un soggetto gestore unico rimane lontanissima sebbene prevista per legge».
E le Aree Marine Protette previste ma ancora da istituire sono ancora di più: il sito internet del ministero dell’ambiente indica ben 23 “aree di reperimento”. Tra queste c’è quella forse con il record assoluto mondiale di un’area marina protetta prevista e non ancora istituita: quella dell’Arcipelago Toscano che aspetta dal lontano 1982 e che dal 1996/97 ha vincoli a mare provvisori affidati al Parco Nazionale a Gorgona, Capraia, Pianosa, Montecristo e Giannutri, mentre restano fuori l’Isola d’Elba e il Giglio e la vera Amp finora non si è vista. Altre “aree di reperimento” storiche, già inserite nella legge quadro 394/91, sfiorano il record toscano. Il tutto in un Paese che si è impegnato a raggiungere il 30% di mare protetto entro il 2030 e che per riuscirci dovrebbe prima di tutto mantenere gli impegni precedenti.
E IL Wwf fa notare che «E’ complessa anche la situazione delle aree d’interesse regionale non ancora istituite. Tralasciando aree preziose su cui non esiste alcuna previsione di Parco (ad esempio i Monti della Tolfa nel Lazio), in molti casi si tratta di vere e proprie colpevoli omissioni».
Il caso più emblematico è quello della Sardegna, dove una legge del 1989 aveva previsto l’istituzione del Parco Regionale della Giara di Gesturi, Parco Regionale del Limbara, Parco Regionale del Marghine – Goceano, Parco Regionale del Monte Arci, Parco Regionale del Monte Linas – Marganai, Parco Regionale dei Sette Fratelli – Monte Genis, Parco Regionale del Sinis – Montiferru, Parco Regionale del Sulcis. Su questi, oltre che per il Parco Nazionale del Gennargentu, il Wwf ha con forza chiesto un impegno straordinario alla nuova presidente de lla Regione Todde, ricevendo attenzione e quindi con la speranza che questi obiettivi possano essere raggiunti.
Il Wwf conclude: «La Giornata Europa dei Parchi, dunque, nell’essere giustamente celebrativa e di orgoglio per quanto fatto, non può farci dimenticare quanto il percorso per la conservazione della natura e dei benefici che essa fornisce alle comunità umane, sia ancora lungo».