Saline di Tarquinia, scrigno di biodiversità e geodiversità
La Riserva Naturale Saline di Tarquinia è un’area umida iperalina, tra le poche rimaste nel Mar Tirreno, nella cui estensione sono rappresentati diversi aspetti geologico-ambientali. L'area è occupata per lo più da vasche di acque poco profonde, quasi tutte comunicanti, salate e iperaline, separate da terrapieni in terra, pietra e legno ricavati su un substrato di sabbie marne. Le Saline di Tarquinia, attualmente ZPS (Zona di Protezione Speciale) e ZSC (Zona Speciale di Conservazione), sono divenute un’area protetta nel 1980, in quanto è stata riconosciuta una elevata valenza naturalistica, con caratteristiche ambientali particolarmente adatte per la sosta e la nidificazione di numerosi uccelli migratori.
Vi sono rappresentati sette habitat protetti dalla Direttiva UE Habitat, in cui vegetano specie botaniche rare e minacciate tipiche degli ambienti a forte concentrazione di sale e vivono circa 220 specie di uccelli, tra cui numerose nidificanti.
Il reportage "Saline di Tarquinia, scrigno di biodiversità e geodiversità" è stato realizzato nel corso di un'escursione organizzata da ISPRA, in collaborazione con i Carabinieri del Nucleo Tutela Biodiversità di Roma.
L'8 febbraio in occasione dell’anniversario della Convenzione di Ramsar, presso le Saline di Tarquinia, si terranno visite guidate alla scoperta dell’avifauna acquatica. La Convenzione riguarda le zone umide di importanza internazionale e gli uccelli acquatici.
di Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra)