Le alghe coralline del Mediterraneo sono serbatoi di carbonio
Da uno studio realizzato nell’ambito di un progetto del National Biodiversity Future Center (NBFC), il primo centro di ricerca nazionale dedicato alla biodiversità, finanziato dal PNRR – Next Generation EU, emerge che «La biodiversità marina può essere la chiave giusta per affrontare il tema urgente del cambiamento climatico». ? Un’importante risposta arriva da un progetto del National Biodiversity Future Center (NBFC), il primo centro di ricerca nazionale dedicato alla biodiversità, finanziato dal PNRR – Next Generation EU. Si tratta della ricerca sui letti di alghe coralline, capaci di assorbire significative quantità di carbonio atmosferico.
Lo studio pubblicato su Nature Communications da un team di ricercatori guidato da Nadine Schubert dell’università dell’Algarve, ha coinvolto Gianluca Sarà (co-responsabile dello Spoke 1 Mare in NBFC) Mar Bosch-Belmar e Paolo Mancuso del DISTEM dell’università di Palermo e Maria Cristina Mangano e Federica Ragazzola della Stazione Zoologica Anton Dohrn, ha evidenziato «Il ruolo fondamentale delle alghe coralline nel contrastare il cambiamento climatico».
All’NBFC spiegano che «Un’area particolarmente rilevante del Mediterraneo, per la ricerca, è stata l’Area Marina Protetta (AMP) di Capo Gallo-Isola delle Femmine in Sicilia. Questi ecosistemi marini, dalle tipiche tonalità rosa e diffusi in tutto il mondo, oltre a supportare un’ampia varietà di biodiversità marina, riescono ad assorbire carbonio e accumulare carbonato di calcio, fungendo così da veri e propri “serbatoi di carbonio”. I risultati hanno mostrato che la produttività di carbonio di questi habitat varia in base alla disponibilità di luce e alla composizione della specie. Alcuni letti sono stati in grado di catturare una quantità di carbonio considerevole per metro quadro, addirittura superiore a quanto riportato per altri ecosistemi marini, come le foreste di macroalghe».
Ma lo studio fa notare che «Tuttavia, essendo ecosistemi particolarmente delicati, necessitano di una protezione adeguata. E’ dunque essenziale includerli nei programmi di conservazione marina e intensificare il monitoraggio per proteggerli e sfruttarne il potenziale naturale nella lotta contro il cambiamento climatico».