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Giornata Mondiale delle Zone Umide: un patrimonio da tutelare

L’Italia in ritardo nell’attuazione delle politiche Ue per la biodiversità: le associazioni ambientaliste chiedono più impegno per il ripristino delle zone umide
 |  Natura e biodiversità
Foto di Dietrich Steinmetz

Il 2 febbraio si celebra la Giornata Mondiale delle Zone Umide, un evento che accende i riflettori su questi ecosistemi straordinari, capaci di mitigare gli effetti del cambiamento climatico e ospitare una biodiversità unica. Non è solo un’occasione per ribadire la necessità di tutelare questi preziosi ecosistemi, ma anche per sottolineare l’importanza del loro ripristino.

Dati Ispra evidenziano come, nel nostro paese e nel resto dell’Europa il 47,6% di questi ambienti sia in “cattivo” stato di conservazione, il 31,7% sia “inadeguato” e solo il 4,7% in uno stato “favorevole”.

Secondo il nuovo rapporto di BirdLife International, diffuso dalla Lipu, il ripristino delle zone umide e delle foreste potrebbe consentire l'immagazzinamento di 13,22 miliardi di tonnellate di carbonio, equivalenti a 48,5 miliardi di tonnellate di CO2, una quantità superiore alle emissioni globali prodotte nel 2021.
Gli ecosistemi ripristinati – sottolinea il report - potrebbero assorbire 378 milioni di tonnellate di CO2 all’anno, superando l’obiettivo fissato dall’Unione europea per il 2030, pari a 310 milioni di tonnellate.

Negli ultimi 300 anni l’Italia ha già perso il 75% delle sue zone umide, e a livello globale si stima che l’85% di questi habitat sia a rischio scomparsa, con conseguenze dirette sulla biodiversità.

Il focus “Ecosistemi acquatici 2025” pubblicato da Legambiente ha individuato i cosiddetti “scrigni di cristallo”, ovvero le zone umide più minacciate dalla crisi, tra cui il Delta del Po, il Lago Trasimeno e il Lago di Pergusa, che ha subito un completo prosciugamento nell’estate 2024.

Un altro aspetto critico riguarda la biodiversità ittica: in Italia, delle 56 specie di pesci d’acqua dolce, ben 35 sono considerate a rischio secondo la Lista Rossa IUCN, realizzata da Federparchi e Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

Nonostante l’importanza strategica delle zone umide per la mitigazione climatica e la conservazione della biodiversità, l’Italia registra significativi ritardi nell’attuazione della Strategia dell’Ue sulla Biodiversità per il 2030 e della Nature Restoration Law.

Al grido dello slogan della giornata 2025 “proteggere le Zone Umide per il nostro futuro comune”, le associazioni ambientaliste chiedono un impegno concreto del Governo per accelerare gli interventi di tutela e ripristino, promuovendo politiche efficaci per la conservazione degli ecosistemi acquatici e l’adozione di soluzioni basate sulla natura.

Solo attraverso un’azione tempestiva sarà possibile preservare questi habitat fondamentali e garantirne il ruolo chiave nella lotta ai cambiamenti climatici e nella protezione della biodiversità.

Vincenza Soldano

Vincenza per l’anagrafe, Enza per chiunque la conosca, nasce a Livorno il 18/08/1990. Perito chimico ad indirizzo biologico, nutre da sempre un particolare interesse per le tematiche ambientali, che può coltivare in ambito lavorativo a partire dal 2018, quando entra a fare parte della redazione di Greenreport.it