La biodiversità e la pianificazione sistematica della conservazione
Secondo lo studio “Advances in systematic conservation planning to meet global biodiversity goals”, pubblicato su Trends in Ecology & Evolution da un team internazionale di ricercatori del quale favevano parte da Sylvaine Giakoumi (Stazione Zoologica Anton Dohrn- SZN e autrice principale), Simonetta Fraschetti (università di Napoli Federico II), Stefano Moro (SZN), Marco Andrello (Consiglio Nationale delle Ricerche - CNR), Elena Gissi (CNR), la Systematic Conservation Planning (SCP - Pianificazione Sistematica della Conservazione) è un elemento chiave per una pianificazione efficace e per migliorare la conservazione della natura.
Il team di ricercatori che ha visto anche la partecipazione di scienziati provenienti da Australia, Brasile, Canada, Filanda, Germania, Grecia, Irlanda, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti, spiega che «Il SCP, in particolare, è un approccio scientifico che identifica azioni di conservazione economicamente efficienti per raggiungere gli obiettivi di biodiversità. Negli ultimi 30 anni, questo approccio si è evoluto in una strategia vincente per guidare gli investimenti nella conservazione, tramite l’utilizzo di algoritmi avanzati, strumenti e dati che consentono di decidere a quali azioni dare priorità e dove allocare risorse limitate in modo efficiente».
Il tutto mentre i Paesi del mondo hanno approvato (e dovrebbero attuare) il Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework (GBF) per fermare la perdita di biodiversità e ripristinare gli ecosistemi. Il nuovo studio sottolinea «La rilevanza del SCP per il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi del GBF per il 2030, inclusa la protezione del 30% del pianeta e il ripristino del 30% degli ecosistemi degradati».
I ricercatori avvertono che «Le decisioni che verranno prese nei prossimi dieci anni avranno impatti profondi e di lunga durata sul pianeta. La pianificazione spaziale, supportata da metodi che poggiano su solide basi scientifiche, sarà fondamentale per garantire una gestione efficace ed equa degli ecosistemi terrestri, d'acqua dolce e marini».
Alla ZSN sottolineano che «Lo studio evidenzia sviluppi all’avanguardia, tra cui:Algoritmi più veloci e accurati, che migliorano le soluzioni di pianificazione. Integrazione dei servizi ecosistemici e delle molteplici componenti della biodiversità, come la diversità genetica e funzionale. Approcci che tengano conto del cambiamento climatico in maniera intelligente, per una resilienza a lungo termine nella conservazione. Strumenti in grado di dare priorità ad azioni multiple di conservazione e che migliorino il coinvolgimento delle parti interessate. Maggiore accessibilità grazie a piattaforme gratuite e open-source, che ne favoriscano un'ampia adozione. Strumenti importanti come Marxan e Zonation sono stati fondamentali nell’avanzamento della Pianificazione Sistematica della Conservazione, offrendo soluzioni scalabili per sfide di conservazione ad alto livello di complessità. Questi strumenti sono progettati per adottare i principi dell’SCP, tra cui completezza, adeguatezza, rappresentatività e connettività, garantendo la persistenza della biodiversità e fornendo opzioni pratiche per i decisori politici.
Per promuovere l'adozione del SCP da parte di istituzioni e professionisti del settore, lo studio delinea alcune raccomandazioni chiave per colmare il gap tra scienza e applicazioni pratiche: «Utilizzare un metodo standardizzato per comunicare l’incertezza nella pianificazione in modo da garantire fiducia e chiarezza. Sviluppare programmi di formazione mirati a migliorare l'applicazione pratica del SCP. Favorire la collaborazione tra scienziati, professionisti e parti interessate per allineare gli obiettivi di conservazione con le necessità della società».
Inoltre, vengono identificate , anche alcune lacune fondamentali che richiedono ulteriori ricerche, come la progettazione di soluzioni dinamiche ed adattative di pianificazione, e il miglioramento delle metodologie per affrontare i compromessi tra obiettivi in competizione per le risorse.
I ricercatori concludono: «Man mano che le nazioni portano avanti i propri impegni nell'ambito del GBF, la Pianificazione Sistematica della Conservazione offre un contesto collaudato ed affidabile per affrontare le sfide della conservazione della biodiversità in un mondo interconnesso ed in cambiamento. Con l'innovazione continua e il rafforzamento della partnership tra scienza ed applicazione pratica, questo approccio ha il potenziale di trasformare gli sforzi di conservazione e offrire benefici duraturi sia per la natura che per le persone».