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Il report Carovana dei ghiacciai di Legambiente

Crisi climatica e ghiacciai alpini: giganti bianchi sempre più sottili e in forte arretramento

Zampetti: «Ignorare quanto sta accadendo in alta quota significa esporre il nostro pianeta a rischi insostenibili»
 |  Natura e biodiversità

Il 2024 si conclude con un quadro allarmante per i ghiacciai alpini, sempre più sottili e in rapido arretramento nonostante le nevicate tardive della primavera. Simbolo di questa situazione è il ghiacciaio dell’Adamello, il più grande delle Alpi italiane, che ha subito una riduzione dello spessore frontale di 3 metri, con effetti della fusione osservati fino a 3100 metri di quota.

Perdite significative sono state rilevate anche sui ghiacciai del Careser, della Vedretta Lunga e della Vedretta di Ries, confermando un trend di contrazione generalizzato sull’arco alpino.

Il report Carovana dei ghiacciai di Legambiente, realizzato in collaborazione con il Comitato Glaciologico e Cipra Italia, presentato all’Università Bicocca di Milano, evidenzia come il riscaldamento globale stia accelerando il declino di questi ecosistemi vitali, con impatti su biodiversità, ambiente montano e comunità locali.

«Dopo gli anni critici del 2022 e del 2023, il 2024 non ha portato il miglioramento sperato – dichiara Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e presidente di Cipra Italia – La crisi climatica oltre ad accelerare il deterioramento di ghiacciai montani, permafrost e calotte polari, determina anche profonde trasformazioni nell’ambiente montano, generando nuove aree proglaciali. In queste aree emergono nuovi ecosistemi, ancora da studiare e tutelare, che richiedono un’attenzione particolare».

Il riscaldamento globale del 2024 ha mostrato segni inequivocabili, con temperature record che hanno vanificato i benefici delle nevicate primaverili. Inoltre, si sono registrati 146 eventi meteorologici estremi sulle Alpi, che hanno ulteriormente fragilizzato l’ambiente montano.

Tra i casi simbolo del 2024, il ghiacciaio Tschierva (Piz Bernina, Svizzera) ha subito una frana con 8-9 milioni di metri cubi di roccia e ghiaccio staccatisi dalla montagna. A Livigno, il degrado del rock glacier ha causato colate di detriti, mentre nubifragi estivi hanno trasformato il paesaggio in Valle d’Aosta e Alta Val Sesia.

«La perdita di massa che stanno subendo tutti i ghiacciai dell’arco alpino ha portato alla scomparsa di numerosi piccoli ghiacciai specialmente nei massicci montuosi a minore quota. Questa perdita sta modificando in modo drammatico il paesaggio montano, la disponibilità della preziosa riserva d’acqua, andando ad impattare sulle comunità locali già colpite dai cambiamenti climatici», dichiara Valter Maggi presidente del Comitato glaciologico italiano e professore dell’Università di Milano Bicocca.

Oltre ai danni agli ecosistemi, la crisi climatica ha avuto ripercussioni gravi sulla flora e fauna alpina. Specie come il camoscio, la pernice bianca e l’ermellino soffrono per la riduzione di risorse alimentari e l'alterazione degli habitat. Tra le piante più a rischio figurano l’Artemisia genipi e altre specie tipiche degli ambienti proglaciali, mentre nuove aree vengono colonizzate dal bosco in espansione.

In occasione della Giornata Internazionale della Montagna, Legambiente ha ribadito l’urgenza di politiche nazionali e regionali per adattarsi al cambiamento climatico. Il report propone una road map europea con 12 azioni (6 generali e 6 specifiche per le Alpi) tra le quali: avviare con urgenza un piano di monitoraggio della biodiversità degli ambienti glaciali; recuperare i siti danneggiati attraverso studi specifici; rafforzare gli obiettivi di tutela della Strategia UE sulla biodiversità; sviluppare nuove strategie per la protezione degli ecosistemi alpini; limitare forme di overtourism nelle aree sensibili; creare reti di confronto tra ricercatori, amministratori locali e associazioni per una gestione efficace delle aree montane.

La crisi climatica rappresenta una minaccia senza precedenti per i ghiacciai e le montagne, «ignorare quanto sta accadendo in alta quota significa esporre il nostro pianeta a rischi insostenibili», sostiene Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente. L’anno internazionale dei ghiacciai, previsto per il 2025, rappresenta un’occasione per agire con urgenza e determinazione.

Vincenza Soldano

Vincenza per l’anagrafe, Enza per chiunque la conosca, nasce a Livorno il 18/08/1990. Perito chimico ad indirizzo biologico, nutre da sempre un particolare interesse per le tematiche ambientali, che può coltivare in ambito lavorativo a partire dal 2018, quando entra a fare parte della redazione di Greenreport.it