La governance dei parchi siciliani al minimo storico. Cai, Legambiente, Lipu e Wwf scrivono alla Regione
Club Alpino Italiano, Legambiente, LIPU e Wwf hanno inviato una preoccupata lettera sulla governance dei parchi regionali al presidente della Regione Siciliana, agli assessori regionali al Territorio e Ambiente All’Assessore Regionale, ai Beni Culturali e Ambientali e alle Risorse Agricole e Sviluppo Rurale, alla IV Commissione dell’ARS, ali dirigenti generali dei dipertimenti regionali Ambiente, Beni Culturali e Sviluppo Rurale e Territoriale, per denunciare la situazione degli Enti Parco della FREgione Siciliana. Su questi temi le Associazioni Ambientaliste nelle prossime settimane promuoveranno momenti di incontro pubblici nei territori delle Madonie, dei Nebrodi, dell’Alcantara e dell’Etna. Ecco cosa scrivono le 4 associazioni ambientaliste:
Le scriventi Associazioni Club Alpino Italiano, Legambiente, LIPU e WWF – delegazioni regionali della Sicilia, richiamano l’attenzione delle Autorità in indirizzo sul grave stato in cui versano gli enti parco regionali che oggi sono al minimo storico di capacità di azione e di credibilità, a causa del preoccupante deficit di partecipazione, rappresentatività, progettualità, con piante organiche sempre più scarne e prive di adeguate professionalità, casi di controllato-controllore e di incompatibilità di ruoli, gestioni commissariali prolungate e direzioni a tempo che rendono precarie le gestioni.
Innanzitutto occorre porre fine alla stagione dei commissariamenti che dovrebbero essere sempre temporanei e sottratti a logiche di lottizzazione politica ad ogni cambio di governo.
Analogamente grave è la situazione dei direttori degli enti, ruolo nevralgico per il progetto di parco; ormai vengono nominati solo funzionari regionali per poche ore la settimana e che, a seguito di cause intentate negli anni e per errate formulazioni di norme e mancata impugnazione da parte della Regione di sentenze di primo grado, vedono poi liquidate indennità pari a quelle dei dirigenti generali della Regione, trasformando gli enti parco in stipendifici insostenibili dal punto di vista economico e inaccettabili da un punto di vista sociale.
La gestione degli enti parco dal 2017 è affidata ad un comitato esecutivo composto solo da tre persone (il Presidente/Commissario, un Sindaco, il capo dell’Ispettorato Ripartimentale delle Foreste) stravolgendo lo spirito della legge regionale originaria, espungendo dalla gestione le competenze tecnico-scientifiche e creando procedure non lineari nel caso dei parchi interprovinciali (Nebrodi, Alcantara) sotto le competenze di due/tre Ispettorati.
Le comunità dei parchi non sono mai state insediate e anche la recente reistituzione dei comitati scientifici, caratterizzati peraltro dalla drastica riduzione della componente ambientalista, rappresenta una risposta marginale anche perché è stata soppressa la presenza del Presidente del CTS nel comitato esecutivo, voluta invece dal legislatore a suo tempo.
Inoltre è stato cancellato nella gestione degli enti parco ogni ruolo ed apporto del Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale e Territoriale, che gestisce gli estesi boschi demaniali all’interno dei parchi, e il cui apporto era garantito dall’ispettorato ripartimentale delle foreste prima della separazione in due dipartimenti dell’amministrazione forestale.
In questo quadro di gestione senza orizzonte strategico, si sono poi moltiplicati i casi di incompatibilità di ruoli e di controllore-controllato.
Nel comitato esecutivo la rappresentanza della Regione è stata assegnata all’Ispettore Ripartimentale delle Foreste, che possiede invece da alcuni anni nuovi compiti di controllo anche sull’attività specifica degli enti parco, come quella in materia di valutazione di incidenza; sono stati ripetutamente nominati come direttori dirigenti generali e come commissari componenti degli uffici di gabinetto dell’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente cui compete invece la vigilanza e il controllo sugli enti parco e su loro molteplici atti; recentemente è stato nominato un direttore di ente parco a titolo gratuito (perché mai?), senza preventiva selezione pubblica prevista dalla recente LR 3/2024, contemporaneamente consulente per il prg di un comune sottoposto a parere dell’ente parco stesso.
Al Parco dei Nebrodi il capo dell’Ispettorato è stato nominato commissario dell’Ente Parco, riducendo a due sole persone i componenti del comitato esecutivo, ed anche componente del comitato scientifico, assommando su una sola persona ben 4 distinte funzioni.
Questi enti parco, anche a causa del crescente esautoramento dei momenti di partecipazione pubblica, hanno progressivamente disatteso significato e obiettivi voluti originariamente dal legislatore regionale e a cui occorre ritornare urgentemente: il Parco come progetto e strumento per la conservazione della natura, per favorire uno sviluppo sostenibile autocentrato sulle comunità e sulle risorse naturali locali e per promuovere azioni pubbliche di adeguamento e mitigazione rispetto ai cambiamenti climatici che stanno colpendo anche questi territori ad alta valenza di biodiversità.
In questo contesto non si realizzano le azioni necessarie e prioritarie, come innanzitutto la redazione dei piani territoriali dei parchi, adempimenti di legge obbligatori i cui termini sono scaduti da decenni e per i quali negli anni sono state spese cifre enormi con danno anche per il pubblico erario.
Inoltre, a fronte dell’evoluzione della normativa nazionale di tutela del paesaggio e della prevalenza della pianificazione paesaggistica su quella delle aree protette sancito dalla modifica del TU dei Beni Culturali (obbligatorio anche per la Sicilia), è stato compresso in modo irragionevole ed incostituzionale il ruolo delle Soprintendenze ai Beni Culturali e Ambientali a favore del vecchio vincolo idrogeologico gestito dagli Ispettorati delle Foreste, il cui parere è il solo ad essere considerato vincolante, peraltro in modo anacronistico rispetto p.e. al parere paesaggistico.
Le scriventi Associazioni chiedono che la governance degli enti parco venga riformata e che, per il valore e l'importanza del nostro patrimonio naturalistico, vengano scelte persone competenti e che si siano particolarmente distinte nella salvaguardia dell'ambiente, come previsto dalla legge, in possesso di titoli culturali/professionali adeguati in grado di ridare credibilità al sistema dei parchi che in altre regioni sono diventati uno strumento importante delle politiche di conservazione della natura e di promozione dello sviluppo sostenibile.
Chiediamo come primo atto urgente la revoca di tutti gli attuali incarichi di commissario e di direttore reggente, e di procedere alle nomine dei presidenti e dei direttori a tempo pieno secondo procedure ad evidenza pubblica comparative per scegliere le persone con i titoli più adeguati.
Chiediamo inoltre:
una urgente modifica dell’organizzazione degli enti parco sul modello dei parchi nazionali, più funzionale e che garantisce la partecipazione nella gestione di tutti i soggetti (amministrazioni locali, regione, componente scientifica, portatori di interesse); e nelle more di tale intervento legislativo organico: · la modifica dell’attuale composizione dei comitati esecutivi;
l’eliminazione dagli organi di gestione attiva della figura dell’Ispettore Ripartimentale delle Foreste che versa in una condizione di potenziale conflitto, possedendo ormai esclusivi compiti di vigilanza e di polizia ambientale/forestale;
il ripristino della piena e autonoma titolarità delle Soprintendenze ai Beni Culturali in materia di tutela del paesaggio nel rispetto delle norme nazionali;
la nomina da parte dell’Assessorato Territorio ed Ambiente dei commissari ad acta per tutti gli atti necessari a rendere efficaci i piani territoriali dei parchi;
l’immediato insediamento delle comunità dei parchi.
Francesco Lo Cascio - Presidente Regionale CAI Sicilia
Tommaso Castronovo - Presidente Regionale Legambiente Sicilia
Nino Provenza - Delegato Regionale LIPU
Pietro Ciulla - Presidente WWF Sicilia N.O.