Skip to main content

Anche i delfini si sorridono tra loro

Usano una particolare espressione facciale a “bocca aperta”, analoga alla risata di altre specie di mammiferi, nelle loro interazioni ludiche
 |  Natura e biodiversità

Lo studio “Smiling underwater: Exploring playful signals and rapid mimicry in bottlenose dolphins”, pubblicato recentemente su Cell Press iScienceI da un team di ricercatori di università di Pisa, Zoomarine Italia, Planète Sauvage, Université Rennes, Institut Universitaire de France e università di Torino ha scoperto che quando giocano fra loro i delfini tursiopi (Tursiops truncatus) ridono.

Infatti, lo studio ha dimostrato per la prima volta che questi cetacei  «Usano una particolare espressione facciale a “bocca aperta”, analoga alla risata di altre specie di mammiferi, nelle loro interazioni ludiche».

La Coordinatrice del team italo-francese, Elisabetta Palagi dell'università di Pisa, evidenzia che «Nel corso del nostro studio non solo abbiamo osservato questa espressione facciale, ma abbiamo anche dimostrato che i delfini sono in grado replicarla. Infatti, quando vedono la “risata” di un loro simile la ricambiano una volta su tre».

Il gioco dei delfini può includere acrobazie, surf, giochi con gli oggetti, inseguimenti e combattimenti, ed è importante che queste attività non vengano fraintese con atti di aggressioni. La Palagi spiega ancora: «Il gesto della bocca aperta si è probabilmente evoluto dall'azione del mordere, interrompendo la sequenza del morso per lasciare solo l'“intenzione di mordere” senza contatto. La bocca aperta rilassata, che si vede nei mammiferi, dai carnivori, ai primati, uomo incluso, è un segno universale di giocosità, che aiuta i giocatori a evitare che un gioco di lotta vada incontro a una escalation conflittuale».

Gli scienziati  hanno registrato 80 ore di riprese video di 22 delfini tursiopi che vivono in due parchi faunistici: Zoomarine Roma in Italia e Planète Sauvage in Francia mentre giocavano in coppia e mentre giocavano liberamente con i loro addestratori umani, ne è risultato che «I delfini usano spesso l’espressione a bocca aperta quando giocano con altri delfini, ma meno frequentemente quando giocano con gli umani o da soli, in quest’ultimo caso la risata è stata rilevata un’unica volta. In totale sono stati registrati 1288 casi di “bocca aperta” durante le sessioni di gioco. I delfini erano poi più propensi a “ridere” quando si trovavano nel campo visivo del compagno di gioco - l'89% delle espressioni a bocca aperta registrate sono state emesse in questo contesto - e quando questa espressione è stato percepita è stata ricambiata il 33% delle volte».

La principale autrice dello studio, Veronica Maglieri, assegnista di ricerca dell’Ateneo pisano, dice che «Alcuni potrebbero obiettare che i delfini imitano le espressioni a bocca aperta dei loro simili per puro caso, ma questo non spiegherebbe velocità e frequenza di reazione, il comportamento imitativo arriva infatti entro un secondo e si verifica 13 volte di più quando c’è un contatto visivo. Questo comportamento dei delfini è inoltre molto simile con quanto osservato in altri carnivori, come le manguste e gli orsi malesi».

Sebbene i ricercatori abbiano osservato i delfini assumere l'espressione a bocca aperta durante il gioco, non è chiaro cosa significhi questo comportamento, né perché i delfini "sorridano". I ricercatori non sanno nemmeno se un "sorriso" abbia lo stesso significato per i delfini e per gli umani. Altri mammiferi, come suricati, lupi, gatti e oranghi , sono stati osservati mentre facevano una "faccia da gioco" simile, a bocca aperta, ma questo non significa necessariamente che stiano provando o comunicando uno stato d'animo particolare.

La Palagi ha detto a  Gennaro Tomma di Science News: «C'è un forte dibattito se, negli animali non umani, l'atto di sorridere o ridere sia guidato da un'eccitazione o intenzione emotiva. Siamo stati estremamente conservatori e ci siamo semplicemente riferiti a [questo] gesto facciale».

I ricercatori non hanno analizzato neanche se i delfini emettessero suoni mentre sorridevano: una possibilità è che stessero semplicemente aprendo la bocca per emettere suoni. Lo studio si è concentrato esclusivamente sui delfini che vivono in cattività, quindi resta aperta la questione se anche i delfini selvatici si “sorridano” a vicenda e, in tal caso, in quali contesti.

Commentando lo studio su New Scientist  cOMM, Luciana Moller , una biologa marina australiana della Flinders University che non è stata coinvolta nella ricerca, ha evidenziato che «I delfini che vivono liberi hanno spazi molto più ampi per interagire e rincorrersi mentre giocano, e spesso si trovano in acque con visibilità ridotta. In queste circostanze, i segnali visivi potrebbero non essere efficaci quanto quelli acustici».

Ma la Palagi conclude: «Comunicare con la faccia durante il gioco è importante anche in animali acquatici. Questo aspetto è stato finora largamente trascurato nei mammiferi marini. La maggior parte degli studi si concentra su comportamenti più funzionali della comunicazione, come il coordinamento sociale o la caccia, mentre il gioco viene spesso considerato un comportamento secondario. In più, mentre molti studi sui delfini si sono focalizzati sulla comunicazione acustica (ad esempio, i fischi e i suoni emessi sott'acqua) questa ricerca esplora il ruolo della comunicazione visiva, mettendo in luce l'importanza delle espressioni facciali e ampliando così la comprensione delle molteplici modalità comunicative dei delfini che appaiono più integrate di quello che si pensava in precedenza».

Umberto Mazzantini

Scrive per greenreport.it, dove si occupa soprattutto di biodiversità e politica internazionale, e collabora con La Nuova Ecologia ed ElbaReport. Considerato uno dei maggiori esperti dell’ambiente dell’Arcipelago Toscano, è un punto di riferimento per i media per quanto riguarda la natura e le vicende delle isole toscane. E’ responsabile nazionale Isole Minori di Legambiente e responsabile Mare di Legambiente Toscana. Ex sommozzatore professionista ed ex boscaiolo, ha più volte ricoperto la carica di consigliere e componente della giunta esecutiva del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.