Road to Belém: le zone umide, essenziali per ricchezza ecologica e valore climatico
In occasione dell’Amazon Week, Wetlands International Europe, Environmental, Justice Foundation, SOS Pantanal e Chalana Esperança hanno organizzato al Parlamento europeo - ospitati dall'eurodeputata del PD (gruppo S&D) Annalisa Corrado . l'evento "Road to Belem: Shaping the Future of Wetlands In the Climate Agenda” che so è concentrato sul ruolo dell'Unione europea nella protezione delle zone umide vitali, con un'attenzione particolare al Pantanal, esaminando come la salvaguardia di questi ecosistemi cruciali si allinei con l'agenda climatica globale, mentre il mondo si prepara alla 29esima Conferenza delle parti dell’United Nations Framework Convention on Climate Change (Cop29 Unfccc) di Baku. In Azerbaigian, e pensa già alla 30esima Cop che si terrà a Belém, in Brasile, nel 2025.
Road to Belem puntava a incrementare il supporto e migliorare la comprensione del potenziale delle Wetland Partnership, accordi internazionali nei quali l'Ue sosterrebbe i Paesi terzi per invertire il degrado delle zone umide, promuovere il ripristino e la gestione sostenibile e migliorare la protezione del clima e della biodiversità. Un’attenzione particolare è stata dedicata al Pantanal, la più grande zona umida tropicale del mondo, e alla necessità che l'Ue e il Brasile collaborino per conservare e gestire in modo sostenibile questo bioma per la prosperità delle comunità, comprese le comunità indigene e tradizionali che vivono in questa zona umida di importanza mondiale.
L’evento ha messo in contatto ospiti illustri, esperti e tecnici che si sono confrontati sul ruolo dell’Europa nella tutela delle aree umide, a partire proprio da quella del Pantanal, in Brasile, in vista dei lavori che si svolgeranno a Belém per la COP30. Sono intervenuti He Pedro Miguel Da Costa e Silva, Ambasciatore del Brasile presso l’Unione Europea; Florika Fink-Hooijer, Direttrice Generale della DG Ambiente della Commissione Europea; Luciana Leite, Responsabile del Programma Nazionale della Environmental Justice Foundation Brasile e, infine, Chris Baker, direttore di Wetlands International Europe.
L'obiettivo principale dell'evento è stato quello di informare i partecipanti su questi ecosistemi vitali, evidenziandone il ruolo nella lotta al cambiamento climatico, nel sostegno di specie diverse, nel fornire benefici economici e sociali e nell'urgente necessità di proteggerli da numerose minacce. L'evento riunirà anche autorità e attivisti brasiliani che hanno assistito in prima persona alla distruzione del Pantanal e si è concentrato su come l'Ue potrebbe contribuire alla protezione delle zone umide e su come queste possano essere incluse nelle priorità dell'agenda climatica dell'Ue e alla COP30 di Belém, in Brasile.
Wetlands International ha ricordato che «Le zone umide sono essenziali per tutta la vita sulla Terra, ospitano quasi il 40% delle specie vegetali e animali del mondo e svolgono un ruolo fondamentale nella regolazione del clima, assorbendo 50 volte più carbonio delle foreste pluviali. Forniscono acqua, cibo e mezzi di sostentamento a oltre 1 miliardo di persone in tutto il mondo».
Il Pantanal, la zona umida tropicale più estesa e con maggiore biodiversità al mondo e svolge un ruolo fondamentale per la salute del nostro Pianeta: non solo è l’area con la maggiore biodiversità al mondo, casa di specie in via di estinzione e protette la cui sopravvivenza è legata all’attenta tutela di questo ecosistema e, come tutte le zone umide, rappresenta il regolatore naturale del ciclo idrico di tutte le zone e comunità circostanti, che comprendono il Brasile insieme a parti della Bolivia e del Paraguay, assorbendo e rilasciando enormi quantità di acqua durante l’anno, e proteggendo queste zone dalle catastrofi naturali cui oggi siamo tristemente abituati. Le zone umide, inoltre, agiscono come “pozzi di carbonio” naturali, assorbendo enormi quantità di anidride carbonica (CO2) dall’atmosfera, mitigando gli effetti del cambiamento climatico.
La Corrado ha sottolineato che «A livello globale, le zone umide da sole immagazzinano il doppio del carbonio di tutte le foreste del mondo messe insieme. Non meno importante è poi l’aspetto che tocca il rapporto tra l’uomo e la natura: fonte primaria di sostentamento umano, le zone umide di tutto il mondo – e quelle del Pantanal in maniera particolare – sono la casa di comunità che si sono sviluppate e hanno prosperato grazie al rapporto simbiotico con la loro terra. Continuiamo ad assistere a incendi catastrofici, alimentati sia dai cambiamenti climatici che da pratiche agricole non sostenibili. Solo questa estate a livello globale sono quasi 2 milioni gli ettari bruciati, una superficie più grande della Slovenia».
L’incontro ha ribadito che «La distruzione di questi ecosistemi implicherebbe la perdita di ricchezze incalcolabili, che parlano della storia del nostro Pianeta, e soprattutto della qualità del nostro futuro, una situazione che necessita interventi su misura da parte della comunità internazionale».
La Corrado ha concluso: «Un'agenda climatica efficace diventa ogni giorno più urgente. Lo possiamo vedere anche in Europa, con i continui incendi, gli ultimi terribili in Portogallo, e le inondazioni in tutto il continente, compresa l'Italia. Questa è una crisi, e dobbiamo affrontarla come tale. Quello che dobbiamo chiederci al riguardo è: da che parte di questa storia vogliamo essere?»