Trentino: l’orso MJ5 ucciso con un’arma da fuoco, come l’orsa F36
Leal Antivivisezione denuncia che «Secondo i documenti della Procura di Trento, l’orso MJ5 è stato ucciso con un’arma da fuoco. Così come è stato uccisa dagli umani anche anche l’orsa F36. MJ5 era un orso maschio di 18 anni che nel marzo del 2023 aveva avuto un incontro ravvicinato con Alessandro Cicolini, un escursionista fratello del sindaco di Rabbi. Dopo questo episodio, il presidente della Provincia di Trento aveva ordinato l’abbattimento di MJ5, ma il Tar e il Consiglio di Stato avevano sospeso tale provvedimento».
Leal evidenzia che «Le indagini hanno ora confermato che MJ5 è stato ucciso illegalmente, probabilmente vittima di bracconaggio. Anche l’orsa F36, madre di un cucciolo di 9 mesi, era stata trovata morta il 27 settembre 2023 in val Bondone. Nel luglio del 2023 aveva seguito due escursionisti e, come successivamente ha stabilito l’autopsia, è “casualmente” è morta “per causa di terzi”. LEAL ha sospettato dal primo momento gli animali sono stati vittime di una inqualificabile e vendicativa violenza umana. E’ precisa volontà di LEAL che vengano accertate le responsabilità e venga garantita la giustizia, siamo pronti a dare battaglia legale».
Per Massimo Vitturi, responsabile LAV animali selvatici, «I due orsi sono vittime del clima d’odio creato dall’Amministrazione provinciale nei loro confronti –– invece di diffondere le corrette informazioni per garantire la sicurezza di cittadini e orsi, il Presidente della Provincia di Trento ha sempre usato gli animali a scopo politico-elettorale, fomentando le peggiori reazioni!».
Anche la Lav ha annunciato che provvederà ad inserirsi nei relativi procedimenti penali per assicurarsi che ogni responsabilità sia adeguatamente vagliata e garantita giustizia a questi animali. Vitturi sottolinea che «Uccidere gli orsi è un atto vile e barbaro, oltre che illegale. Non potremo restituire la vita ai due animali, ma con la nostra denuncia vogliamo che i responsabili paghino, sia gli esecutori dei due orsicidi, sia i mandanti che hanno contribuito a creare il clima nel quale sono maturati i due efferati crimini».
L’Ente nazionale protezione animali (Enpa) ricorda che «La Procura di Trento conferma quello che noi sosteniamo da tempo: che in Trentino c’è un gravissimo problema di bracconaggio e che le autorità provinciali stanno facendo poco o nulla per eradicare questo fenomeno criminale. Un fenomeno che trova il suo naturale terreno di coltura nelle campagne di terrore promosse dagli agricoltori estremisti e da certi ambienti politico-istituzionali, molto solerti quando si tratta di condannare a morte gli animali, molto meno quando invece si tratta di perseguire i bracconieri».
L’Enpa evidenzia che «Profondo sconcerto desta anche il silenzio del mMinistero dell’ambiente. Sulla strage di orsi in Trentino – in un solo anno, ricorda Enpa, ne sono morti ben 8 – il Ministro Pichetto Fratin non ha preso una sola iniziativa concreta per arginare e reprimere questi comportamenti criminosi. Ai timori dei residenti e dei turisti non si risponde con le fucilate ma con politiche attive finalizzate a prevenire l’insorgere di conflitti e ad ottimizzare la convivenza con gli orsi e con tutti gli animali selvatici. Politiche che in Trentino risultano essere assolutamente deficitarie, come dimostra la somma che negli ultimi 25 anni la Provincia ha destinato alle attività di informazione in favore della comunità: appena 25 mila euro l’anno, neanche 2.000 euro al mese. Vale a dire 0,03 centesimi a persona l’anno».