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Rinoceronti radioattivi anti bracconieri

Un nuovo modo per salvare i rinoceronti: isotopi nei loro corni
 |  Natura e biodiversità

Dopo tre anni di duro e meticoloso lavoro, il progetto Rhisotope dell'università di Witwatersrand di Johannesburg (Wits University) è riuscito a inserire con successo basse dosi di radioisotopi in 20 rinoceronti vivi. In questa fase finale del progetto di ricerca, per determinare la fattibilità di questo approccio, James Larkin della Radiation and Health Physics Unit (RHPU) della Wits e un team di conservazione e veterinari monitoreranno da vicino le  statistiche sulla salute e sullo stato vitale dei rinoceronti per un periodo di 6 mesi,

Il progetto Rhisotope punta a «Utilizzare la tecnologia nucleare sotto forma di piccole quantità misurate di radioisotopi e di inserirli nei corni dei rinoceronti, che possono essere rilevati dai monitor dei portali di rilevamento delle radiazioni ai confini internazionali, inclusi porti, aeroporti e attraversamenti di territori. Questi radioisotopi forniranno un metodo conveniente, sicuro e facilmente applicabile per creare marcatori del corno rilevabili e duraturi che non causano danni agli animali e all’ambiente». In una fase successiva, il lavoro si espanderà agli elefanti, ai pangolini e ad altra fauna e flora selvatica oggetto di bracconaggio e commercio illegale.

Il progetto è stato avviato nella riserva della biosfera Waterberg dell'UNESCO e punta ad usufruire dell'infrastruttura di sicurezza nucleare esistente che già esiste in tutto il mondo: oltre 11.000 monitor di rilevamento delle radiazioni installati in aeroporti, porti e altri punti  di ingresso e migliaia di persone addestrate all’uso di rilevatori di radiazioni, tutte  in grado di rilevare le particelle radioattive più piccole. Invece,  a livello internazionale l’infrastruttura e il numero di funzionari addestrati per rilevare il traffico di animali selvatici nei porti e aeroporti di ingresso sono estremamente limitati.

Larkin ricorda che «Ogni 20 ore in Sud Africa un rinoceronte muore a causa del suo corno. Questi corni vengono poi trafficati in tutto il mondo e utilizzati per medicine tradizionali o come status simbols. Questo ha portato i loro corni ad essere attualmente la merce falsa più preziosa sul mercato nero, con un valore superiore persino all’oro, al platino, ai diamanti e alla cocaina. Purtroppo, i corni di rinoceronte svolgono un ruolo importante nel finanziare un’ampia varietà di attività criminali a livello globale, In definitiva, l’obiettivo è cercare di svalutare il corno di rinoceronte agli occhi degli utenti finali, rendendo allo stesso tempo più facile individuare i corni mentre vengono contrabbandati oltre confine».

Larkin e il suo team hanno sedato 20 rinoceronti e hanno praticato un piccolo foro in ciascuno dei loro corni per inserire i radioisotopi non tossici. I rinoceronti sono stati poi rilasciati sotto la cura di team molto qualificato che monitorerà gli animali 24 ore su 24 per i prossimi 6 mesi. «Ogni inserimento è stato attentamente monitorato da veterinari esperti ed è stata prestata la massima attenzione per prevenire qualsiasi danno agli animali – sottolinea Larkin -  Durante mesi di ricerca e test ci siamo anche assicurati che i radioisotopi inseriti non comportino rischi per la salute o altri rischi per gli animali o per coloro che si prendono cura di loro».  

I ricercatori sono convinti che «Lo sviluppo e l'applicazione della tecnologia nucleare del Rhisotope Project hanno la capacità di contribuire a scoraggiare il bracconaggio, aumentare le capacità di rilevamento dei corni di contrabbando, aumentare il successo delle azioni penali, svelare le rotte del contrabbando e scoraggiare i mercati degli utilizzatori finali».

Il bracconaggio di rinoceronti ha raggiunto livelli di crisi dal 2008, quando quasi 10.000 rinoceronti sono stati uccisi dai bracconieri in Sudafrica, mentre il traffico di specie selvatiche è il terzo crimine organizzato più grande a livello globale.

Secondo Lynn Morris, vicerettrice aggiunta per la ricerca e l’innovazione alla Wits University, «Questo è un esempio di come la ricerca e l’innovazione interdisciplinari facciano davvero la differenza. Questo nuovo approccio introdotto dal professor Larkin e dai suoi colleghi ha il potenziale per sradicare la minaccia di estinzione delle nostre specie selvatiche uniche, soprattutto in Sudafrica e nel continente. Questo è uno dei tanti progetti di Wits che dimostra che la ricerca ha un impatto e che aiuta ad affrontare alcune delle sfide locali e globali del XXI secolo».

Il Rhisotope Project della Wits è stato avviato nel 2021 in Sudafrica da un piccolo team di persone con idee affini ma punta a diventare leader mondiale nello sfruttamento della tecnologia nucleare per proteggere specie di fauna e flora minacciate e in via di estinzione, nonché comunità di persone.

Alla Wits concludono: «Oltre a sviluppare una soluzione per combattere il commercio illecito e il traffico di prodotti della fauna selvatica, il progetto Rhisotope cerca di fornire istruzione e miglioramento sociale per dare potere alle persone e alle comunità locali. Un'attenzione particolare è rivolta all'emancipazione delle ragazze e delle donne delle comunità rurali, che spesso costituiscono la spina dorsale di queste comunità nelle aree remote dove si trovano specie in via di estinzione e sono la componente più importante del successo nel cambiare i cuori e le menti delle comunità locali, creando così ambasciatrici e campionesse dei rinoceronti».

Redazione Greenreport

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