Via libera alla Nature restoration law. Legambiente, Lipu e Wwf: Governo italiano miope e deludente
Secondo il Wwf, il via libera del Consiglio europeo alla Nature Restoration Law è «Un risultato straordinario che premia l’impegno della coalizione #RestoreNature, composta da BirdLife Europe, ClientEarth, EEB e Wwf Europa, e che raccoglie l’invito della società civile e del mondo della ricerca scientifica. Questo risultato, infatti, è il risultato di una massiccia mobilitazione pubblica: negli ultimi anni sono state raccolte oltre un milione di firme e messaggi di cittadini, ripetuti appelli da parte di oltre 6000 scienziati, 100 imprese, organizzazioni giovanili e della società civile a difesa dell'integrità del Green Deal dell'Ue».
Anche per Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente l’approvazione finale da parte del Consiglio Ue è una buona notizia: «Uno dei provvedimenti-simbolo dell’agenda verde europea che, dopo uno stallo di più di due mesi, riesce a raggiungere un traguardo finale e che fisserà obiettivi giuridicamente vincolanti per ripristinare il 20% degli ecosistemi terrestri e marini degradati dell’UE entro il 2030 e tutti gli ecosistemi entro il 2050. Ma se questa notizia rappresenta una vittoria per la tutela della biodiversità e per il Green Deal europeo, ci lascia con l’amaro in bocca il voto contrario dell’Italia (insieme a Ungheria, Polonia, Paesi Bassi, Finlandia e Svezia). E sono molto lacunose le motivazioni dell’opposizione associabili agli impatti negativi del Regolamento sul settore agricolo dell’Unione europea, in termini di accrescimento di oneri economici e amministrativi. Il Governo italiano, superando la sua visione miope, per affrontare la crisi ambientale e realizzare la transizione ecologica dei territori, adotti la legge al più presto introducendo direttive da tradurre velocemente nei Piani di attuazione nazionale, fissando obiettivi misurabili che riguarderanno il recupero e ripristino di diversi ecosistemi, dalle foreste agli ecosistemi marini, nonché gli ambiti agricoli e urbani».
Dante Caserta, responsabile affari legali e istituzionali del Wwf Italia, dichiara: «Siamo molto soddisfatti per l’approvazione della Nature Restoration Law, una vittoria storica della società civile europea che difende l’ambiente e vuole costruire un rapporto equilibrato tra uomo e natura. Spiace che in un passaggio cruciale per la tutela della natura in Europa, il Governo Meloni abbia clamorosamente mancato l’appuntamento con la storia, opponendosi ideologicamente ad un provvedimento cardine del Green Deal europeo e scegliendo la disinformazione delle lobby dell’agroindustria contro gli interessi dei cittadini. In ogni caso, il Governo non potrà ora evitare di dare attuazione al Regolamento a livello nazionale definendo un piano nazionale con obiettivi chiari, concreti e vincolanti. Il Wwf monitorerà da vicino questo lungo processo di applicazione della Nature Restoration Law e confida che il Governo e il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica vogliano aprire un dialogo serio e partecipato con tutte le parti interessate per intraprendere un percorso comune che porti ad un’effettiva tutela dell’ambiente a vantaggio di tutti i cittadini».
Per Alessandro Polinori, presidente della Lipu-BirdLife Italia, «Siamo di fronte a un evento davvero senza precedenti per l'opera di conservazione della biodiversità europea che apre un orizzonte di speranza concreta per la natura, il clima, il benessere delle società umane. Il ringraziamento della Lipu va ai suoi attivisti, a BirdLife International, alle istituzioni europee che hanno lavorato intensamente, ai milioni di cittadini italiani ed europei che hanno sostenuto questa azione e a tutte le associazioni ambientaliste, la cui prova di forza e intelligenza è stata decisiva anche grazie alla campagna #RestoreNature #WeAreNature. Questo è un giorno davvero eccezionale per la biodiversità. Ora al lavoro per dare attuazione alla legge e nuova speranza alla natura».
La nuova legge prevede il ripristino di almeno il 30% degli habitat europei minacciati entro il 2030, di almeno il 60% entro il 2040 e di almeno il 90% entro il 2050. Le opere previste dal regolamento riguarderanno zone umide, fiumi, coste, mare, praterie, boschi, ambienti agricoli, verde urbano, con un programma di ripristino della natura europea tanto imponente quanto necessario. Il Wwf Italia evidenzia che « Si tratta di un risultato importante da presentare all'imminente Conferenza delle Nazioni Unite sulla Biodiversità (CBD COP16) che si terrà a fine anno, a dimostrazione del fatto che l'Europa può assumere un ruolo di leadership nell'affrontare le crisi del clima e della biodiversità, tenendo fede ai propri impegni globali. È anche un messaggio molto chiaro in vista dei prossimi 5 anni del Parlamento e della Commissione europei: biodiversità e clima sono e devono restare una priorità strategiche della nuova legislatura».
Stefano Raimondi, responsabile biodiversità di Legambiente, conclude: «L’approvazione della Nature Restoration Law, nonostante sia stata rivista al ribasso rispetto agli obiettivi originari e sia poca ambiziosa, è importante perché batte le forze negazioniste del Green deal Ue. Ma soprattutto perché rappresenterà uno degli elementi chiave della strategia dell'Ue sulla biodiversità richiedendo anche obiettivi vincolanti per ripristinare gli ecosistemi degradati, in particolare quelli con il maggior potenziale per catturare e immagazzinare il carbonio e per prevenire e ridurre l'impatto dei cambiamenti climatici. Nello specifico per raggiungere gli obiettivi fissati i paesi dell’Ue devono ripristinare entro il 2030 almeno il 30% degli habitat coperti dalla legge, portandoli da cattive a buone condizioni, come foreste, praterie, zone umide, fiumi e laghi, e il 90% entro il 2050. Assicurandosi che tali zone non si deteriorino una volta ripristinate».