
Alla Camera due mozioni sui Pfas, Greenpeace: «Questo voto ci dirà come la pensano i partiti»

Sull’inquinamento da Pfas, paesi europei come la Danimarca e la Francia si sono già mossi con leggi restrittive. Anche a livello comunitario, si sta valutando l’ipotesi di approvare il divieto assoluto o il divieto con deroghe temporanee a queste sostanze nocive per la salute umana note anche come «inquinanti eterni», ma il processo di valutazione è solo stato avviato e non saranno brevi i tempi per arrivare a meta. La domanda è: se per combattere davvero l’inquinamento da Pfas, l’unica strategia efficace è metterli al bando, cosa fa l’Italia? Niente, per ora, è la risposta.
Ma adesso si presenta un’occasione per cambiare rotta. Inizia infatti oggi alla Camera dei deputati la discussione di due mozioni, proposte rispettivamente dal Movimento 5 Stelle e da Alleanza Verdi Sinistra, per chiedere al Parlamento di prendere posizione sui Pfas. E Greenpeace Italia fa sentire la sua voce. «Chiediamo al Parlamento e a tutte le forze politiche di schierarsi per il divieto all’uso e alla produzione di queste sostanze e di introdurre limiti più bassi per la loro presenza nelle acque potabili», dichiara Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna Inquinamento dell’associazione ambientalista. «Nonostante le prove scientifiche sui gravi danni alla salute causati da alcuni Pfas riconosciuti come cancerogeni, e la contaminazione diffusa delle acque potabili italiane, l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni ha finora ignorato questa emergenza, fallendo nel proteggere adeguatamente la salute pubblica e l’ambiente».
Eppure, fa notare Grennepeace, anche la commissione Ecomafie, guidata dalla maggioranza, si è di recente espressa per regolamentare i Pfas. Il governo Meloni deve rompere il silenzio su questa crisi e scegliere di schierarsi per la tutela della salute collettiva, ribadisce l’associazione:
«Il voto sulle due mozioni ci dirà chiaramente come la pensano le varie forze politiche», continua Ungherese. «Si schiereranno per proteggere gli interessi degli inquinatori o la salute delle persone e dell’ambiente in cui viviamo?».
Greenpeace Italia, con l’indagine Acque Senza Veleni, ha rivelato che la contaminazione da PFAS nelle acque potabili italiane è diffusa e coinvolge tutte le Regioni. L'organizzazione ambientalista ricorda che garantire a chiunque l’accesso ad acqua pubblica senza Pfas significa ottenere benefici su più fronti: consentirebbe infatti di tutelare la salute e la sicurezza delle persone, di ridurre le emissioni di gas serra e l’inquinamento da plastica legato al consumo di acqua in bottiglia, di preservare un bene comune essenziale sempre più prezioso, e di contrastare la diffidenza che ancora induce un terzo degli italiani a non fidarsi dell’acqua del rubinetto (dati Itat). Assicurare questa risorsa a tutti, in modo sicuro e accessibile, è una scelta di salute, sostenibilità e giustizia ambientale.
«I Pfas sono sostanze create dall’uomo che inquinano in maniera evidente e permanente l’ambiente e la salute umana, come accaduto in molte zone d’Italia dove la contaminazione ha raggiunto livelli gravi. Le gravità delle conseguenze che essi hanno sulla salute dell’ambiente e dei cittadini è sufficiente per bandirli definitivamente senza ‘se’ e senza ‘ma’. Il governo Meloni non può continuare a ignorare questa emergenza. L’Italia non abbia esitazioni e metta subito a terra provvedimenti che ne vietino la produzione e l’utilizzo – dichiara nel merito la deputata M5S Patty L’Abbate, vicepresidente della commissione Ambiente – I Pfas hanno conseguenze gravissime e in alcuni casi irreversibili sulla salute delle persone. La loro pericolosità è ormai accertata. Che aspetta il governo a intervenire? Ci auguriamo che faccia anche una riflessione sul recepimento della direttiva europea in materia perché rischiamo di trovarci nel paradosso di recepire parametri di legge fissati a livello comunitario, ma superati dalle più recenti evidenze scientifiche. Diversi Paesi europei hanno già adottato limiti più bassi. Non è possibile perdere altro tempo».
