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Buco dell’ozono, il Wwf: studio su Nature dimostra l’efficacia dell’alleanza tra scienza e diplomazia

 |  Inquinamenti e disinquinamenti

Il “buco” dell'ozono antartico è stato scoperto nel 1985, e le sostanze che riducono l'ozono (ozone-depleting substances - Ods) prodotte dall'uomo ne sono la causa principale. In seguito alla riduzione dei componenti chimici contenenti queste sostanze (clorofluorocarburi, Cfc) nell'ambito del Protocollo di Montreal, sono stati registrati segnali di ripresa dell'ozono, basati in gran parte su osservazioni e su ampi ma convincenti confronti tra modelli e dati. Sebbene tali approcci siano molto validi, non forniscono un rilevamento statistico rigoroso della struttura temporale e spaziale del recupero dell'ozono antartico in presenza di variabilità climatica interna. Ora però uno studio appena pubblicato sulla rivista scientifica Nature evidenzia una serie di risultati che forniscono una solida prova statistica e fisica che le azioni intraprese nell'ambito del Protocollo di Montreal per ridurre i Cfc stanno effettivamente determinando l'inizio del recupero dell'ozono antartico.

Quella apparsa su Nature viene giudicata dal Wwf Italia una buona notizia che dimostra che, con il supporto fondamentale della scienza, il multilateralismo e il dialogo tra popoli possono portare risultati concreti e tangibili per il benessere del Pianeta e delle persone. Il Panda commenta con favore quanto emerso e osserva che in un contesto geopolitico segnato da grandi incertezze per l'agenda diplomatica globale e dall'allarmante diffusione del negazionismo climatico, la COP16 biodiversità di Roma, che si è chiusa con successo qualche giorno fa, ha ulteriormente confermato che alle sfide globali poste dalla crisi ambientale si risponde con soluzioni condivise da Stati e popoli. «Ora servono coraggio e lungimiranza per accelerare la transizione ecologica attraverso il rafforzamento della centralità dell'ambiente e della scienza nell'agenda diplomatica dei prossimi anni: solo investendo in soluzioni sostenibili e adottando comportamenti responsabili a livello collettivo ed individuale possiamo contrastare le sfide ambientali, dal cambiamento climatico alla perdita della biodiversità. Solo così – conclude il Wwf Italia – possiamo garantire un futuro sicuro e vivibile per le generazioni future.

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.