Elezioni europee: In Italia le foreste assenti in un programma elettorale su due
Secondo il risultato di una indagine empirica svolta dal Forest Stewardship Council (FSC), che ha preso in esame i programmi elettorali verificando le loro proposte in materia di gestione e conservazione delle aree forestali e di filiere collegate, «Sono solo 6 su 12 i partiti (o raggruppamenti di partiti) italiani in corsa alle prossime Elezioni europee dell’8-9 giugno che nei loro programmi menzionano in qualche modo la necessità di proteggere e gestire responsabilmente il patrimonio forestale europeo. Meno della metà. Eppure le foreste del Continente, pur crescendo, sono molto spesso a rischio a causa di inquinamento, perdita di habitat ed espansione dei centri urbani. Per il loro ruolo nel contrasto alla crisi climatica e per l’importante fornitura di benefici ecosistemici, sono tuttavia indicate come una delle leve su cui agire da diversi documenti strategici dell’EU, come il Nature Restoration Law e la Biodiversity strategy for 2030, ricompresi sotto il cappello dell’EU Green Deal».
Secondo i dati 2021 di Eurostat, le foreste europee hanno una estensione di circa 160 milioni di ettari: il 39% del territorio dell’Ue. Rispetto alla rilevazione 2000, queste aree sono cresciute di 8 milioni di ettari (+5,3%). Non solo: l’industria forestale impiega oggi circa 473.100 addetti e addette nei 27 Stati membri, e il valore generato da questo settore è di 25 miliardi di euro (2021).
Il direttore di FSC Italia, Giuseppe Bonanno, spiega che «L’analisi non è entrata nel merito delle proposte e non ha l’obiettivo di dare indicazioni di voto, ma vuol essere solo un termometro di quanto siano sentite o meno le questioni forestali nel panorama politico nazionale in vista del voto dell’8-9 giugno».
FSC Italia ha passato al setaccio i testi dei programmi delle forze politiche, verificando la presenza o meno di cinque keyword principali: boschi, foreste, deforestazione, alberi e legno e ne è venuto fuori che «Fratelli d’Italia, Lega Salvini Premier, Forza Italia, Stati Uniti d’Europa, Libertà e Alternativa Popolare nei loro programmi non citano mai queste parole chiave. Il Partito Democratico ne cita una (foreste, con riferimento al “pieno riconoscimento dei bene e servizi ecosistemici erogati dalla aree interne”), Azione menziona il “sostegno a programmi di riforestazione”, mentre Pace Terra e Dignità indica i boschi, insieme alla montagna e al mare, quali “beni comuni da tutelare”».
Vanno meglio le cose nei programmi di altri tre gruppi politici: «Il Movimento 5 Stelle cita tutte e cinque le parole chiave, con riferimento ai “piccoli boschi quale infrastruttura naturale alla quale applicare sussidi o riduzione della pressione fiscale, la piantumazione di alberi e il riconoscimento del ruolo delle foreste quali ‘polmoni del nostro pianeta’, la forestazione urbana, la revisione e l’ampliamento della normativa europea di contrasto alla deforestazione. Alleanza Verdi-Sinistra spinge sull’attuazione dell’EUDR, l’European Deforestation-free products Regulation, e propone “azioni per sviluppare un’industria eco-edilizia che utilizzi materiali di origine biologica tra cui legno, terra e paglia”. Volt, infine, cita la gestione forestale sostenibile (anche per catturare naturale del carbonio), il ripristino e il rimboschimento e la definizione di un piano di azione europeo per il settore forestale».
Per quanto riguarda la lotta alla deforestazione, oltre 170 organizzazioni nelle scorse settimane hanno inviato una lettera congiunta alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen per sostenere l’EUDR, la storica legge per contrastare la deforestazione nel mercato Ue che introduce nuovi adempimenti per chi importa, rende disponibili sul mercato ed esporta materie prime come carne, legno, cacao, soia, olio di palma, caffè, gomma e prodotti derivati, Dopo le pressioni e gli appelli di alcuni gruppi industriali e dei governi nazionali di fare marcia indietro sull’EUDR, le associazion i europee hanno chiesto alla von del Leyen di mantenere la promessa e attuare il testo approvato nel giugno 2023, che entrerà a pieno regime in tutti gli Stati membri dell’Unione europea dal 30 dicembre 2024.
Bonanno conclude: «L’EUDR è stata adottata con ampio sostegno da parte del Consiglio e del Parlamento europei. Abbiamo chiesto alla Presidente von der Leyen che gli Stati membri dell’Ue e la Commissione facciano attuare rapidamente questa legge e ne garantiscano il rispetto da parte di tutti i soggetti interessati. Dato il peggioramento della crisi climatica e della biodiversità, per questa generazione e quelle future è fondamentale che le azioni richieste nel quadro dell’EUDR vengano eseguite rapidamente. L’Ue ha urgente bisogno di staccarsi da un modello di produzione e consumo che alimenta la distruzione della natura, minaccia i diritti umani e i mezzi di sussistenza di intere comunità».