Adottata definitivamente la legge europea sull'industria a zero emissioni nette
A un mese dall’approvazione da parte dell’Europarlamento, il Consiglio dell’Ue ha adottato oggi la nuova legge sull'industria a zero emissioni nette (Net zero industry act), concludendo così l’iter legislativo del provvedimento, atteso ora in Gazzetta ufficiale.
«Il Net-zero industry act è una delle pietre miliari di una nuova politica industriale – commenta Jo Brouns, ministro delle Fiandre per l'Economia – Questo atto giuridico aiuterà l’Europa a guidare la corsa globale verso le tecnologie verdi e farà in modo che il nostro contributo alla lotta contro il cambiamento climatico riduca anche le nostre dipendenze, rafforzi la nostra autonomia strategica e ci aiuti a creare crescita e posti di lavoro in Europa».
Il regolamento fissa per l’Europa l’obiettivo di produrre il 40% del suo fabbisogno annuo di tecnologie a emissioni net zero entro il 2030, sulla base dei piani nazionali per l’energia e il clima (il Pniec italiano dovrà essere aggiornato entro un mese), e di raggiungere il 15% del valore del mercato globale per tali tecnologie entro il 2040.
L’obiettivo generale è quello ridurre la dipendenza dai combustibili fossili senza cadere in nuove dipendenze tecnologiche extra-Ue, contribuendo così a rendere il nostro sistema energetico più pulito e più sicuro, con fonti energetiche a prezzi accessibili e di produzione europea.
Al contempo, il N-zia fissa inoltre un obiettivo di 50 milioni di tonnellate di capacità di iniezione annua nei siti di stoccaggio geologico di CO2 dell'Ue entro il 2030, alimentando il controverso mercato dello stoccaggio dell’anidride carbonica.
«Con la normativa sull'industria a zero emissioni nette – argomenta la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen – l'Ue dispone ora di un contesto normativo che consente una rapida espansione della capacità di produzione di tecnologie pulite. Il regolamento crea le migliori condizioni per i settori fondamentali al fine di conseguire l'azzeramento delle emissioni nette entro il 2050. La domanda è in crescita a livello europeo e mondiale, e ora siamo attrezzati per soddisfarne una fetta maggiore con l'offerta europea».