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CO2 Pacman all’Elba: un percorso per far diventare le isole carbon neutral
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Il terzo Rooting Lab del progetto CO2 Pacman in corso a Portoferraio, all’Isola d’Elba, ha mostrato tutte le potenzialità di un’economia carbon neutral per le isole del Mediterraneo ma anche i fortissimi ritardi da recuperare, in particolare in un’Isola come l’Elba – la terza italiana – che sta sperimentando solo ora – e in maniera frammentaria – politiche energetiche e dei trasporti che le isole del nord Europa hanno spessi già portato a compimento e sistema e per le quali, come hanno ben spiegato Simone Bastianoni, presidente dell’Alleanza territoriale Carbon neutrality di Siena e coordinatore del progetto CO2 Pacman, e gli esperti greci e ciprioti presenti al convegno iniziale, altre isole del Mediterraneo sono già molto avanti sulla strada della decarbonizzazione.
Dopo un breve intervento di saluto del Sindaco di Portoferraio Tiziano Nocentini, il Rooting Lab è entrato nel vivo con un panel sulle prospettive di un’Elba carbon neutral nel quale Irene Nicotra ha illustrato le azioni della Provincia di Livorno per la creazione di una Comunità energetica di area vasta e Antonio Melley di Arpat ha sottolineato l’importanza di una buona gestione della posidonia – in mare e spiaggiata – nell’ambio di un’economia circolare e di un nuovo turismo più attento alla salvaguardia della risorsa sulla quale si basa: l’ambiente. E’ toccato a Umberto Mazzantini di Legambiente far notare che l’Elba non è affatto un’isola sostenibile e lo ha fatto illustrando i dati del dossier annuale sulle isole minori di Legambiente e CNR che mettono impietosamente un fila tutti i ritardi dell’Elba sulla sostenibilità ambientale, con un focus particolare sull’energia e sui trasporti pubblici, in particolare quelli marittimi, per i quali Mazzantini ha evidenziato tutta l’inadeguatezza e la vetustà.
Dal dibattito è emersa anche la difficoltà ad ottenere dati - essenziali per progettare e capire - da parte delle amministrazioni locali e la necessità di un maggiore coordinamento tra i 7 comuni elbani che arrivi alla realizzazione di un ufficio di piano elbano che gestisca una materia che rischia di arrivare (con scadenze ben precise e ravvicinate) sulle spallle di amministrazioni che sembrano impreparate. Una sollecitazione in questo senso è venuta anche dal sindaco di Marciana Simone Barbi che ha annunciato la costituzione di una CER che aderirà a quella di area vasta.
Di rilievo anche il panel sull’integrazione delle politiche di climate neutrality nel territorio durante il quale Domenico Zaccaria della Soprintendenza di Livorno e Pisa ha difeso le politiche “prudenti” sull’installazione di energie rinnovabili, pur aprendo a interventi innovativi e integrati nel paesaggio, mentre il presidente di Legambiente Toscana Fausto Ferruzza ha sottolineato che stiamo affrontando una realtà completamente nuova. Inedita per l’umanità e l’economia, alla quale non si possono più dare risposte usuali e prudenti e che l’integrazione delle energie rinnovabili nel paesaggio non solo è possibile ma è urgentissima, suggestioni e domande riprese anche da Kostantinos Smagas di Geoimaging e da Saverio DE Francesco di ANCE Toscana.
Molto interessante l’intervento di Gabriele Paolinelli, dell’università di Firenze e coordinatore locale di CO2 Pacman, che, riprendendo le suggestioni di Ferruzza, ha invitato a rivedere l’idea stessa di paesaggio al tempo del cambiamento climatico che sta mutando rapidamente proprio i territori e l’ambiente che in molti vorrebbero salvaguardare fino all’imbalsamazione. Quella di Paolinelli è stata la perorazione di un’idea di paesaggio dinamica, adattativa, che preserva bellezza e ne crea di nuova, comunità che scendono nel campo ignoto che abbiamo di fronte per forgiare una nuova civiltà e un nuovo rapporto con il territorio e il vivente, consapevole della immensa sfida comune.
E la seduta pomeridiana è stata dedicata proprio agli impatti – con il dramma di Valencia – e alle esperienze virtuose raccontate dai protagonisti del territorio che sul fronte della lotta al cambiamento climatico e dell’innovazione si sono già schierati: come Acqua dell’Elba che ha saputo trasformare un’idea ardita in una piccola multinazionale sostenibile radicata localmente e che investe nella crescita culturale e ambientale dell’isola, gli alberghi elbani che stanno realizzando Comunità energetiche rinnovabili, l’eccellenza del vino di Antonio Arrigi riconosciuta ormai globalmente e che innova la viticoltura con un ritorno al passato basato sulla scienza, o il concreto lavoro di Elba Energie che dimostra nei fatti che non solo le energie rinnovabile sono necessarie ma anche economicamente vantaggiose.
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