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Trump, Sanchez, spreco alimentare: questo e tanto altro nel nuovo appuntamento col podcast gr
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È online il nuovo appuntamento con il podcast di greenreport. In cinque minuti esatti, il direttore responsabile Maurizio Izzo condensa le principali notizie della scorsa settimana. E se, come viene sottolineato in apertura, c’è sempre Trump nei nostri peggiori incubi, un’intervista all’economista Franco Becchis ci rassicura un po’: «La finanza verde ha riscosso una rapida crescita negli ultimi anni, e dopo le esplosioni di crescita i mercati finanziari hanno in genere un rallentamento verso la stabilità. Non mi stupisce dunque che nel 2025 possa esserci un rallentamento nelle emissioni di bond e fondi verdi, rallentamento che a mio avviso è comunque fisiologico e soprattutto statunitense, perché in Europa non mi sembra sia in arrivo una svolta di questo tipo».
Sulla stessa linea, anche se si parla soprattutto di rinnovabili, è un’altra intervista pubblicata nei giorni scorsi su greenreport, quella a Enrico Giovannini. Il direttore scientifico ASviS dice che non c'è dubbio che le dichiarazioni di Trump avranno impatti sulle decisioni delle imprese, in quanto alcune potrebbero decidere di rinviare determinate azioni, cercando di non apparire più come protagonisti del Green Deal che il nuovo Presidente ha dichiarato “morto”. «Tuttavia – sottolinea Giovannini – è importante ricordare che durante la prima presidenza di Trump, nonostante la sua decisione di ritirarsi dall’Accordo di Parigi, gli Stati Uniti hanno registrato un record storico di installazione di energie rinnovabili e di chiusura delle centrali a carbone. Questo dimostra che il mercato va, e andrà, dove vuole, quindi nella direzione delle rinnovabili».
Quella che ci siamo appena lasciati alle spalle è stata anche la settimana in cui sono stati resi noti i dati sullo spreco alimentare, un fenomeno che continua ad aumentare. E se i numeri sui chili di cibo che gettiamo possono fare poco effetto, sottolinea Izzo, lo può fare di più il valore, di quel che viene sprecato: quasi 140 euro pro capite ogni anno, mentre lo spreco di filiera del cibo in Italia costa complessivamente oltre 14 miliardi euro. E tutto questo avviene in un Paese, l’Italia, in cui aumenta la povertà: quella assoluta è aumentata in Italia dal 7,7% all’8,5% (5,7 milioni di persone nel 2023) e addirittura è salita del 28,9% per le famiglie straniere; e la povertà “relativa” già colpisce 2,8 milioni di persone.
A proposito di numeri, continua Izzo nella selezione di notizie per il podcast, anche quelli presentati da Legambiente sulla qualità dell’aria fanno pensare. Evidenzia il rapporto Mal’aria che il 97% delle città italiane supera i limiti dell’Oms per il Pm10 e il 95% quelli per l’NO2.
Per trovare una buona notizia, osserva il direttore responsabile di greenreport, dobbiamo andare in Spagna, dove il presidente Pedro Sánchez ha richiamato il momento economico favorevole che sta vivendo il Paese, che ha chiuso il 2024 con una crescita trimestrale non inferiore al 3,5% del Pil (ovvero sette volte di più dell’Italia, ferma allo +0,5%) e che vede il 56% di energia elettrica prodotta in Spagna proveniente da fonti rinnovabili (l’Italia è al 48,8%, quanto basta a coprire il 41,2% della domanda).
Per quanto riguarda la Toscana, Izzo segnala l’analisi con cui Andrea Sbandati prova a spiegare perché le tariffe idriche in questa regione sono più alte della media italiana. Partendo dal fatto che non vengono gestite dal settore, viene sottolineato che le tariffe vengono calcolate secondo un criterio molto dettagliato e rigoroso che riconosce i costi efficienti e il costo di investimento: «Niente di arbitrario, nessuna copertura di costi inefficienti».
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