![](/templates/yootheme/cache/f3/redazione-f313e4f0.jpeg)
Altro che rinvii: alle case automobilistiche Ue conviene anticipare al 2030 i motori a zero emissioni
![](/templates/yootheme/cache/4c/auto%20elettriche%20potrebbero%20rappresentare%20il%2024%20del%20mercato%20europeo-4c31a601.jpeg)
Altro che rinviare a dopo il 2035. Anticipare al 2030 l’elettrificazione per le grandi flotte faciliterà la transizione del settore automobilistico europeo. Secondo una nuova analisi di Transport & Environment (T&E), un obiettivo zero emission per quelle con più di 100 veicoli garantirebbe alle case automobilistiche europee una domanda di oltre 2 milioni di veicoli elettrici: la metà di quanto dovranno vendere per raggiungere i prossimi target sul clima, ed evitare così le multe previste per chi non rispetta i previsti limiti di emissioni CO2.
Elettrificare le flotte entro il 2030 insomma farebbe bene sia all’industria automobilistica europea che all’ambiente. In base alle analisi effettuate da T&E, che è la principale organizzazione indipendente europea per la decarbonizzazione dei trasporti, un target di vendita tra cinque anni di sole auto zero emission, valido per le grandi flotte aziendali, potrebbe garantire ai carmaker europei una domanda per oltre 2 milioni di auto elettriche. Una cifra cioè pari a metà delle vendite necessarie a raggiungere gli obiettivi vincolanti di riduzione del 55% delle emissioni di CO₂ al 2030.
Tra l’altro questo obiettivo di decarbonizzazione delle grandi flotte potrebbe essere al centro di una legge che il commissario Ue ai Trasporti è già incaricato di redigere: secondo T&E una norma di questo tipo garantirebbe mercato alle case automobilistiche europee, riducendo così il rischio di dover pagare sanzioni per il mancato raggiungimento dei target sulle emissioni.
Gli obiettivi di elettrificazione delle flotte, inoltre, favorirebbero i gruppi automobilistici europei, che già oggi, rispetto alla concorrenza globale, mostrano su questo canale un vantaggio competitivo forte. Infatti, il 62% delle loro vendite insiste proprio sul mercato aziendale, che per i costruttori non europei vale invece solo il 49%. Peraltro i dati mostrano che nell’acquisto di auto elettriche le aziende sono più fedeli ai marchi Ue rispetto ai consumatori privati.
T&E chiede all’Ue di fissare un obiettivo per le flotte aziendali con oltre 100 veicoli affinché, a partire dal 2030, le aziende possano acquistare o prendere in leasing solo auto a zero emissioni. In altre parole, gli obiettivi fissati al 2035 per il mercato nel suo complesso sarebbero anticipati per il canale aziendale di 5 anni.
Le auto aziendali rappresentano il più grande mercato automobilistico dell’Ue, rappresentando circa il 60% delle nuove immatricolazioni. Il potenziale della transizione elettrica a sostegno dell’industria automobilistica europea è pertanto enorme, ma ancora poco sfruttato. Le aziende in Europa stanno infatti elettrificando a un ritmo appena superiore rispetto ai privati (14,3% contro 13,6%). Nei due maggiori mercati automobilistici dell’Ue, Germania e Francia, le aziende stanno addirittura elettrificando più lentamente rispetto al mercato privato. In Italia le percentuali di vendita delle auto elettriche nel canale aziendale sono in calo dal 2021 (quando hanno rappresentato il 6,1%), con il 2024 che ha fatto registrare il 4,7%; un esiguo incremento del market share è stato registrato, lo scorso anno, nel settore privato (3,9% rispetto al 3,6% del 2023). Complessivamente, per entrambi i canali (aziendale e privato), le percentuali italiane in termini di vendita di veicoli elettrici sono tra le più basse in Europa.
Nei giorni scorsi, la Commissione europea ha avviato un dialogo sul futuro dell’industria automobilistica europea, presieduto dalla presidente von der Leyen. Una nuova legge Ue con obiettivi vincolanti per l’elettrificazione delle grandi flotte potrebbe stimolare gli investimenti delle case automobilistiche europee e favorire - data la durata di possesso più breve delle auto aziendali (3-4 anni) - l’ingresso di quasi 7 milioni di veicoli elettrici sul mercato dell’usato entro il 2035, avvantaggiando così anche i consumatori (attualmente 8 su 10) che optano per le auto di seconda mano.
Esther Marchetti, clean transport manager di T&E Italia, ha dichiarato: «L’annunciata regolamentazione europea per le flotte aziendali garantirebbe maggiore certezza agli investimenti che l’industria dell’auto sta facendo e dovrà fare per compiere la transizione. In questo modo si difenderebbe anche l’occupazione e si espanderebbe la domanda di Bev prodotti nell’Ue. Ma gli impatti andrebbero oltre l'industria automobilistica, rendendo possibile a milioni di famiglie, in tempi brevi, l'acquisto di auto elettriche usate a prezzi accessibili. Un aspetto questo doppiamente rilevante per il nostro Paese, dove la distanza tra salario medio e costo di un’auto nuova sta mettendo in difficoltà consumatori e industria».
T&E chiede inoltre alla Commissione Europea di lanciare un’iniziativa di eco-score per l’Ue, sul modello dell’ecobonus francese, che valuti e premi i veicoli puliti tenendo conto della loro impronta di carbonio, dunque della CO2 emessa fra produzione, distribuzione e riciclo a fine vita. In questo quadro, i veicoli fabbricati in Europa avrebbero un punteggio maggiore anche grazie all’uso di energia più pulita nella produzione. La legge Ue sulle flotte dovrebbe prevedere anche un target di eco-score da raggiungere per le auto elettriche, aumentando così la domanda di auto "Made in Ue".
Aggiunge Marchetti: «Un obiettivo vincolante per rendere full electric tutte le flotte con oltre 100 unità a partire dal 2030 dovrebbe essere accompagnato anche da altre misure per incentivare le auto prodotte in Europa, tra cui gli eco-score che si sono già dimostrati strumenti efficaci. Ma in Italia l’elettrificazione delle auto aziendali – che corrispondono a oltre il 40% del nuovo immatricolato - deve essere sostenuta anche da un’urgente riforma della tassazione. La legge di bilancio 2025 ha introdotto una prima modifica per favorire le tecnologie più pulite per le auto in fringe benefit. Ora è necessario proseguire in questa direzione, intervenendo anche sulla deducibilità del costo dei veicoli e sull’Iva, oltre a rivedere i costi di immatricolazione».
![](/templates/yootheme/cache/f3/redazione-f313e4f0.jpeg)