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La 3 priorità per l’inizio della nuova legislatura europea: transizione giusta Fondo Ue investimenti green e sociali post-2026 e Strategia Industriale Europea

Rielezione della von der Leyen a presidente della Commissione Ue: le reazioni degli ambientalisti

Legambiente: il Governo italiano appoggi il Patto europeo per il futuro. Greenpeace e Wwf scettici
 |  Green economy

Dopo la rielezione con i voti di 401 eurodeputati della candidata del Partito Popolare Europeo,  il presidente di Legambiente Stefano Ciafani, ha commentato: «Oggi, una solida maggioranza europeista dell’Europarlamento ha rieletto Ursula von der Leyen come Presidente della Commissione UE, riponendo fiducia nel suo impegno, espresso nelle sue linee programmatiche per il nuovo mandato, di consolidare il Green Deal Europeo  È stato quindi confermato il pieno sostegno alla rivoluzione ecologica del Vecchio Continente pianificata cinque anni fa. Alla Presidente, Legambiente augura buon lavoro e chiede al Governo italiano di garantire pieno appoggio al Patto europeo per il futuro, motore del Green Deal stesso, mettendo al centro ambiziose politiche di coesione economica e sociale in sinergia con altrettanto ambiziose politiche ambientali, climatiche ed industriali accelerando il passo sulla transizione ecologica ed energetica. Come Legambiente ci impegniamo a portare avanti - grazie a un’ampia alleanza trasversale (a livello nazionale ed europeo) tra forze ambientaliste sociali ed imprenditoriali - la mobilitazione avviata durante la scorsa campagna elettorale, promuovendo la Agenda di Legambiente per la legislatura europea 2024-2029 fatta di 13 i pilastri su cui fondare il Nuovo Green Deal europeo e 16 priorità ambientali per un’Europa pronta a fronteggiare la crisi climatica ed essere più competitiva e inclusiva». 

Secondo Mauro Albrizio, responsabile politiche europee di Legambiente, «Quello a cui si è arrivati oggi è un esito affatto scontato visti i continui tentativi delle componenti più retrive del mondo agricolo ed industriale di smantellare il Green Deal Lobby sempre più determinata a capitalizzare quanto già ottenuto nella fase finale della scorsa legislatura su importanti dossier del Green Deal, riguardanti soprattutto agricoltura, biodiversità ed industria, con la riduzione dell’ambizione delle misure adottate e l’allungamento del loro tempo di attuazione. Rischio tutt’altro che scongiurato e che Legambiente si impegna a prevenire ricordando che il Green Deal è l’unica strada percorribile per fronteggiare la triplice crisi climatica, economica e sociale che colpisce l’Europa e per rispondere al forte disagio, che alimenta l’avanzata sovranista, per le disuguaglianze e povertà che colpiscono sempre più cittadini europei».   

Legambiente propone 3 priorità per l’inizio della nuova legislatura europea: 

1 l’adozione di un ambizioso pacchetto di riforme ed investimenti a sostegno di una transizione giusta e fondata su un nuovo contratto sociale come motore di un’economia europea decarbonizzata competitiva, inclusiva e resiliente. 

2 In merito alle risorse, l’istituzione di un Fondo europeo per gli investimenti green e sociali post-2026 con una dotazione di almeno 1.000 miliardi di euro. Una sorta di NextGenerationEU 2.0 per guidare la giusta transizione verso un’economia europea circolare ed a zero emissioni. 

3 L’introduzione di una Strategia Industriale Europea: un Clean Industrial Deal, integrato con il Green Deal, in grado di accelerare la transizione verso la neutralità climatica, favorendo la competitività delle imprese europee, la creazione di nuovi posti di lavoro e una migliore qualità di vita dei cittadini europei, irrobustendo il consenso popolare. Nell’era dell’emergenza climatica, infatti, chi prima produrrà le soluzioni tecnologiche più innovative per rispondere ai problemi del Pianeta, occuperà in anticipo i mercati internazionali. Rallentando il Green Deal si cederà sempre più spazio alle tecnologie prodotte fuori dal Vecchio Continente, a partire dalla Cina.  

Meno fiducioso il commento del direttore di Greenpeace EU Jorgo Riss: «Ursula von der Leyen non ha gettato a mare il Green Deal, ma ha presentato un programma per il suo secondo mandato che manca di misure concrete e nuove iniziative importanti, e che è chiaramente molto meno coerente del suo primo mandato. I suoi piani economici ignorano le fondamenta ecologiche sempre più fragili da cui dipendono ogni occupazione e attività economica, e non miglioreranno il benessere delle persone. Il suo programma porta l'impronta degli interessi delle grandi aziende e porterà a una maggiore competizione neocoloniale per le risorse, all'inquinamento e allo sfruttamento delle persone e degli ecosistemi. C'è un chiaro rischio che il suo prossimo mandato in carica soffrirà ancora di più delle contraddizioni interne che hanno minato finora le ambizioni verdi dell'Europa. Durante la campagna elettorale per le elezioni del Parlamento europeo di giugno, la presidente von der Leyen ha affermato: "I giovani non ci perdonerebbero mai... se non fossimo all'altezza della sfida di proteggere la nostra natura". Greenpeace teme che, dati gli accordi politici che ha dovuto stringere per vincere le elezioni di oggi, questa possa essere una promessa vana».

Anche Ester Asin, direttrice del Wwwf European Policy Office, non nasconde un certo scetticismo: «I segnali del collasso ambientale sono ovunque intorno a noi: eventi meteorologici estremi, perdita di biodiversità e deterioramento degli ecosistemi. Questi non sono scenari futuri astratti; stanno accadendo ora. Il dialogo tra le parti interessate sottolineato dalla Presidente von der Leyen dovrebbe portare a un'azione rapida e significativa, altrimenti questo non farà altro che perpetuare lo status quo, aumentando ulteriormente i costi dell'inazione sul clima e sulla natura. La nostra economia e le nostre industrie devono trasformarsi radicalmente, ma l’eccessiva attenzione alla semplificazione della legislazione esistente può aprire la porta ai negazionisti climatici e agli anti-ambientalisti per eliminare gli standard ambientali essenziali che proteggono i cittadini».

Esaminando i dettagli delle linee guida politiche, il Wwf EU accoglie con favore l'impegno della von der Leyen a rafforzare l'applicazione e l'attuazione delle leggi ambientali dell'Ue da parte degli Stati membri che finora è stata carente: «Dopo l'adozione di molte iniziative chiave sul ripristino della natura, la deforestazione e il clima, tra le altre, i governi nazionali devono ora fornire risultati implementandole nella legislazione nazionale. Il nuovo programma della Commissione elenca anche alcune iniziative che il Wwf ha richiesto , ma che spesso sono carenti di ambizione o sostanza».

Tra queste il Panda europeo evidenzia: Riconoscere gli impatti del cambiamento climatico, proporre un piano di adattamento al clima e una strategia europea per la resilienza idrica. Presentare una visione per l'agricoltura e l'alimentazione, che dovrebbe incoraggiare e sostenere gli agricoltori che lavorano con la natura. Un Patto europeo per gli oceani e un Commissario per la pesca e gli oceani, per garantire la buona governance e la sostenibilità dei nostri oceani. Inserire nella legge europea sul clima un obiettivo di riduzione delle emissioni del 90% entro il 2040, ignorando però la possibilità di raggiungere la neutralità climatica entro il 2040. Accelerare gli investimenti verdi, combinando sia investimenti pubblici che capitale privato. Maggiore attenzione a una transizione giusta per tutti e aumento significativo dei finanziamenti per una transizione giusta nel prossimo bilancio a lungo termine. Proteggere la democrazia e impegnarsi a intensificare il coinvolgimento dell'UE con le organizzazioni della società civile, garantendo una migliore tutela di queste ultime nel loro lavoro.

La Asin conclude: «E’ evidente che la maggioranza dei membri del Parlamento europeo sostiene la transizione verde e giusta, e questo avrebbe potuto essere più forte nel programma del Presidente. Il Parlamento deve ora utilizzare le audizioni dei Commissari per rafforzare e chiarire gli impegni spesso vaghi stabiliti dalla Presidente von der Leyen. Il Wwf  esorta il Parlamento europeo a valutare meticolosamente i compiti e i profili dei Commissari in arrivo dopo la loro pubblicazione a settembre. Qualsiasi candidato o portafoglio che non soddisfi gli standard richiesti per lo sviluppo sostenibile e la protezione ambientale dovrebbe essere respinto»..

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.