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Interviene Legambiente

Centrale a carbone a Piombino? Il nostro futuro sostenibile è da un'altra parte

 |  Green economy

In questi mesi si è dibattuto sul futuro di Piombino, spesso in maniera emozionale, con grandi semplificazioni, a causa anche della campagna elettorale. Si sono rincorsi progetti e investimenti irrealizzabili e anche fantasiosi. in un clima di sospetti e ipotesi di complotto.

Adesso, anche se è passata la campagna elettorale non vorremmo che la grave situazione occupazionale perpetuasse quel clima del "o si fa così o si muore".

Purtroppo la grave situazione di Piombino non si risolverà nel breve periodo e chi lo profetizza compie un grave errore e ingenera aspettative che portano a cocenti delusioni. Purtroppo Piombino è morta anni fa quando non si è voluto vedere la realtà di un tipo siderurgia che non aveva prospettive, quando si pensava che tutto dovesse continuare così come era, e che la battaglia più importante fosse quella di resistere (l'altoforno non deve chiudere), solamente resistere e gettare enormi risorse, finanziare ma anche sprecare tempo e possibilità di elaborare strategie e soluzioni diverse.

Adesso Piombino deve rinascere, ma per farlo deve cambiare; deve cambiare soprattutto nella mentalità, nel modo di affrontare le sfide che ha davanti, solo così si ricostruisce un'identità e un futuro. Deve avere anche la consapevolezza che quel modello è definitivamente morto.

La politica è chiamata a prendere delle decisioni vitali per questo territorio ed è necessario valutare ed analizzare con cognizione i pro e contro dei progetti e dei vari scenari che si possono aprire, le compatibilità fra vari settori. Le decisioni politiche devono essere prese dopo che si è realizzato un dibattito pubblico non condizionato dall'emergenza, dal "prendere o lasciare". Il dibattito deve necessariamente essere aperto a più soluzioni e assistito da studi di fattibilità e analisi che ancora non ci sono. Abbiamo perso tempo e ora il tempo non può essere la scusa per tagliare il dibattito.

A settembre dovrebbe essere pronto uno studio di fattibilità del polo di rottamazione delle navi che sta redigendo l'Autorità Portuale; valuteremo questo studio, ma finalmente avremo dei dati di pro e contro su cui ragionare, mentre i politici avevano già deciso.

Sull'energia viene presentato questo progetto di centrale a carbone della Global energy, ma occorre ricordare che sul nostro territorio esistono anche altri progetti di eolico e di parco tecnologico basato sulla realizzazione di solare termodinamico e dal progetto Hysteel (sviluppato dall'Asiu e dal Cnr per estrarre idrogeno dalle scorie siderurgiche), integrato con le bonifiche. Altri progetti di energie alternative sono possibili e valutabili scenari produttivi, costi e consumi reali.

Noi ambientalisti valutiamo che non solo il carbone è il combustibile più inquinante, che maggiormente produce CO2 e contribuisce all'effetto serra, ma è anche soggetto nel futuro a restrizioni legislative, ecotasse e aumenti di costo, mentre il sole e il vento sono gratuiti.

Mentre si dibatte per il forno elettrico, Corex, rottame e centrale a carbone gli esperti ci dicono che il futuro della siderurgia è competere sul terreno del valore aggiunto della proprie produzioni, nella direzione della greeneconomy, innovazione tecnologia e capacità di ricostruire una filiera dell'acciaio. Porsi sul terreno dei costi è perdente, non si può competere con i costi dell'India, neppure con energia a costo zero.

Il problema è se stare ad aspettale le proposte che vengono da fuori, discutere di queste ed essere etero diretti o mettersi a studiare. con tutti i soggetti interessati, e aprire un percorso "costituente" di una nuova economia in Val di Cornia.

Adriano Bruschi, Legambiente Val di Cornia

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.