Le sfide globali al centro del XVI Forum internazionale di Greenaccord
Economia, ecologia e non solo. Al XVI Forum internazionale di Greenaccord si è parlato del cambiamento globale, non solo ambientale, a cui ormai il mondo è soggetto e che deve spingere l’umanità a operare per governare e non subire i processi in corso. Alla tre giorni organizzata tra Roma e Frascati dall’associazione ambientalista d'ispirazione cristiana hanno partecipato personalità italiane e straniere del mondo della cultura, dello sport, dell’economia, delle istituzioni, del mondo dell’impresa più attento alla sfida della sostenibilità e della lotta alla crisi climatica.
«Parafrasando il sociologo Beck, nella nostra moderna società del rischio – ha dichiarato Giuseppe Milano, Segretario generale di Greenaccord – la sfida collettiva che ci deve vedere impegnati, mediante l’uso etico e consapevole delle nuove tecnologie industriali e digitali, è sia quella dell’adattamento ai fenomeni naturali sempre più intensi e frequenti, sia quella di una profonda e coraggiosa rivisitazione dei nostri quotidiani stili di vita, nonché pratiche di consumo, perché il nostro vigente modello economico lineare impatta dolentemente sui fragili ecosistemi del pianeta esasperando la vulnerabilità dei Paesi in via di sviluppo che oggi sono quelli maggiormente colpiti dalle catastrofi ambientali, pur essendo i meno responsabili delle crescenti concentrazioni di anidride carbonica in atmosfera. Oggi sostenibilità e solidarietà devono essere le due facce di una stessa medaglia: quella di una realtà da aumentare nei dettami dell’ecologia integrale, come ci ricorda sempre Papa Francesco».
Sui materiali disponibili per essere sempre più sostenibili, è arrivato l’apporto di Alessia Scappini, Amministratore delegato di Revet spa, azienda fondata nel 1986 e oggi leader nella gestione integrata dei rifiuti: «Serviamo 200 Comuni e circa l'80% della popolazione toscana, siamo all’avanguardia perché i nostri impianti sono in grado di recuperare la maggior parte degli imballaggi, grazie allo sviluppo di tecnologie sofisticate che ci permettono la produzione del granulo post consumo». La storia dei polimeri, che per la loro grande diversità hanno sempre rappresentato una grande sfida nel capitolo del recupero dei materiali, diventa una storia diversa, ovvero quella del granulo riciclato che diventa materia prima seconda estremamente performante nei settori del ciclismo, dell'automotive, della componentistica per il motociclismo, per le attrezzature sportive e da palestra, per i seggiolini e altri manufatti degli stadi, per la realizzazione delle canoe. Al momento, la canoa ottenuta con il granulo riciclato post consumo è testata per verificarne caratteristiche di affidabilità e resistenza, ma Revet ne sta progettando la distribuzione a tutte le scuole italiane di canoa.
Robert Costanza, accreditato ricercatore internazionale, professore in Economia ecologica allo University College di Londra, fondatore di Solutions Journal, for a sustainable and desirable future, ha messo al centro dello sviluppo l’idea di una serie di elementi di qualità della vita che diventano una “ciambella”, obiettivi integrali intorno al pianeta Terra che esprimono il bisogno di una distribuzione equa delle risorse in equilibrio con l’esistenza delle altre specie viventi. «L’investimento economicamente efficiente è quello che esce dall’ottica di mercato, prevede l’introduzione del capitale sociale in un’ottica di civiltà ecologica: interazioni tra il capitale sociale, quello umano e le altre forme di capitale costruito porteranno ad un percorso in cui tutti possono avere abbastanza per stare bene, dividendosi equamente i sacrifici necessari per la transizione», ha spiegato nel corso del suo intervento. La relazione del professor Costanza si è soffermata anche sui servizi ecosistemici, considerato che già nel maggio 1997 usciva su Nature un suo contributo che trattava del valore dei servizi ecosistemici mondiali e del capitale naturale: «Dal buon funzionamento dell’ecosistema dipendono i benefici per l’umanità, l’idea è quella di creare una piattaforma intergovernativa di sistemi di ecosistema basata sulla regolare produzione di valutazioni: escono 70mila pubblicazioni all’anno sui servizi ecosistemici e se i servizi sono interconnessi hanno un valore intrinseco più forte». Andare oltre la visione miope del Pil, integrare i servizi ecologici nei redditi nazionali, cambiare immediatamente il trend di sviluppo che nel 2050 porterà ad un abbassamento catastrofico dei servizi ecosistemici già in costante ed inesorabile perdita. Se Simon Kuznuts, uno degli ideatori del Pil, ha dichiarato che questo strumento non va a misurare il benessere, il suo aumento procapite sta diventando inversamente proporzionale al benessere reale, e allora ha spiegato Costanza: «Nel rapporto sulla felicità mondiale, il primo fattore incidente tra i vari esaminati è la soddisfazione media della vita per tutti i paesi del mondo, mentre il fattore Pil incide per il solo 15%. Creare benessere significa abbandonare l’idea della crescita economica come fattore di benessere e per farlo bisogna superare le dipendenze individuali».
Costanza ha sottolineato così il concetto di Building Future Together, ovvero l’obiettivo di creare una massa critica che condivide il superamento psicologico della dipendenza da fattori che non portano felicità e benessere. Siamo al superamento del modello basato sull’individualismo in ragione di uno basato sulla comunità, e questo si realizza coinvolgendo il pubblico ben oltre il dibattito politico, servono azioni reali e tangibili per le persone. «La Wellbeing Economics ALLiance, WE ALL, è quel movimento di movimenti internazionali che servono a sostenere il percorso di transizione verso una società basata sulla trasformazione del sistema economico». Sintetizzando il pensiero di Robert Costanza, saranno i bisogni umani e del pianeta al centro del modello di sviluppo, il benessere sostenibile come obiettivo globale. «Il piano per il futuro della competitività europea di Mario Draghi lo esprime con nitidezza: il nostro Continente, per dipendere meno dagli altri Paesi in termini di approvvigionamento delle materie prime, deve investire nello sviluppo sostenibile e nella transizione dai fossili alle rinnovabili. Nonostante negli ultimi anni le rinnovabili siano cresciute esponenzialmente, pur con tecnologie diverse e sempre più performanti, siamo ancora lontani dalla tanto agognata decarbonizzazione e le industrie più energivore pagano ancora bollette salatissime».
L’economista Leonardo Becchetti, docente a Tor Vergata e direttore del Festival dell’Economia Civile, intervenendo nella giornata conclusiva del XVI Forum internazionale di Greenaccord, ha espresso, tuttavia, una grande fiducia nel futuro. «La Commissione europea – ha sottolineato l’eclettico studioso già membro del board della Fabbrica di San Pietro impegnato a realizzare un Eco-Giubileo nel 2025 – con una serie di provvedimenti come il Carbon Border Adjustment Mechanism, il RepowerEu, il Fitfor 55, ha sia dichiarato la sua strenua motivazione a decarbonizzare ben prima del 2050 l’Europa sia a favorire processi virtuosi di cooperazione transnazionale incardinata sul principio della leale concorrenza nei dettami dell’ecologia integrale sia ancora a promuovere processi inclusivi e generativi di democratizzazione energetica che rendano le comunità più resilienti e attrattive. In questo frame, dunque, non solo si inseriscono le progettualità integrate e interscalari delle comunità energetiche rinnovabili che possono creare un modello distribuito complementare a quello top-down incardinato sui grandi players, mitigando tra l’altro anche fenomeni in crescita come la povertà energetica, ma anche tecnologie necessarie come sistemi di accumulo – e in questo senso è particolarmente prezioso esplorare il contributo che verrà portato dall’idrogeno soprattutto sulla mobilità pesante, quale aviazione e trasporto navale – che potranno rivoluzionare il segmento dell’edilizia sostenibile e della mobilità. L’economia e l’ecologia – ha concluso Leonardo Becchetti – sono, pertanto, le due facce di una stessa medaglia, quella di una realtà da aumentare nel comandamento laico del benessere diffuso e della felicità con comportamenti individuali sempre più razionali e consapevoli, perché, in fondo, ciascuno di noi vota con il portafoglio».
Partendo dalla considerazione che senza condivisione e inclusione, la transizione ecologica è destinata non solo a rallentare la sua corsa, ma anche a nuocere al benessere delle comunità investite da processi inediti per complessità e radicalità, il confronto tra i partecipanti al Forum ha affrontato il tema di come la politica debba ritrovare la sua pragmatica capacità di agire il cambiamento con coraggio e generosità. All’unisono, Sabrina Alfonsi – Assessore all’Ambiente del Comune di Roma – e Andrea Masullo – Direttore scientifico di Greenaccord – hanno rilanciato l’urgenza di costruire una visione strategica e partecipata su scala locale che rimetta al centro il diritto delle persone a vivere in contesti salubri e resilienti, in relazione con la natura. In particolare, l’assessore Alfonsi ha sottolineato la difficoltà per le persone più vulnerabili e fragili di adottare comportamenti sostenibili perché percepiti come faticosi e poco utili, ma ha evidenziato, inoltre, l’intenso lavoro svolto dall’Ufficio Clima del Comune di Roma per decarbonizzare il sistema urbano con diverse buone pratiche avviate e da avviarsi per una capitale contemporanea, incardinata nel principio dell’ecologia integrale. Tra i focus indagati da Masullo, pertanto, quello dell’economia circolare, con i rifiuti ancora scarsamente valorizzati come materie prime seconde e come risorse essenziali per rovesciare i vigenti modelli di produzione dei beni che concorrono alla concentrazione di CO2 in atmosfera (oggi oltre le 425 ppm). Particolarmente apprezzate, perciò, alcune best practice innovative nate dal riciclo e dal riuso dei polimeri plastici di ultima generazione per realizzare nuovi oggetti sportivi – si pensi alle canoe – ma anche nuovi imballaggi e nuovi abbigliamenti.
Il presidente di Greenaccord Onlus Alfonso Cauteruccio, nel presentare l’ampio e originalissimo programma dell’appuntamento internazionale del network ecologista di ispirazione cristiana che si è svolto tra Roma e Frascati, ha sottolineato alcuni aspetti. Il primo dei quali è il contributo straordinario portato dalle donne nel progresso e nella prosperità inclusiva del pianeta. «La nostra scelta di aprire il Forum con una riflessione sul protagonismo delle donne – ha ammesso Cauteruccio – nasce dal consapevole riconoscimento del valore di quanto le donne, con la loro creatività e genialità e generosità, stanno operando nel mondo in termini di attivismo, di ricerca scientifica, di sensibilità politica e di scelte concrete. Appare chiaro che le donne hanno una marcia in più e sanno essere più determinate e incisive».
Le conclusioni di questa XVI edizione del Forum Internazionale di Greenaccord sono state affidate al Direttore scientifico dell’associazione Masullo, che ha ribadito l’importanza di pensare all’ambiente in un tempo più lungo, perché quando si parla di ambiente non basta più pensare a progetti per il domani, bisogna pensare al dopo domani. Masullo ha chiusoi i lavori della tre giorni evidenziando ciò che dalla giornata conclusiva è emerso, ovvero che la finanza e più avanti della politica e su questo bisogna riflettere cercando però di divulgare, come ha riaccordato il Presidente di Greenaccord Alfonso Cauteruccio, le tematiche ambientali facendo rete e creando intorno sensibilità e attenzione per l’ambiente. Appuntamento quindi al prossimo Forum con l’augurio di avere sempre più giornalisti internazionali a parlare di ambiente.