
I Verdi europei: discorso sullo stato dell’Unione in parte da condividere ma non su clima, biodiversità e Pac

I Verdi europei accolgono con favore il secondo discorso sullo stato dell'Unione europea pronunciato davanti al Parlamento europeo da Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea: «Un discorso di speranza nel quale la presidente della Commissione europea ha presentato una serie di proposte pertinenti».
Ma i green europei – che non d fanno parte della maggioranza che governa la Commissione Ue - sottolineano che «Tuttavia, se Ursula von der Leyen vuole essere seria nel rendere il 2022 l'Anno europeo della gioventù e affrontare il problema numero uno di cui si occupano le generazioni future, deve aumentare le sue ambizioni climatiche e non può fingere che il problema sarà risolto attraverso le misure attuali».
Thomas Waitz, copresidente del Partito dei Verdi europei, commenta: «Ursula von der Leyen ha detto: “Quando agiamo insieme, possiamo agire velocemente”. I soli cinque minuti dedicati al clima in un discorso di un'ora non sono all'altezza della portata e dell'emergenza della sfida più urgente della nostra generazione.
Se vogliamo rispettare i nostri impegni come continente e rivendicare veramente la nostra leadership climatica, dal pacchetto Fit-for-55 alla spesa per la biodiversità, la Commissione europea deve continuare a rafforzare la sua proposta. I nostri obblighi legali ai sensi della legge europea sul clima non resisteranno alle leggi della fisica. Il recente rapporto dell'IPCC, arrivato dopo una serie di drammatici eventi meteorologici estremi in tutta Europa quest'estate, ha dimostrato che l'Europa non ha ancora pienamente compreso il livello della crisi né ha agito di conseguenza. Siamo particolarmente preoccupati che la contraddizione della politica agricola comune non sia stata risolta né affrontata. L'attuale proposta della PAC, la quota maggiore del bilancio dell'Ue, rimane in completa contraddizione con i nostri obiettivi in materia di clima e biodiversità. Sulla scena mondiale non si possono avanzare proposte credibili finché l'Unione europea non avrà una politica estera coerente e funzionante. Le proposte di politica di difesa come l'abolizione dell'IVA per le armi prodotte dall'Ue sono decisamente ridicole. Per quanto riguarda la crisi in corso in Afghanistan, se Ursula von der Leyen ha giustamente sottolineato la responsabilità degli Stati membri, non può sottrarsi all'enorme responsabilità che l'Unione europea ha nell'accogliere i rifugiati minacciati dal regime talebano attraverso una politica migratoria umana. Dobbiamo usare le nostre capacità per evacuare i cittadini afghani che hanno combattuto attivamente per i diritti umani e i diritti fondamentali e le cui vite sono ora direttamente a rischio».
Mar Garcia, segretaria generale del Partito Verde Europeo, aggiunge: «Abbiamo ascoltato un discorso pieno di speranza, pieno di proposte. Sebbene possiamo rallegrarci di alcune di esse, è particolarmente preoccupante il senso di una chiara mancanza di direzione strategica. Dal sostegno alla capacità di produzione di vaccini e all'invio di vaccini ai Paesi più bisognosi, agli investimenti coraggiosi nei Balcani occidentali per sostenere il loro futuro europeo; o all’intensificazione della lotta all'evasione fiscale: siamo pronti a lavorare in modo costruttivo per garantire che queste proposte vadano effettivamente a beneficio di tutti i cittadini. Tra queste proposte, accogliamo con particolare favore l'ambizione di vietare i prodotti realizzati attraverso il lavoro forzato e un'imminente legge sulla violenza di genere. I Verdi chiedono da tempo queste politiche. La strada per la loro implementazione è ancora lunga e faremo in modo che siano sviluppati secondo gli standard più elevati. Ma è apparsa chiaramente anche la mancanza di ambizione su clima, governance economica e pilastro sociale. Il futuro dell'Ue risiede in un atto di equilibrio tra solidarietà, stabilità e sovranità. Ursula von der Leyen non ha offerto una visione su come promuovere il nostro progetto politico comune e superare le divisioni interne. Questo equilibrio e questa visione sono cruciali se speriamo di favorire una ripresa verde garantendo una transizione giusta per tutti».
Anche per Eleonora Evi, eurodeputata e co-portavoce nazionale di Europa Verde, «L’accorato discorso della von der Leyen sullo Stato dell’Unione è condivisibile sotto molti aspetti, ma tanti altri sono stati taciuti. Di certo il richiamo alla forza con la quale abbiamo fronteggiato la pandemia non può esimersi dall’evidenziare anche le tante ombre che hanno contraddistinto la lotta al Covid; in primis per le disuguaglianze tra gli Stati membri in termini di possibilità e accesso ai vaccini. La pandemia, inoltre, ha messo in luce ancora una volta la maggiore esposizione delle donne al rischio di perdere il lavoro e di essere vittime di episodi di violenza domestica. A tal proposito, accogliamo con favore la proposta di una nuova norma sul contrasto della violenza di genere, ma ad essere rimossi devono essere a monte gli ostacoli che impediscono una piena autonomia economica e, quindi, decisionale, delle donne. Assolutamente condivisibile la necessità di una proposta per tutelare i giornalisti e la libertà di espressione, principio fondante della nostra Unione. Ai nomi di Daphné Caruana Galizia, Ján Kuciak e Peter de Vries citati dalla Presidente Von Der Leyen, che non dovremmo mai dimenticare, aggiungerei quello di Julian Assange, vittima dello stesso sistema di bavaglio per il quale la verità assume sempre le connotazioni di un problema. Accolgo con favore anche la creazione del programma ALMA per aiutare i giovani europei che non hanno impiego, né istruzione, perché è questo che l’Europa deve fare, impegnarsi a non lasciare indietro nessuno. Ma non è possibile delineare l’Europa del futuro prescindendo dalle sfide ambientali che siamo chiamati a combattere, a partire da quella climatica. Ecco perché è importante che siano i prodotti green ad essere esentati dal pagamento dell’IVA, più che quelli militari; ecco perché occorre ribadire che il pacchetto FIT FOR 55 presentato ieri, sebbene rappresenti un passo nella giusta direzione, non risulta adeguato ad affrontare l’urgenza, perché le misure previste richiedono un periodo di attuazione troppo lungo. Ed ecco perché il silenzio sulla nuova PAC è stato assordante: non possiamo permettere che un terzo del bilancio europeo vada investito a sostegno di attività dall’impatto devastante sul clima, come gli allevamenti intensivi. E naturalmente il cambiamento deve riguardare anche il nostro sistema alimentare, che abbiamo il dovere di rendere più sostenibile con un’alimentazione che preveda un minor consumo di carne e incentivi pratiche biologiche in agricoltura. Purtroppo non una parola è stata spesa su questo tema fondamentale. Ma c’è un altro grande assente nel discorso della presidente Von Der Leyen: gli accordi commerciali, come quello tra Ue e Paesi del Mercosur, che avrebbe ripercussioni enormi non solo sull’ambiente, ma anche sui diritti delle popolazioni indigene, ultima roccaforte per proteggere la foresta Amazzonica dalle mire dell’agribusiness. L’immagine di determinazione rappresentata da Bebe Vio deve ispirarci ad avere lo stesso coraggio nell’appropriarci del futuro che vogliamo, un futuro che senza mettere al centro le politiche ambientali e climatiche rischia di avere un orizzonte molto ridotto».
