
Biogas, ricerca e imprese italiane accelerano ma la politica frena

Nell’economia circolare italiana si moltiplicano casi d’eccellenza nel mondo della ricerca come in quello industriale, nonostante il freno a mano imposto dal dilagare del fenomeno Nimby – sui territori e soprattutto tra le istituzioni – e l’incapacità politica di guidare lo sviluppo del settore, come emerso chiaramente dal convegno che ha organizzato oggi a Roma Legambiente. Esemplare da questo punto di vista il caso del biogas: l’Istituto per la tecnologia delle membrane del Cnr (Cnr-Itm) ha appena dimostrato per la prima volta – in collaborazione con l’azienda Tecno Project Industriale S.r.l, e con una metodologia applicata a livello industriale presso la Montello S.p.a. – che da rifiuti organici si può ottenere, in un unico processo, metano come fonte di energia rinnovabile e anidride carbonica in forma pura per uso industriale ed alimentare.
«Il biogas, normalmente usato come combustibile per riscaldamento o per produrre energia elettrica, contiene principalmente metano e circa il 35% di CO2. La novità del nostro impianto, il primo in Europa anche per le sue dimensioni – spiega John Jansen – è che la CO2 contenuta in questo biogas, invece di essere rilasciata in atmosfera, viene interamente recuperata ad un elevato livello di purezza tale da poter essere utilizzata anche nell’industria alimentare: viene impiegata ad esempio per la produzione di acqua frizzante e di bevande gassate o per il surgelamento o l’imballaggio di alimenti in atmosfera controllata, riducendo così l’uso di conservanti».
Quella del biogas e del biometano è una filiera che in Italia ha ad oggi amplissimi margini di sviluppo, capace di coprire – considerando solo gli scarti provenienti dal settore agricolo – il 12% dei consumi attuali di gas in Italia, con evidenti vantaggi ambientali e economici. Eppure per questo tipo d’impianti manca una normativa nazionale sull’End of waste, frenando ogni progresso.
«Questa non è teoria – spiega Piero Gattoni, presidente del Consorzio italiano biogas, intervenendo oggi al convegno di Legambiente – quando parliamo di biogas e biometano agricoli ci riferiamo alle tecnologie e al know-how di circa 1200 aziende che hanno investito negli ultimi dieci anni oltre 4,5 mld di euro nel tessuto economico del nostro Paese, dando vita a uno dei laboratori di economia circolare più importanti a livello europeo. L’attuale Governo è sensibile ai nostri valori ma, purtroppo, dobbiamo segnalare l’esistenza di cortocircuiti burocratici che continuano a bloccare lo sviluppo del nostro settore, imponendo, ad esempio, delle restrizioni assurde sul fronte dell’alimentazione dei biodigestori e impedendo, di fatto, le riconversioni degli impianti esistenti dalla produzione di biogas per la produzione elettrica a quella di biometano per i trasporti. Chiediamo dunque al ministro Costa di intervenire per sbloccare le potenzialità del più grande giacimento di energia verde italiana, che tanto può dare al nostro sistema energetico e alla nostra economia anche in termini di occupazione e di nuovi investimenti».
