Rischi e promesse dell’Intelligenza artificiale. Guterres: l’AI deve essere al servizio di tutti
Il segretario generale dell’Onu. António Guterres, è a Pechino per partecipare al summit Cina – Africa ed è intervenuto al workshop on Artificial Intelligence and capacity building sottolineando che «Ci troviamo in un momento cruciale. L'intelligenza artificiale si sta sviluppando a velocità di curvatura, trasformando il nostro mondo in modi che stiamo solo iniziando a comprendere. Ha il potenziale per aiutare a salvare gli Obiettivi di sviluppo sostenibile e inaugurare un futuro più duraturo ed equo. Una ricerca recente stima che l'intelligenza artificiale può aiutare ad accelerare quasi l'80% degli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Tuttavia, ci troviamo di fronte a una cruda realtà: le opportunità dell'intelligenza artificiale non sono equamente condivise».
Guterres ha fatto notare che «Le capacità AI oggi sono concentrate in una manciata di potenti imprese e in un numero ancora inferiore di Paesi. Nel frattempo, troppi Paesi affrontano sfide significative nell'accesso agli strumenti di intelligenza artificiale. Per sfruttare davvero il potenziale dell'intelligenza artificiale, abbiamo bisogno di cooperazione internazionale e solidarietà. E dobbiamo colmare urgentemente l’AI gapil GAP per i Paesi in via di sviluppo. I rischi posti dall'intelligenza artificiale sono altrettanto irregolari. Senza adeguate protezioni, l'intelligenza artificiale potrebbe ulteriormente esacerbare le disuguaglianze e i gap digitali e colpire in modo sproporzionato i più vulnerabili. Dobbiamo cogliere questa opportunità storica per gettare le basi per una governance inclusiva dell'intelligenza artificiale, a beneficio di tutta l'umanità».
Il capo dell’Onu ha sottolineato che «Mentre sviluppiamo la capacità di intelligenza artificiale, dobbiamo anche sviluppare conoscenze condivise e beni pubblici digitali. Questo può essere ottenuto tramite networks in cui competenze e dati di formazione sull'intelligenza artificiale vengono raccolti e resi disponibili a chiunque ne abbia bisogno. AI centres interconnessi in diversi Paesi e continenti possono accelerare il progresso dell'intelligenza artificiale, promuovere la diversità e l'inclusività dei dati e favorire la cooperazione piuttosto che la competizione».
Guterres ha concluso: «I governi stanno attualmente negoziando un Global Digital Compact che verrà adottato questo mese, al Summit of the Future delle Nazioni Unite a New York. Sono lieto che il Compact proposto includa nuove proposte sulla governance dell'IA e sullo sviluppo delle capacità. Il mio High-level Advisory Body sull'IA pubblicherà anche il suo rapporto finale questo mese, con una serie di raccomandazioni tra cui: Creazione di un AI Capacity Development Network che connetterà gli AI centres e fornirà expertise e training data soprattutto ai Paesi in via di sviluppo; Istituzione di un Global Fund on AI for the Sustainable Development Goals. sviluppare un Global Data Framework, affinché gli ecosistemi AI locali possano prosperare. Spero nell'impegno e nel supporto di tutti gli stakeholders. Le Nazioni Unite sono in una posizione unica per promuovere la cooperazione digitale e supportare lo scambio globale di modelli e talenti di IA. La recente decisione dell'Assemblea generale basata su una proposta cinese dimostra questa capacità delle Nazioni Unite. L'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha infatti già adottato due risoluzioni sulla questione: la risoluzione guidata dalla Repubblica Popolare Cinese era esattamente sul rafforzamento della cooperazione internazionale sulla creazione di AI capacity building e un'altra degli Stati Uniti sulla promozione di sistemi di IA sicuri, affidabili e inclusivi. Vi esorto tutti a promuovere un'IA collaborativa e a impegnarvi in partnership che prospereranno oltre questo workshop. Mentre ci avviciniamo al Summit of the Future, vi incoraggio a far sentire la vostra voce nelle deliberazioni di New York. Insieme, sviluppiamo strumenti innovativi e inclusivi per la governance e la cooperazione dell'IA, e costruiamo un futuro più sostenibile ed equo per tutti.
Intanto, Il 6 e 7 settembre, un folto gruppo di docenti e dirigenti scolastici si incontreranno a Perugia per riflettere su “Le cose da fare con le giovani generazioni tra intelligenza artificiale e sfide globali”. Il Laboratorio è organizzato da Rete Nazionale delle Scuole di Pace, Fondazione PerugiAssisi per la cultura della pace, Istituto Tecnico Tecnologico Statale “Alessandro Volta”, Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, Centro Diritti Umani “Antonio Papisca” e Cattedra Unesco “Diritti Umani, Democrazia e Pace” dell’Università di Padova e Rete delle Università per la Pace (RUniPace).
Flavio Lotti, coordinatore del Laboratorio, sottolinea che «La strage familiare di Paderno Dugnano è solo l’ultimo segnale del malessere profondo delle giovani generazioni che ci (deve) interroga(re) tutti. In un mondo che cambia con una velocità inedita, in una realtà sempre più tesa e complicata, la cura delle giovani generazioni deve tornare al centro delle preoccupazioni della società e delle istituzioni. Se non lo faremo, non avremo futuro. Le giovani generazioni stanno crescendo in un mondo in cui lo sviluppo accelerato delle tecnologie digitali e, in particolare, dell’intelligenza artificiale generativa offrono impensabili opportunità insieme a pericoli altrettanto grandi e inediti. Allo stesso tempo altre sfide globali come la crisi climatica e la moltiplicazione degli eventi naturali estremi, l’aumento delle disuguaglianze radicali e la crisi economico-sociale, le guerre che si vanno espandendo, la corsa al riarmo e le migrazioni (solo per citarne alcune) richiedono una sempre più marcata consapevolezza e capacità di iniziativa di tutti».
Fabiana Cruciani, coordinatrice della Rete Nazionale delle Scuole di Pace, conclude: «La scuola e tutti gli adulti responsabili, ha sottolineato , non si possono permettere di ignorare questa realtà lasciando gli studenti senza la cura e le competenze necessarie per diventare, per davvero, cittadini liberi, capaci e responsabili. Men che meno la scuola può adottare passivamente le tecnologie digitali senza promuoverne un uso consapevole e responsabile, guidato dalla necessità di proteggere la dignità umana e di attuare i principi della pace e dei diritti umani».