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Perché le leggi sono scritte in uno stile incomprensibile

Il “legalese” trasmette uno speciale senso di autorità e persino i non giuristi hanno imparato a esercitarlo
 |  Educazione e formazione

E’ noto che i documenti legali sono difficili da comprendere, persino per gli avvocati. Il che porta a chiedersi: perché questi sono scritti in uno stile che li rende così impenetrabili?

lo studio “Even laypeople use legalese”, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences  (PNAS) da Eric Martínez dell’University of Chicago Law School e da Francis Mollica dell’università di Melbourne e da Edward Gibson del Massachusetts Institute of Technology (MIT),  potrebbe aver scoperto la risposta a questa domanda: «Proprio come gli "incantesimi magici" usano rime speciali e termini arcaici per segnalare il loro potere, il linguaggio contorto del legalese agisce per trasmettere un senso di autorità.

I ricercatori hanno scoperto che anche chi non è un giurista usa questo tipo di linguaggio quando deve scrivere leggi.

Gibson, professore di scienze cognitive e del cervello al MIT e autore principale dello studio, spiega che «Le persone sembrano capire che esiste una regola implicita secondo cui le leggi dovrebbero suonare in questo modo, e le scrivono in quel modo»

Il team di ricerca di Gibson studia le caratteristiche uniche del linguaggio legale dal 2020, quando Martinez è arrivato al MIT dopo aver conseguito una laurea in giurisprudenza alla Harvard Law School. Nel precedente  studio “Poor writing, not specialized concepts, drives processing difficulty in legal language”, pubblicato nel 2022 su Cognition, Gibson, Martinez e Mollica avevano analizzato contratti legali per un totale di circa 3,5 milioni di parole, confrontandoli con altri tipi di scrittura, tra cui sceneggiature cinematografiche, articoli di giornale e documenti accademici. Quell’analisi ha rivelato che «I documenti legali presentano spesso lunghe definizioni inserite nel mezzo alle  frasi, una caratteristica nota come “center-embedding”». Precedentemante, i linguisti avevano scoperto che questo tipo di struttura può rendere il testo molto più difficile da comprendere.

Gibson evidenzia che «Il legalese in qualche modo ha sviluppato questa tendenza a mettere strutture all'interno di altre strutture, in un modo che non è tipico delle lingue umane».

Nel successivo studio “Even lawyers do not like legalese”, pubblicato nel 2023 su PNAS, i tre ricercatori hanno scoperto che «Il linguaggio legale rende i documenti più difficili da comprendere anche per gli avvocati. Gli avvocati tendevano a preferire le versioni in inglese semplice dei documenti e hanno valutato tali versioni come altrettanto applicabili dei documenti legali tradizionali».

Gibson fa notare che «Anche gli avvocati trovano il linguaggio legale poco maneggevole e complicato. Non piace agli avvocati, non piace ai profani, quindi lo scopo di questo attuale studio era cercare di capire perché scrivono i documenti in questo modo».

I ricercatori avevano fatto un paio di ipotesi sul perché il legalese fosse così diffuso. Una era la "copia e modifica ipotesi", che suggerisce che i documenti legali iniziano con una semplice premessa, e poi informazioni e definizioni aggiuntive vengono inserite in frasi già esistenti, creando complesse clausole centrali. Martinez spiega a sua volta: «Pensavamo fosse plausibile che ciò che succede è che si inizia con una bozza iniziale semplice, e poi in seguito si pensa a tutte queste altre condizioni che si desidera includere. E l'idea è che una volta iniziato, è molto più facile centrare e incorporare tutto questo nella disposizione esistente».  

Tuttavia, i risultati hanno finito per portare all’"ipotesi dell'incantesimo magico". I ricercatori dicono che «Proprio come gli incantesimi magici sono scritti con uno stile particolare che li distingue dal linguaggio quotidiano, lo stile contorto del linguaggio legale sembra segnalare un tipo speciale di autorità».

Gibson spiega ancora: «Nella cultura inglese, se vuoi scrivere qualcosa che sia un incantesimo, la gente sa che il modo per farlo è metterci dentro un sacco di rime vecchio stile. Pensiamo che forse l'inserimento al centro stia segnalando il linguaggio legale allo stesso modo».

Per realizzare il nuovo studio, i ricercatori hanno chiesto a circa 200 non avvocati (madrelingua inglese residenti negli Stati Uniti, reclutati tramite un sito di crowdsourcing Prolific) di scrivere due tipi di testi. Nel primo compito, è stato chiesto alle persone di scrivere leggi che proibissero crimini come guida in stato di ebbrezza, furto con scasso, incendio doloso e traffico di droga. Nel secondo compito, è stato chiesto loro di scrivere storie su quei crimini.

Per testare l'ipotesi di copia e modifica, a metà dei partecipanti è stato chiesto di aggiungere informazioni aggiuntive dopo aver scritto la loro legge o storia iniziale. I ricercatori hanno scoperto che «Tutti i soggetti hanno scritto leggi con clausole incorporate al centro, indipendentemente dal fatto che abbiano scritto la legge tutta in una volta o che sia stato chiesto loro di scrivere una bozza e poi aggiungerla in seguito. E, quando hanno scritto storie relative a quelle leggi, hanno scritto in un inglese molto più semplice, indipendentemente dal fatto che abbiano dovuto aggiungere informazioni in seguito».

Martinez  sottolinea che «Quando scrivevano le leggi, facevano un sacco di center-embedding indipendentemente dal fatto che dovessero modificarle o scriverle da zero. E nel testo narrativo non usavano il center-embedding in entrambi i casi».

In un'altra serie di esperimenti, è stato chiesto a circa 80 partecipanti di scrivere leggi e descrizioni che avrebbero spiegato quelle leggi ai visitatori di un altro Paese. In questi esperimenti, i partecipanti hanno nuovamente utilizzato il center-embedding per le loro leggi, ma non per descriverle

Ira il laboratorio di Gibson sta indagando sulle origini dell'incorporamento centrale nei documenti legali. Le prime leggi americane erano basate sul diritto britannico, quindi i ricercatori hanno in programma di analizzare le leggi britanniche per vedere se presentano lo stesso tipo di costruzione grammaticale. E andando molto più indietro, hanno in programma di analizzare se l'incorporamento centrale si trova nel Codice di Hammurabi, il primo insieme di leggi noto, che risale a circa il 1750 a.C.

Gibson  ipotizza che «Potrebbe esserci semplicemente uno stile di scrittura di allora e, se fosse stato visto come un successo, le persone avrebbero usato quello stile in altre lingue. Immagino che sia una proprietà accidentale su come le leggi sono state scritte la prima volta, ma non lo sappiamo ancora».

I ricercatori sperano che il loro lavoro, che ha identificato aspetti specifici del linguaggio legale che lo rendono più difficile da comprendere, motiverà i legislatori a cercare di rendere le leggi più comprensibili. Gli sforzi per scrivere documenti legali in un linguaggio più semplice risalgono almeno agli anni '70, quando il presidente Usa Richard Nixon dichiarò che i regolamenti federali dovevano essere scritti in "termini semplici". Tuttavia, da allora il linguaggio legale è cambiato molto poco. Ma Gibson conclude: «Solo di recente abbiamo scoperto cosa rende il linguaggio giuridico così complicato, e quindi sono ottimista sulla possibilità di cambiarlo». 

Redazione Greenreport

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