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Eurostat, per i neolaureati nessun Paese europeo è peggio dell’Italia

Lungo lo Stivale si registra il più basso tasso d’occupazione Ue, dietro Grecia e Romania. Alimentare lo sviluppo sostenibile significa fare largo a un’economia della conoscenza
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L’ufficio statistico dell’Unione europea (Eurostat) ha aggiornato oggi i dati relativi al 2023 in merito ai tassi d’occupazione dei neolaureati nei vari Stati membri dell’Ue, una classifica dove l’Italia svetta all’ultimo posto.

Guardando ai 20-34enni che hanno completato i loro studi negli ultimi 1-3 anni, nell’ultimo anno l’83,5% dei neolaureati Ue era occupato (+1,1% sul 2022), irrobustendo un trend di crescita che prosegue dal 2013 (quando il dato era fermo al 74,3%).

La performance però cambia molto in base allo Stato membro osservato: il tasso d’occupazione più alto per i neolaureati è in un Paese mediterraneo, ovvero Malta (95,8%, seguita da Paesi Bassi e Germania), così come quello più basso. L’ultimo gradino in classifica è infatti occupato dall’Italia (67,5%), preceduta anche da Grecia (72,3%) e Romania (74,8%).

Si tratta di un problema oggettivo per lo sviluppo economico del Paese in generale, e per lo sviluppo sostenibile in particolare. I giovani sono infatti una risorsa sempre più scarsa in uno Stato in declino demografico come il nostro, eppure anche i pochi presenti vivono in un contesto socioeconomico che non appare in grado di valorizzare le competenze acquisite; si tratta di una pesante ipoteca sul nostro futuro oltre a una forte limitazione per favorire la sostenibilità dello sviluppo, che richiede di fare sempre più spazio a un’economia fondata sulla conoscenza.

Redazione Greenreport

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