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Il carbone di Lützerath resti sottoterra, o la Germania non rispetterà l'Accordo di Parigi sul clima

Greenepeace: «È un limite che non possiamo superare, le compagnie di combustibili fossili distruggono il nostro futuro per profitti a breve termine»
 |  Crisi climatica e adattamento

La lignite è un tipo di carbone, il combustibile fossile più pericoloso per il clima: se quello bruciato tutto quello contenuto nel sottosuolo di Lützerath, per la Germania sarebbe di fatto impossibile rispettare l’Accordo di Parigi sul clima, necessario per limitare la crisi climatica entro i +1,5-2°C rispetto all’era preindustriale.

Per questo migliaia di persone provenienti da diversi Paesi si sono riuniti ieri per protestare nel piccolo villaggio tedesco di Lützerath in solidarietà con gli attivisti e le attiviste per il clima che, da due anni, cercano di fermare la demolizione di quest’area per estrarre carbone e che sono ora in procinto di essere sgomberati.

«Lützerath è un limite che non possiamo superare. Se venisse estratto tutto il carbone su cui si trova sarebbe impossibile per la Germania rispettare l'accordo di Parigi – dichiara Karsten Smid, esperta di energia di Greenpeace Germania – L’avidità di Rwe (multinazionale tedesca nel comparto delle fonti fossili, attiva  a Lützerath, ndr) non può essere più importante della salute di cittadine e cittadini e della protezione del clima. Questo carbone deve rimanere sottoterra».

A partire dal 2020 diversi movimenti ambientalisti hanno occupato il villaggio, opponendosi alla sua distruzione e al mega-progetto estrattivo. Si sono installati negli edifici abbandonati, costruendo case sugli alberi, impianti fotovoltaici, centri comunitari e ripopolando un villaggio fantasma per dimostrare che una società basata sulla giustizia climatica e la solidarietà è possibile.

«La posta in gioco qui non è solo la Germania che non rispetta l'accordo di Parigi, ma anche le compagnie di combustibili fossili che distruggono il nostro futuro per profitti a breve termine”, dichiara Chiara Campione, responsabile della campagna Clima di Greenpeace Italia. “Lützerath è un esempio dei crimini che le compagnie di combustibili fossili stanno commettendo ovunque sul pianeta, in questo caso con la complicità di Unicredit e Intesa Sanpaolo, due delle più importanti banche italiane, che stanno largamente finanziando questo folle progetto con centinaia di milioni di euro”.

Secondo ReCommon, infatti, Intesa Sanpaolo è »il primo investitore italiano in Rwe, con 135 milioni di euro. Dall'entrata in vigore dell'Accordo di Parigi, Intesa e UniCredit hanno finanziato la multi-utility tedesca, che produce ancora energia derivante dal carbone per circa il 30%, con 2 miliardi di euro».

La coalizione ambientalista di cui Greenpeace fa parte chiede che sia fermata la distruzione del villaggio di Lützerath e che il carbone sepolto in quest’area resti sottoterra. Secondo la coalizione, a Lützerath si capirà se la Germania darà davvero un equo contributo all'Accordo di Parigi sul clima, con l’eliminazione graduale del carbone.

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.