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Cassonetti parlanti, localizzatori Gps dei mezzi di raccolta, ecoisole con chiavi digitali: ecco la differenziata del futuro

Le innovazioni presentate a Milano nel corso dell'appuntamento “Waste reloaded”
 |  Crisi climatica e adattamento

Nel corso degli anni, l’Italia ha fatto registrare un costante incremento della raccolta differenziata che, stando all’ultimo rapporto Ispra sul tema, nel 2022 per la prima volta ha superato il 65%. Benché alta, questa percentuale rappresenta però l’obiettivo di legge che il nostro Paese avrebbe dovuto traguardare esattamente 10 anni prima. Ma ora una serie di innovazioni digitali e l’ausilio dell’Intelligenza artificiale potrebbero favorire un’accelerazione su questo fronte.

Un nuovo modello di raccolta dei rifiuti basato sulla digitalizzazione è stato presentato ieri a Milano, nel corso di un evento con un titolo che è già tutto un programma: Waste reloaded. L’obiettivo è infatti promuovere un “aggiornamento” del settore che – analogamente ai browser – punta a superare i limiti e le inefficienze dell’attuale “versione” di gestione dei rifiuti urbani, evolvendo la filiera grazie al meglio dell’innovazione tecnologica Made in Italy. Gli ultimi ritrovati presentati ieri vanno da contenitori della differenziata “parlanti” a compostiere digitali, da app “intelligenti” per accedere a tutti i servizi di igiene urbana a localizzatori satellitari che monitorano in tempo reale i percorsi e lo stato operativo dei mezzi di raccolta, da software di ottimizzazione potenziati dall’intelligenza artificiale a chiavi virtuali, salvate al sicuro sui nostri smartphone, per accedere alle ecoisole. 

A lanciare la sfida, che chiama in causa governi (nazionali ed europei), amministrazioni locali, municipalizzate e operatori del settore, è un neonato polo industriale, che integra cinque delle realtà aziendali più innovative del settore: Ambiente.itSartori AmbienteArcodaJunker App e HPA. Si chiama “Dna Ambiente" e, come allude il nome, si ispira al codice nel quale sono contenute tutte le informazioni alla base dell’unicità e della comunanza tra esseri viventi. 

L’ambizione di questo progetto è dimostrare che la digitalizzazione è molto di più dell’eliminazione di moduli cartacei: è soprattutto un potente strumento di ottimizzazione, inclusione e trasparenza, al quale tutti hanno il diritto di accedere, nell’interesse collettivo. Un semplice tocco su una app o l’organizzazione di dati in una piattaforma in cloud hanno infatti un impatto esponenziale in termini di efficacia ambientale, sociale ed economica. 

Come sarà, dunque, la raccolta dei rifiuti urbani del futuro? Guardando ai servizi e agli strumenti presentati a Milano da questo nuovo “ecosistema digitale”, i cittadini potranno contare su tutor digitali che, come l’app Junker, li aiuteranno a separare e valorizzare tutti i rifiuti prodotti, ma anche a prenotare in un tap ogni genere di servizio a chiamata, autocertificare la propria compostiera (anch’essa digitalizzata), segnalare disservizi o casi di degrado urbano e abbinare alla propria utenza i contenitori della differenziata. 

Questi ultimi non saranno più dei semplici contenitori colorati. Saranno realizzati in polipropilene riciclato, certificato “Plastica Seconda Vita”, e soprattutto saranno “parlanti”. Verranno infatti dotati di un Tag in grado di comunicare a distanza la reale produzione di rifiuti di ogni utenza e permettere, quindi, un calcolo più equo della tariffa puntuale. A ogni passaggio, gli operatori li “interrogheranno” grazie a un apposito lettore portatile, collegato con una “control room”, dove verranno tracciati in modo completo e automatico tutti i dettagli sulle attività di raccolta rifiuti: dalla rilevazione geolocalizzata degli svuotamenti al tracciamento Gps dei percorsi effettuati dai mezzi.

I dati raccolti serviranno non solo ad assicurare una piena compliance agli obblighi normativi di Arera, che impongono ai gestori il rispetto di standard qualitativi minimi e omogenei su tutto il territorio nazionale, ma consentiranno anche di ottimizzare in automatico tutte le varie fasi di gestione dei rifiuti. L’intelligenza artificiale sarà preziosa, ad esempio, per ottimizzare i percorsi di raccolta riducendo il chilometraggio e le emissioni di CO2, per automatizzare il riconoscimento dei rifiuti al momento del conferimento da parte del cittadino e nel contrasto al degrado urbano, per efficientare il customer care grazie a chatbot evoluti basati su soluzioni proprietarie di IA Generativa.

Si tratta di un obiettivo strategico perfettamente in linea con le indicazioni che arrivano dall’Ue. Secondo l’Agenzia europea dell’ambiente, infatti, le tecnologie digitali – che, seppur con una certa disomogeneità, stanno emergendo in Europa – sono assolutamente cruciali per una più efficiente gestione dei rifiuti, in ottica di maggiore circolarità e sostenibilità. 

«Anche tra le misure introdotte dal Piano nazionale di ripresa e resilienza nell’ambito dell’economia circolare – ha ricordato Stefano Laporta, presidente di Ispra – vi è una specifica linea di intervento per il miglioramento e la meccanizzazione della rete di raccolta differenziata dei rifiuti urbani. In questo contesto, sono state selezionate proposte volte a sviluppare modelli di raccolta differenziata basati sulla digitalizzazione dei processi, sull’efficientamento dei costi, sulla razionalizzazione e semplificazione dei flussi di rifiuti urbani prodotti, contribuendo così a un incremento significativo delle quote e della qualità della raccolta differenziata».

«Le opportunità offerte dalla nostra attuale tecnologia possono avere una grande applicazione nel settore ambientale», ha sottolineato Alessandro Vistoli, Ceo di Ambiente.it: «Per questo abbiamo avuto l’intuizione di aggregare sotto un unico cappello competenze, esperienze e soluzioni, creando un vero e proprio ecosistema che offre al settore un’automazione completa. La nostra proposta costituisce la base degli strumenti necessari per una vera e propria rivoluzione digitale, in forte discontinuità con il passato, che permetterà agli operatori del settore ambientale di raggiungere i propri obiettivi di sostenibilità, richiesti a gran voce dalla comunità e dalle nuove generazioni». 

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.