Il Governo proroga di 12 mesi la sospensione dei mutui in alcune aree colpite da eventi meteo estremi
L’Associazione bancaria italiana (Abi) segnala che la Protezione civile ha pubblicato la delibera del Consiglio dei ministri con cui si proroga per 12 mesi la sospensione dei mutui in molte aree del Paese colpite da eventi meteo estremi nel corso del 2023 e non solo.
Si tratta di quelli che a partire dal 4 al 31 luglio 2023 hanno interessato il territorio della Regione Lombardia; dal 13 luglio al 6 agosto 2023 la Regione Veneto; il 6 luglio 2023 la provincia di Cuneo; infine le province di Bologna, di Forlì Cesena, di Modena, di Parma, di Piacenza e di Reggio Emilia nei giorni dal 20 al 29 giugno 2024.
«Nell’ordinanza della Protezione civile – spiega Abi – si fa esplicito riferimento all’accordo sottoscritto da Abi e dalle Associazioni dei consumatori per assicurare tempestività degli interventi a favore delle popolazioni colpite da calamità naturali».
La crisi climatica in corso porta a un aumento in frequenza e intensità degli eventi meteo estremi, che solo nell’ultimo anno sono cresciuti in Italia del 22% (e l’anno prima del 55%), aggravando i danni su territori resi sempre più fragili dal crescente consumo di suolo.
L’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (Ivass) informa che nel 2023 il costo totale derivante dai fenomeni naturali estremi ha raggiunto la cifra record di 16 miliardi di euro (+22% rispetto al 2022), con le regioni del nord che sono state le più colpite con 210 eventi, seguite dal centro Italia (98) e dal Sud (70 eventi).
Proprio a causa degli ingenti danni riportati lo scorso anno, entro dicembre 2024 – come stabilito in legge di Bilancio – le imprese con sede legale in Italia sono obbligate a siglare contratti assicurativi che coprano i danni a terreni, fabbricati, impianti, macchinari e attrezzature industriali e commerciali contro eventi catastrofali quali sismi, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni.
È evidente però che anche le assicurazioni da sole non bastano e, al crescere del rischio legato agli eventi meteo estremi, non possono costituire una scusante per porre in capo ai singoli privati i pericoli legati alla crisi climatica, che per essere affrontata con efficacia necessita di risposte collettive (per le alluvioni spendiamo 7 volte più in emergenze rispetto alla prevenzione, certifica il Cigno verde).
Che fare? Occorre agire su più fronti: da un lato mitigare la crisi climatica tagliando le emissioni di gas serra – investendo in efficienza energetica e fonti rinnovabili –, dall'altro adattare le città al clima che cambia. Una prima proposta di Piano nazionale per la sicurezza idrica e idrogeologica per affrontare la doppia minaccia di siccità e alluvioni, c’è già: l’ha elaborata la Fondazione Earth and water agenda – nell’ambito del rapporto Water intelligence promosso proprio da Proger – arrivando a stimare la necessità di investimenti da 17,7 mld di euro l’anno per un decennio, dalle soluzioni basate sulla natura agli invasi, dal servizio idrico integrato agli usi agricoli e industriali dell’oro blu.