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Uso del suolo, cambiamenti climatici e migrazione rurale

«Tutti sono potenziali migranti, è solo una questione di se e come verrà superata una soglia decisionale»
 |  Crisi climatica e adattamento

Il clima e altri cambiamenti ambientali a volte spingono le persone a migrare, soprattutto se la terra non permette più a una popolazione di mantenere il suo stile di vita. A loro volta, le popolazioni che migrano  alterano l'ambiente in cui si stabiliscono.

Le dinamiche migratorie e le loro interazioni con il clima e l'ambiente nelle aree rurali sono poco comprese ed è di questa materia incandescente che si occupa lo studio “Rural migration under climate and land systems change”, pubblicato su Nature Sustainability  da un team di ricercatori statunitensi e della Tanzania, e che chiede «Maggiore attenzione a questi processi per sviluppare politiche di sostenibilità per affrontare l'inevitabile cambiamento climatico e del territorio e la migrazione correlata».

La migrazione di un gran numero di persone causato da un disastro o da una guerra cattura l'attenzione dell’opinione pubblica  e gli studi si concentrano in genere sulla migrazione internazionale o urbana, ma la maggior parte delle migrazioni avviene all'interno dei confini nazionali, in risposta a lenti cambiamenti non correlati a un disastro o a un conflitto.

L'autore principale dello studio, Jonathan Salerno, un ecologo della Colorado State University che studia il comportamento e l'adattamento umano, sottolinea che «La migrazione da campagna a campagna diventerà sempre più rilevante nei prossimi anni a causa del cambiamento climatico e del territorio. Le persone sceglieranno spostamenti più piccoli e meno costosi rispetto a spostamenti grandi e costosi, se possono evitarlo, ma spostamenti più brevi possono aggravare i cambiamenti ambientali locali e regionali. Inizialmente, le persone si sposteranno e si adatteranno alle loro attuali fonti di sostentamento nei modi che conoscono. Se vogliamo affrontare meglio gli spostamenti urbani e internazionali su larga scala in modo sostenibile, dobbiamo comprendere questi sistemi di migrazione da campagna a campagna».

Gli autori dello studio suggeriscono che «La scienza dei sistemi territoriali, che studia il territorio in sé e il modo in cui le persone lo utilizzano, dovrebbe essere integrata negli studi sulle migrazioni perché sono interconnessi e la comprensione di queste relazioni porterà a politiche migliori».

il cambiamento climatico avrà un impatto sproporzionato sui Paesi a basso e medio reddito e per lo studio  pianificare  gestire l'uso futuro del suolo sarà fondamentale per l'adattamento: « Le opzioni politiche potrebbero includere la fornitura alle popolazioni rurali di strumenti migliori per adattarsi in loco ai cambiamenti climatici e ambientali, in modo che la migrazione diventi meno necessaria, o una migliore pianificazione dell'uso del suolo nelle aree riceventi».

Salerno ric orda che «Stime recenti dei migranti internazionali a livello globale dicono che sono circa 280 milioni, e i migranti interni sono forse due o tre volte tanto. Esistono pochi dati sulla migrazione rurale-rurale perché gli spostamenti regionali non sono  di solito monitorati dalle entità governative. Ci concentriamo su queste dinamiche di migrazione interna, prestando particolare attenzione alle aree rurali nei Paesi a basso e medio reddito dove le persone sono particolarmente dipendenti e colpite dai cambiamenti climatici e ambientali. le decisioni in materia di migrazione si basano su una combinazione di fattori strutturali su larga scala, come la politica, l'economia o i cambiamenti ambientali, e di risorse personali come reti sociali, denaro, terra e bestiame.  Tutti sono potenziali migranti, è solo una questione di se e come viene superata una soglia decisionale. La ricerca del mio team si concentra sulla migrazione adattiva e non su quella involontaria». 

La migrazione rurale è spesso legata a un lento declino della produttività della terra. Una siccità prolungata o una diminuzione della qualità del suolo possono motivare le persone a spostarsi. Gli autori dello studio  stanno esaminando questi cambiamenti poco studiati e lenti, in particolare le precipitazioni. 

Salerno aggiunge: «Piccoli cambiamenti in un'area marginale di terre aride possono rendere l'agricoltura non più sostenibile. Un anno di scarse precipitazioni, un cattivo raccolto o un'epidemia di parassiti potrebbero essere l'innesco che ti fa superare la soglia». 

Il team di ricercatori ha sviluppato un modello per simulare le decisioni di migrare basate sull'interazione tra grandi forze strutturali e agire individuale. Il Migration-Land Systems Model basato sugli “agenti” aiuta a illustrare l'integrazione della  migrazione rurale e del sistema terrestre. 

La coautrice e sviluppatrice del modello, Rekha Warrier, del Department of Human Dimensions of Natural Resources della Colorado State University, evidenzia che «Il modello trasmette la complessità della migrazione e mostra come diversi fattori possano essere esplorati sistematicamente.  

Il team ha condotto simulazioni con combinazioni uniche di fattori che influenzano la migrazione, come  piogge,  conflitti sociali, proprietà terriere, reti sociali locali e non locali, rivelando che «Le reti sociali sono fondamentali nelle decisioni di migrazione, ma le reti agiscono in modo diverso quando le famiglie sperimentano una siccità acuta rispetto a un lento declino delle precipitazioni. Le forti reti locali e un declino delle precipitazioni meno significativo avevano meno probabilità di determinare la decisione di spostarsi». 

Il modello ha anche identificato l'importanza dei collegamenti tra aree, o telecoupling. Le attività di sostentamento e i modelli di precipitazioni variabili in un'area possono prevedere il cambiamento del territorio nell'area corrispondente che riceve un afflusso di persone. 

La Warrier spiega ancora: «Il modello consente l'esplorazione delle teleconnessioni territoriali in cui gli eventi ambientali o sociali in un luogo si riversano a cascata tramite migrazione per avere un impatto sulla funzione del territorio e sui servizi ecosistemici in altri territori distanti». 

Salerno raccoglie dati sulla migrazione rurale tra le comunità agropastorali in Tanzania dal 2009 con il sostegno dei ricercatori della Sokoine University of Agriculture. Il team statunitense-tanzaniano prevede di applicare il modello ai dati per analizzare gli scenari di migrazione in Tanzania in risposta al cambiamento climatico.  

Redazione Greenreport

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