Tromba d'aria a Palermo e frane nel messinese, morti e disagi in Sicilia per eventi atmosferici
Dopo la siccità, arrivano in Sicilia alluvioni e frane. E, ad aggiungersi a quesi eventi meteo estremi, anche una tromba d'aria si è abbattuta sulle coste di fronte a Palermo, causando l'affondamento di un veliero con il tragico bilancio di un morto e sei dispersi. Un bilancio che, secondo i soccorritori intervenuti già poche ore dopo la tragedia verificatasi all'alba, è drammaticamente destinato a peggiorare.I sommozzatori dei vigili del fuoco sono arrivati a 57 metri di profondità e altri speleosub stanno arrivando da Roma in aereo e altri da Napoli. I primi a soccorrere i passeggeri e l'equipaggio del velierosono stati i membri dell'equipaggio della Sir Robert B P, una nave a vela battente bandiera olandese che si trovava proprio vicino a quella affondata. Sono stati loro a mettere in salvo i 15 sopravvissuti che, secondo quanto riferito da fonti dell'ospedale palermitano che li ha accolti, sarebbero tutti in buone condizioni. E intanto proseguono senza sosta le ricerche dei dispersi.
Ma quello verificatasi al largo della costa palermitana non è l'unico evento meteo estremo che ha colpito la Sicilia tra la sera di domenica e la mattinata di oggi. La fascia tirrenica del messinese è stata duramente investita da un’ondata di maltempo. Vento, nubifragi e allagamenti si sono verificati in particolare sui territori di Piraino, Sinagra, Naso, Gioiosa Marea, Montagnareale, Torrenova e Brolo. La pioggia, arrivata in gran quantità e concentrata nell’arco di un paio d’ore dopo mesi di assenza di precipitazioni, ha causato la formazione di fiumi di fango, provocato smottamenti e innescato pericolose frane che hanno interessato anche zone abitate e numerose reti infrastrutturali. Già dalla serata di ieri si è reso necessario l’intervento della Protezione civile, che poi ha lavorato per tutta la notte con diverse squadre per mettere in sicurezza i territori e la popolazione.
Disagi per un forte temporale anche nell’isola di Stromboli, con torrenti in piena e una struttura ricettiva evacuata a scopo precauzionale, anche se già durante la notte è rientrato l’allarme per un possibile rischio alluvione. I torrenti sotto osservazione sono il San Bartolo e il Montagna Russo.
In costante contatto con i sindaci, ai quali ha raccomandato di «curare l'incolumità delle persone nei piani bassi e degli automobilisti nei sottopassi e attivare i mezzi di movimento terra per spostare il fango e per dare sfogo a mare all’acqua» è stato il capo della Protezione civile della Sicilia, Salvo Cocina. «Alcune ore di pioggia, di cui una molto intensa - dice - hanno provocato allagamenti e colate di fango nella fascia costiera. Case allagate e strade interrotte per il fango. Conoscendo le morfologie di queste aree, probabilmente sono state occluse alcune 'saie' (corsi d'acqua) ma questo si vedrà dopo a emergenza cessata».
Le maggiori richieste di aiuto al centralino dei vigili del fuoco per i danni provocati dal maltempo sono arrivate in particolare dai territori situati lungo la costa nord-orientale della Sicilia. Diverse le abitazioni bloccate dal fango, le auto sommerse dai detriti, gli alberi caduti, i condomini e i garage allagati. Una frana di notevoli dimensioni ha colpito il territorio del Comune di Naso. In alcuni casi è stato necessario, per cautela, far allontanare i turisti che soggiornavano in quelle zone per essere trasferiti in altre strutture. Sono intervenute squadre dei vigili del fuoco provenienti da Sant’Agata Militello, Patti Antillo, Milazzo e anche da Messina. È stata fatta richiesta anche di altre tre squadre da Cefalù, Catania e Siracusa.
Spiega il geologo Michele Orifici, vicepresidente nazionale della Società nazionale di geologia ambientale (Sigea) nonché residente di Messina: «Veniamo da un periodo estremamente siccitoso. E dopo mesi di assenza di precipitazioni. Ieri sera, nell’arco di due ore, alcune stazioni pluviometriche hanno registrati più di 110 millimetri di pioggia. Si tratta di un dato piuttosto elevato, che ha determinato colate di fango e detriti anche a ridosso di zone abitate». Dopo la puntuale cronaca di quanto ha potuto verificare di persona, Orifici aggiunge il commento da geologo: «Il clima sta cambiando e questi ne sono gli effetti evidenti. La frequenza con cui si presentano simili dinamiche, con lunghi periodi di siccità seguiti da forti piogge concentrate in un ristretto lasso di tempo, è ormai sempre maggiore». Come bisogna comportarsi, di fronte a ciò? Spiega il geologo: «Serve una svolta culturale, innanzitutto. E bisogna lavorare sulla prevenzione e intervenire in più direzioni. Da un lato, bisogna rendere la popolazione cosciente di quali sono i comportamenti da tenere al verificarsi di simili eventi. E, dall’altro, bisogna lavorare per realizzare interventi che possano mitigare la pericolosità e il rischio geomorfologico e idrico dei territori. Oggi paghiamo errori del passato, non possiamo continuare così».