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Se il Summit of the Future non affronterà la minaccia dei combustibili fossili, non sarà degno del suo nome

77 leader mondiali e premi Nobel: il Summit of the Future Onu non menziona i combustibili fossili

Si rischia di compromettere un'opportunità unica di ripristinare la fiducia nel potere della cooperazione internazionale
 |  Crisi climatica e adattamento

Mentre i governi si preparano a riunirsi per il Summit of the Future di settembre - un incontro di alto livello organizzato dall’Onu per «Migliorare il presente e salvaguardare il futuro» -  i recenti negoziati hanno eliminato Le parole “combustibili fossili” dalla bozza dei risultati:. 

La Fossil Fuel Non-Proliferation Treaty Initiative denuncia che la prima bozza - – the Pact for the Future –    «Esortava ad "accelerare la transizione dai combustibili fossili", una posizione che il mondo ha concordato ai colloqui sul clima delle Nazioni Unite dello scorso anno. Tuttavia, nei recenti negoziati, ogni testo che menzionasse i "combustibili fossili" o una "giusta transizione" è stato completamente rimosso». 

In risposta a questa clamorosa omissione, un gruppo di 77 illustri ex leader mondiali e premi Nobel ha inviato una lettera ai governi a poche settimane dal summit Onu  a New York, dichiarandosi «Gravemente preoccupati per il fatto che la bozza del Patto per il Futuro non menzioni nemmeno i combustibili fossili, una delle più grandi minacce che il mondo deve affrontare oggi» e aggiungono che «Se il Vertice del futuro non affronterà la minaccia dei combustibili fossili, non sarà degno del suo nome, rischiando di compromettere un'opportunità unica nel secolo di ripristinare la fiducia nel potere della cooperazione internazionale».

Tra i firmatari della lettera figurano Muhammad Yunus, neo-primo ministro del Bangladesh, Mary Robinson, ex presidente dell'Irlanda, il Dalai Lama e Stefan Löfven, ex primo ministro della Svezia e presidente dei socialisti europei che ha dichiarato: «L'omissione dei combustibili fossili dalla bozza del Patto per il futuro è un altro grave fallimento nell'affrontare una delle più grandi minacce per il nostro pianeta e per l'umanità. I leader mondiali dovrebbero essere inequivocabili quando si tratta di agire con decisione e collettivamente per prevenire ulteriori impatti sul clima, e invece decidono di nascondere la testa sotto la sabbia. Solo attraverso un'incrollabile cooperazione internazionale per eliminare gradualmente i combustibili fossili possiamo salvaguardare il nostro futuro comune».

La Fossil Fuel Non-Proliferation Treaty Initiative sottolinea che «Petrolio, gas e carbone sono le cause principali della crisi climatica e creano impatti disastrosi sulla salute, sulla società e sull'ambiente che i firmatari descrivono come una "carneficina"».

La lettera evidenzia il rischio che «L'espansione dei combustibili fossili comprometta i progressi verso i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile del mondo». 

Sebbene il Summit of the Future abbia raccolto un ampio sostegno e riunirà governi, agenzie Onu, organizzazioni della società civile e scienziati per tracciare una roadmap collettiva verso un futuro equo e resiliente, i firmatari della lettera avvertono che «Gli sforzi per aumentare la cooperazione internazionale devono anche affrontare la minaccia dell'esplorazione di carbone, petrolio e gas, indicando le nazioni che stanno cercando di negoziare un Trattato di non proliferazione dei combustibili fossili come esempio della leadership necessaria in questo decennio critico».

Jody Williams, Premio Nobel per la Pace 1997, evidenzia che «La nostra lettera sottolinea una verità essenziale: senza un futuro libero dai combustibili fossili, non ci sarà futuro su questo pianeta. Il consenso è globale e inequivocabile: la nostra sopravvivenza dipende da un'equa eliminazione dei combustibili fossili. L'omissione di questo tema cruciale dal Patto per il futuro rivela un pericoloso compiacimento che continua a mettere a rischio le nostre possibilità di avere un pianeta vivibile. I governi devono ascoltare il nostro appello all'azione e garantire che i loro impegni globali rispondano alla realtà dell'emergenza climatica: se non si affrontano i combustibili fossili, non c'è futuro da salvaguardare».

Sir Richard J. Roberts, Premio Nobel per la Fisiologia o la Medicina 1993, conclude: «Non menzionare i combustibili fossili nel Patto per il Futuro rappresenterà un ulteriore fallimento della strategia climatica di coloro che sono al potere e della loro responsabilità morale di preservare l'Umanità. I leader mondiali devono mettere in atto una vera cooperazione internazionale e un sostegno finanziario per eliminare gradualmente petrolio, gas e carbone. Un gruppo di 13 Paesi all'avanguardia sta sostenendo la richiesta di un Trattato di non proliferazione dei combustibili fossili che dia priorità al benessere delle persone e del pianeta rispetto ai profitti a breve termine dei combustibili fossili. Impegnandoci in una transizione equa dai combustibili fossili, possiamo aprire la strada a un futuro pacifico, equo e sostenibile per tutti».

Redazione Greenreport

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