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2050: un mondo sotto pressione. Ma c’è uno scenario alternativo

Se non invertiamo la rotta, 3 miliardi di persone destinate a vivere in povertà nelle baraccopoli
 |  Crisi climatica e adattamento

In occasione della 21esima Conferenza delle parti Unfcc di Parigi, la DNV GL, uno dei più grossi enti di certificazione a livello mondiale,  ha pubblicato lo studio "A safe and sustainable future",  e dice che Quello che ci aspetta nel 2050 «se non invertiamo velocemente la rotta, è un mondo sotto pressione.

In "A safe and sustainable future" DNV GL riassume le principali evidenze della ricerca scientifica che tracciano un quadro globale di qui a 30 anni, delineando anche uno scenario alternativo per un mondo sostenibile.

Secondo lo studio «Nel 2050, il 70% della popolazione vivrà in aree urbane e 3 miliardi di persone saranno destinate alla povertà e a vivere nelle baraccopoli. Il 60% dei principali ecosistemi sarà a rischio; i livelli di diossido di zolfo e di diossido di azoto aumenteranno rispettivamente del 90% e del 50%, causando smog, piogge acide e fuliggine, soprattutto nei Paesi emergenti. Il livello dei mari s'innalzerà da 1 a 2 metri, con milioni di persone obbligate a lasciare le aree costiere dove vivono».

Ma i ricercatori cj he hanno lavorato allo studio sono convinti che «Non è troppo tardi per intervenire. Un mondo in equilibrio con l'ambiente, caratterizzato da un'economia verde e circolare e da una società prospera è ancora possibile».

Gli esperti di DNV GL hanno individuato le 36 barriere fondamentali da aggirare; a partire dall'insufficiente consapevolezza dei singoli, passando per la debolezza dei quadri di riferimento istituzionali, sino ad arrivare alle carenze economiche e tecnologiche specifiche.

Invertire la rotta è possibile. La parte finale dello studio illustra  l'insieme di cambiamenti fondamentali da attuare per quanto riguarda economia, sistemi di governance e società e fa alcuni esempi: «Riorganizzare sussidi e incentivi, incorporare le valutazioni ESG (Environmental, Social e Governance) nelle valutazioni finanziarie, rivedere l'urbanistica secondo principi di sostenibilità e definire nuove unità di misura per la crescita oltre al PIL, che non è in grado di esprimere il benessere della nazione o le condizioni dell'ambiente».

Luca Crisciotti, amministratore delegato di DNV GL, conclude: «Senza un impegno concreto, prevedere quello che ci aspetta di qui a qualche anno non è difficile. Nei prossimi decenni l'umanità si troverà ad affrontare le sfide più grandi mai incontrate. Abbiamo un'opportunità unica per plasmare un futuro prospero, dove le principali minacce per ambiente, economia e società siano state individuate e contenute, ma non possiamo più aspettare. Dobbiamo agire».

Redazione Greenreport

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